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Italia: semaforo verde per i test di guida autonoma su strada

di Ottavia E. Molteni

Il via libera ai test in Italia sulle tecnologie per la guida autonoma era contenuto “in nuce” già nella Legge 27/12/2017 n. 205 (Legge di Bilancio 2018″).

Solo ora però la macchina operativa sta per mettersi in moto grazie alla firma – e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – di un apposito documento ministeriale, il Decreto “Smart Road”.

LA GUIDA AUTONOMA ESCE DAI LABORATORI

Procediamo però per gradi. Il riferimento normativo a cui guardare inizialmente è il comma 72 della legge sopra indicata, relativo al “processo di trasformazione digitale della rete stradale nazionale (“Smart Road”)” e alla “diffusione delle buone pratiche tecnologiche” utili a sostenerlo.

Altra finalità contenuta nel passaggio riguarda la promozione, lo sviluppo, la realizzazione in via prototipale, la sperimentazione e la validazione di soluzioni applicative “dinamicamente aggiornate alle specifiche funzionali”. In altre parole, semaforo verde per portare fuori dai laboratori le tecnologie applicate alle driverless cars.

Il nostro Governo ha previsto di autorizzare la spesa di un milione di euro cadauno per il biennio 2018-2019.

MIT COME INTERLOCUTORE DI RIFERIMENTO 

Alla finestra sulla mobilità del futuro si è affacciata nel frattempo già una prima candidata. Si tratta della città legata per antonomasia all’industria automotive.

Parliamo ovviamene di Torino, dove il Sindaco Chiara Appendino ha da poco firmato un protocollo teso a liberare investimenti per infrastrutture tecnologiche e per l’adeguamento degli spazi fisici entro cui ambientare i test sulla guida autonoma.

L’amministrazione comunale piemontese ha già individuato alcuni partner di riferimento per il progetto. Accanto a FCA Group, che porta in dote i risultati ottenuti con le sperimentazioni in corso oltreoceano, sono già pronti a scendere in pista General Motors e Telecom Italia. La lista è tuttavia destinata ad allungarsi.

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Tutte le aziende, i centri di ricerca/università e gli enti interessati a seguire le orme del Comune di Torino dovranno essere autorizzati dal Ministero dei Trasporti (MIT), che ne valuterà l’idoneità rispetto ai contenuti della sperimentazione. Presso il MIT sarà inoltre istituito un Osservatorio Smart Road che monitorerà l’attuazione del provvedimento.

IL PIANO ITALIANE PER STRADE “SMART”

Secondo quanto riportato nella sotto-sezione “News” sul sito del Ministero dei Trasporti, che traccia la timeline dei lavori previsti per rendere le strade italiane sempre più “smart”, entro il 2025 saranno portati a compimento gli interventi sulle infrastrutture della rete TEN-T (Trans European Network – Transport), nonché a livello di complesso autostradale.

Il processo di trasformazione digitale si estenderà a seguire alla rete del Sistema nazionale integrato dei trasporti delineato dall’allegato al DEF (Documento di Economia e Finanza) 2017 “Connettere l’Italia”.

Gli ulteriori servizi previsti scatteranno entro il 2030: deviazione dei flussi qualora siano intervenuti incidenti o ostruzioni gravi per la circolazione; intervento sulle velocità medie, così da evitare congestioni del traffico; suggerimento di traiettorie; gestione dinamica di accessi/parcheggi/rifornimento (anche nel caso di veicoli elettrici).