I limiti legislativi delle auto a guida autonoma
Le driverless car pongono una sfida non solo tecnica, ma legislativa. Le Case auto saranno responsabili degli ipotetici danni causati dalle auto a guida autonoma? Un dubbio filosofico che potrebbe diventare molto concreto nel prossimo decennio.
L’auto a guida autonoma? Dovrà comunque avere un pilota. I limiti non sono tanto tecnologici, ma legislativi. L’auto che si guida da sola è un tema ancora avveniristico, tanto che in Italia non esiste ancora una legislazione specifica sull’argomento.
I REQUISITI PER LA GUIDA AUTONOMA
Le self driving car sono auto che non necessitano di essere guidate da una persona fisica. I livelli di guida autonoma sono 5 e, a partire dal livello 3, il guidatore non è più tenuto ad assumere in modo permanente il controllo della vettura e può quindi svolgere ulteriori attività a bordo.
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Le auto più sofisticate che vediamo sulle nostre strade sono di livello 2, cioè a guida parzialmente automatizzata, ciò significa che l’automobilista può affidare al sistema il controllo dell’auto in determinate situazioni, ma deve rimanere sempre attento e subentrare in caso di bisogno. Nel prossimo decennio, però, dovrebbero fare il loro ingresso sul mercato vetture di livello 3 e 4.
Per potere apprezzare la guida automatizzata- ad esempio lasciando il controllo al sistema quando l’auto è in colonna – bisogna, in ogni caso, disporre di infrastrutture adeguate. In generale, per funzionare, la guida assistita e la guida autonoma hanno bisogno di potere leggere agevolmente la segnaletica orizzontale e verticale. Pensiamo al semplice lane assist, che avvisa il conducente distratto del superamento della linea che delimita la propria corsia di marcia: è necessario che le linee sulla carreggiata siano sempre ben tracciate.
IN ITALIA
In Italia adesso non è ancora in vigore alcuna disciplina di legge sulle auto a guida autonoma. È prematuro parlare di vuoto normativo perché le auto a guida autonoma di fatto non esistono ancora.
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Per prepararsi al prossimo futuro, però, nel 2019 il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha dato il via libera alle sperimentazioni su strada. Quindi anche sulle strade pubbliche italiane è possibile effettuare i test sulla driverless car. Le domande di sperimentazione vengono analizzate dall’Osservatorio e dalla Direzione Generale Motorizzazione. L’Osservatorio per le Smart Road del dicastero è stato istituito nel giugno 2018 con il compito di garantire sia il coordinamento nazionale tra le diverse iniziative locali sia la promozione di studi sulla guida autonoma.
NELL’UNIONE EUROPEA
Nell’Unione Europea la Germania è stata la prima nazione, tre anni fa, ad introdurre una disciplina di legge per regolamentare le auto a guida autonoma, istituendo anche una commissione che ha varato le prime linee guida per le auto senza pilota. Dal punto di vista legale, è previsto che ogni auto a guida autonoma debba avere una scatola nera che registri le criticità del veicolo.
IN USA
La California è uno degli Stati dove la sperimentazione sulla guida autonoma è a livello più alto: oltre 15 brand stanno provando prototipi di vario genere. Quindi, si è trovata più volte a dovere regolamentare il tema anche dal punto di vista giuridico. La prospettiva paradossale è di dover dotare la driverless car di un pilota, addestrato dalla Casa a usare il veicolo.
Questo serve ad addossare eventuali responsabilità a una persona fisica. Il problema fondamentale della driverless car infatti è: chi risponde dal punto di vista giuridico di eventuali danni provocati dalla macchina? Le Case auto potranno prendersi la responsabilità di tutti i loro mezzi? Questa è l’incognita del futuro.
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Fonte: Fleet Magazine