I limiti legislativi delle auto a guida autonoma

di Marina Marzulli

Le driverless car pongono una sfida non solo tecnica, ma legislativa. Le Case auto saranno responsabili degli ipotetici danni causati dalle auto a guida autonoma? Un dubbio filosofico che potrebbe diventare molto concreto nel prossimo decennio.

L’auto a guida autonoma? Dovrà comunque avere un pilota. I limiti non sono tanto tecnologici, ma legislativi. L’auto che si guida da sola è un tema ancora avveniristico, tanto che in Italia non esiste ancora una legislazione specifica sull’argomento.

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I REQUISITI PER LA GUIDA AUTONOMA

Le self driving car sono auto che non necessitano di essere guidate da una persona fisica. I livelli di guida autonoma sono 5 e, a partire dal livello 3, il guidatore non è più tenuto ad assumere in modo permanente il controllo della vettura e può quindi svolgere ulteriori attività a bordo.

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Le auto più sofisticate che vediamo sulle nostre strade sono di livello 2, cioè a guida parzialmente automatizzata, ciò significa che l’automobilista può affidare al sistema il controllo dell’auto in determinate situazioni, ma deve rimanere sempre attento e subentrare in caso di bisogno. Nel prossimo decennio, però, dovrebbero fare il loro ingresso sul mercato vetture di livello 3 e 4.

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Per potere apprezzare la guida automatizzata- ad esempio lasciando il controllo al sistema quando l’auto è in colonna – bisogna, in ogni caso, disporre di infrastrutture adeguate. In generale, per funzionare, la guida assistita e la guida autonoma hanno bisogno di potere leggere agevolmente la segnaletica orizzontale e verticale. Pensiamo al semplice lane assist, che avvisa il conducente distratto del superamento della linea che delimita la propria corsia di marcia: è necessario che le linee sulla carreggiata siano sempre ben tracciate.

IN ITALIA

In Italia adesso non è ancora in vigore alcuna disciplina di legge sulle auto a guida autonoma. È prematuro parlare di vuoto normativo perché le auto a guida autonoma di fatto non esistono ancora.

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Per prepararsi al prossimo futuro, però, nel 2019 il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha dato il via libera alle sperimentazioni su strada. Quindi anche sulle strade pubbliche italiane è possibile effettuare i test sulla driverless car. Le domande di sperimentazione vengono analizzate dall’Osservatorio e dalla Direzione Generale Motorizzazione.  L’Osservatorio per le Smart Road del dicastero è stato istituito nel giugno 2018 con il compito di garantire sia il coordinamento nazionale tra le diverse iniziative locali  sia la promozione di studi sulla guida autonoma.

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NELL’UNIONE EUROPEA

Nell’Unione Europea la Germania è stata la prima nazione, tre anni fa, ad introdurre una disciplina di legge per regolamentare le auto a guida autonoma, istituendo anche una commissione che ha varato le prime linee guida per le auto senza pilota. Dal punto di vista legale, è previsto che ogni auto a guida autonoma debba avere una scatola nera che registri le criticità del veicolo.

IN USA

La California è uno degli Stati dove la sperimentazione sulla guida autonoma è a livello più alto: oltre 15 brand stanno provando prototipi di vario genere. Quindi, si è trovata più volte a dovere regolamentare il tema anche dal punto di vista giuridico. La prospettiva paradossale è di dover dotare la driverless car di un pilota, addestrato dalla Casa a usare il veicolo.

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Questo serve ad addossare eventuali responsabilità a una persona fisica. Il problema fondamentale della driverless car infatti è: chi risponde dal punto di vista giuridico di eventuali danni provocati dalla macchina? Le Case auto potranno prendersi la responsabilità di tutti i loro mezzi? Questa è l’incognita del futuro.

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