Qualche consiglio per migliorare il noleggio auto in Italia
di Marina Marzulli
Il settore del noleggio auto in Italia, lo abbiamo visto anche dai dati dell’ultimo Rapporto Aniasa, continua a crescere in doppia cifra. Da un lato è il risultato di provvedimenti nazionali come il superammortamento e della ripresa dopo la crisi, dall’altro c’è uno strutturale riavvicinamento ai mercati più maturi.
Comparare dati italiani e internazionali resta un’impresa molto difficile perché per prima cosa occorre definire il prodotto. L’Italia è l’unica a usare la parola noleggio sia per il Noleggio a lungo termine (tipicamente alle aziende) sia per il breve termine o Rent-a-car.
Altrove si definisce renting il breve termine, mentre il leasing, (che si suddivide in operating e finance lease) comprende sia il noleggio che il nostro leasing (con riscatto della vettura a fine noleggio) perché le normative sono diverse.
Sì, chi opera in Italia nel Nlt lo fa con una ragione sociale differente da chi fa leasing finanziario, mentre all’estero le differenze non sono così nette.
COME MIGLIORARE IL NOLEGGIO AUTO IN ITALIA
Ogni mercato ha le sue specificità, e non sempre ciò che funziona in un Paese può avere successo altrove. Ma – a parte una fiscalità più giusta – ci sono delle idee che potrebbero essere esportate con successo nel noleggio auto in Italia? Lo abbiamo chiesto a due manager dalla comprovata esperienza internazionale, Andrea Cardinali, attuale presidente Aniasa, ex vicepresidente con delega ai rapporti con Leaseurope e Fabrizio Ruggiero, ora a Parigi come Deputy CEO, Sales, Marketing, Customers & InterRent di Europcar e past president di Aniasa.
TARGHE E CHILOMETRI GARANTITI
“Mi è sempre piaciuto il fatto che in Belgio, ogni volta che si fa un intervento in officina, viene registrato il chilometraggio dell’auto in un database nazionale. In questo modo si ha sempre la certezza di quanti chilometri abbia fatto un’auto”, spiega Cardinali.
Un altro surreale problema italiano è quando la motorizzazione “finisce le targhe” e fra i noleggiatori si scatena il panico. All’estero funziona tutto in modo molto diverso: “Mi scioccò vedere anni fa in un ufficio di Londra una macchinetta su un tavolo di cui non capivo la funzione – racconta Cardinali -. Poi me lo spiegarono: era una macchina per fabbricare direttamente in azienda targhe auto: le società potevano farlo da sé. Un’altra buona pratica in Uk e che quando si rivende l’usato tornano indietro i soldi della parte del bollo auto di cui non si è usufruito”.
BENEFIT LEGATI ALLA MOBILITÀ
“Importerei al noleggio auto in Italia dall’Olanda la possibilità per il dipendente di avere benefit legati alla mobilità in senso ampio e non solo legati all’auto aziendale – afferma Fabrizio Ruggiero -. L’esenzione fiscale per l’azienda si può applicare a qualunque forma di mobilità offerta ai dipendenti, l’azienda può detrarre i costi prescindendo al mezzo scelto. Questo fa sì che ci sia uno straordinario ampliamento dell’innovazione per chi opera in questo mercato: il car sharing si connette al Rac e al Nlt con soluzioni nuove.
Un dipendente che può gestire il suo budget liberamente sceglierà magari un’auto più piccola e comoda da parcheggiare per tutti i giorni, con la certezza di poterne noleggiare una più grande quando deve andare in vacanza. Credo che anche in Italia si potrebbe fare, serve qualche pioniere”.
Ma c’è qualcosa in cui primeggiamo in Italia? Secondo Ruggiero “Siamo un punto di riferimento nella capacità di offrire prodotti per la Pmi. Le soluzioni dedicate, sia del Nlt sia del Rac, sono sofisticate. Del resto le piccole e medie imprese sono il nerbo del nostro tessuto imprenditoriale”.
Articolo originale su FleetMagazine, al seguente link: https://www.fleetmagazine.com/noleggio-auto-italia/