di Giorgio Ursicino
ROMA - Il mercato dell’auto corre meno del previsto. L’ipotesi di superare i due milioni di vetture l’anno dopo un lungo periodo con l’uno davanti è ormai tramontata, come sono quasi nulle le speranze di far meglio del 2017 quando furono consegnate 1.970.497 unità, ben il 7,9% in più rispetto al 2016. Dopo un buon agosto (+9,5%), dovuto in parte all’anticipo delle immatricolazioni per il cambio della procedura di omologazione, al termine del quale il cumulato era perfettamente in linea con quello dell’anno precedente (meno di mille vetture di differenza), la frenata è arrivata soprattutto dopo l’estate: -25,4% a settembre (la conseguenza dell’anticipo di agosto), -7,4% ad ottobre con il cumulato sprofondato al -3,2%, un ammanco di ben 55 mila auto impossibili da recuperare nei due mesi che ci separano dalla fine dell’anno. Anche si ci sarà un lieve recupero, le previsioni più ottimistiche ora parlano di 1.930.000 targhe, 40 mila in meno rispetto al 2017. Si interromperà così un percorso virtuoso di 4 anni di crescita che ha consentito di recuperare una bella fetta di torta rispetto all’1,3 milioni di vetture vendute nell’anno più nero della crisi (2013).
C’è da notare, inoltre, che la frenata è un fenomeno abbastanza casalingo poiché nei primi nove mesi del 2018 il segno in Europa è ancora positivo (+2,3%) nonostante il vistoso calo settembrino dovuto alle stesse motivazioni che hanno pesato sull’Italia. Il realtà, il quadro generale non è ancora così preoccupante e il peggioramento rispetto alle previsioni risulta abbastanza in linea con altri indicatori (produzione industriale) e, addirittura, con quello dell’intera economia. Proprio ieri infatti l’Istat ha lanciato l’allarme: nel 2018 difficilmente il Pil aumenterà quanto previsto dall’esecutivo (1,2%). Sia come sia, c’è un settore del supermarket automotive che attraversa una fase di grande forma, una crescita così rilevante e duratura da far pensare ad un cambio di approccio. È il noleggio, soprattutto quello a lungo termine, che nell’ultimo difficile decennio ha incrementato non solo le quote di mercato, ma anche i volumi. I numeri, come sempre, parlano chiaro. Nel 2007 il mercato totale era oltre i 2,5 milioni di unità e i clienti privati facevano ancora la parte del leone (più del 72% di quota). All’epoca il noleggio tutto rappresentava 320 mila vetture, poco più del 12% del totale, percentuale raggiunta già nel 2016 dal solo “lungo termine”.
All’epoca (un decennio fa) il noleggio a “breve” era poco sopra il 5%, quello a “lungo” strappava un punto in più di quota, con 160 mila consegne. La salita è stata costante e senza esitazioni e si è portata dietro tutti i parametri relativi al settore. La quota del noleggio totale è più che raddoppiata e nei primi nove mesi del 2018 è arrivata a sfiorare un’auto su quattro (24,3%). Mentre il “breve” è salito dal 5,1% del 2007 all’8% dei primi nove mesi del 2018, il “lungo” nello stesso periodo è schizzato dal 6,4% al 14,2% con le vendite che a fine ottobre avevano già superato le 231 mila unità, a poca distanza dal record annuale di 258 mila stabilito nel 2017. Quasi altrettanto è cresciuto il fatturato del lungo termine passato dai 3,7 miliardi del 2009 ai 5,4 del 2018 secondo le stime dell’Aniasa. L’Associazione del settore sottolinea quanto sia cresciuta anche la flotta. Quella del lungo termine nel 2008 era poco sopra il mezzo milione di unità, al termine del primo semestre 2018 aveva raggiunto gli 881 mila esemplari, il 16% in più rispetto al semestre dell’anno precedente.
«Sommando questo dato con i 140 mila veicoli del breve termine e i circa 7 mila del car sharing il parco complessivo dei veicoli condivisi nel nostro paese va ben oltre il milione di unità», ha evidenziato con una certa soddisfazione Massimiliano Archiapatti, il presidente di Aniasa. È quasi superfluo sottolineare il grande vantaggio che i veicoli a noleggio garantiscono rispetto alla media del parco circolante totale, sia dal punto di vista del rispetto ambientale che da quello della sicurezza. Parliamo di percentuali che oscillano fra le due e le tre cifre, con benefici enormi per la collettività. I motivi che spingono dalla proprietà verso l’utilizzo, quindi il noleggio a lungo termine, sono numerosi ed alcuni pure molto consolidati. Meno responsabilità, meno burocrazia. Costi fissi certi con una comoda rata mensile senza più doversi preoccupare di bollo, assicurazione, manutenzione e rivendita.
Nell’ultimo periodo ne è però arrivato un altro, un vero acceleratore: l’incertezza. Blocchi del traffico, attacco al diesel, forte diffusione delle motorizzazioni ibride e inizio delle vendite anche della auto elettriche. Uno scenario nuovo che nessuno sa con certezza come si evolverà. E il noleggio rende più tranquilli rispetto all’acquisto, un impegno che pone le problematiche del valore residuo e della difficoltà di rivendita.
Fonte: Il Messaggero