Mobility

Le 10 Auto Elettriche più vendute in Italia nel 2018

Marina Marzulli

Per usare un tono trionfalistico, potremmo dire che le vendite di auto elettriche sono più che raddoppiate nel corso dell’ultimo anno. Le immatricolazioni in Italia nel 2018 sono state 4.997, mentre nell’anno precedente erano state 2.022. I numeri assoluti, però, sono ancora bassi e le auto elettriche rappresentano lo 0,3% delle nuove registrazioni. Ma quali sono stati i modelli a zero emissioni più venduti nel 2018? Scopriamolo insieme.

LE AUTO ELETTRICHE PIÙ VENDUTE

La maggior parte delle vendite sono rappresentate dai primi tre modelli in classifica: Nissan Leaf, con 1.448 immatricolazioni, la versione elettrica di Smart Fortwo, con 1.051 auto, e la Renault Zoe, con 1.028 nuove registrazioni.  Tre utilitarie elettriche, molto adatte agli spostamenti cittadini, dove possono approfittare di tutte le facilitazioni legate alla mobilità elettrica, come l’accesso alla ZTL o ai parcheggi blu a pagamento.

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LE AUTO ELETTRICHE PIÙ VENDUTE

La maggior parte delle vendite sono rappresentate dai primi tre modelli in classifica: Nissan Leaf, con 1.448 immatricolazioni, la versione elettrica di Smart Fortwo, con 1.051 auto, e la Renault Zoe, con 1.028 nuove registrazioni.  Tre utilitarie elettriche, molto adatte agli spostamenti cittadini, dove possono approfittare di tutte le facilitazioni legate alla mobilità elettrica, come l’accesso alla ZTL o ai parcheggi blu a pagamento.

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Ricarica privata

Per quanto riguarda le opportunità di ricarica privata l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti evidenzia come i costi connessi siano influenzati da una molteplicità di fattori, tra i quali sono citati:

  • la possibilità di utilizzare un punto di prelievo (POD) già attivo o la necessità di doverne attivare uno nuovo dedicato alla ricarica;

  • la capacità di gestire in modo intelligente la contemporaneità dei carichi (al fine di limitare la necessità di incrementi di potenza impegnata);

  • il costo della componente “materia energia” previsto dalle diverse offerte commerciali disponibili sul mercato;

  • la possibilità di soddisfare una parte del fabbisogno di energia per la ricarica tramite autoproduzione;

  • la possibilità di aggregare in un’unica unità di consumo box condominiali di diversi proprietari.

Leggi anche: Il manuale di Volkswagen per realizzare una infrastruttura di ricarica elettrica in azienda

Ricarica pubblica

Per quanto riguarda le opzioni di ricarica pubblica, le direttive europee stabiliscono che il servizio debba svilupparsi in concorrenza. Tanti i soggetti presenti sul mercato, che offrono servizi di ricarica a condizioni economiche molto diversificate. Ad esempio: ricarica gratuita o scontata per i clienti di un hotel o di un centro commerciale, ricarica fatturata in base al consumo di energia, ricarica fatturata in base al tempo di occupazione del parcheggio. Uno dei problemi è la scarsa interoperabilità dei vari servizi, per cui non è detto che un’auto elettrica possa fare rifornimento liberamente in qualunque postazione di ricarica pubblica (come avviene per i classici distributori di benzina).

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La legge di Bilancio 2019 ha previsto che le infrastrutture di ricarica elettrica possano usufruire di una detrazione fiscale del 50% (su un ammontare complessivo massimo di 3.000 euro). In base alla nuova norma europea, le colonnine di ricarica dovranno essere installate in tutti gli edifici di nuova costruzione e in quelli sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. In Italia dal 1° gennaio 2018 il titolo abilitativo per i nuovi edifici è vincolato alla predisposizione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli. 

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Quanto impatteranno ecotassa e ecobonus sul mercato dell’auto 2019?

di Marco Castelli

L'ecotassa e l'ecobonus sono destinate ad incidere in maniera significativa sul mercato dell'auto: non solo sui numeri, ma, come sottolinea Anfia, anche sull'occupazione e sulle entrate erariali.

Quanto impatteranno ecotassa e ecobonus sul mercato dell’auto 2019? La domanda è di stretta attualità, considerato che, dopo un 2018 in leggero calo per il settore delle quattro ruote, il provvedimento del bonus-malus sulle emissioni di CO2 dei veicoli nuovi rischia di dare seriamente uno schiaffo al comparto automotive. E non solo.

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A livello di numeri si stima che si possa creare un delta di decine di migliaia di unità tra il malus creato dalla tassazione e il bonus dell’incentivo sulle auto a basse emissioni. Ma come vedremo non è solo un problema di cifre. 

Approfondisci: cosa ci dobbiamo aspettare dal mercato dell’auto 2019?

COSA PREVEDONO L’ECOTASSA E L’ECOBONUS

La misura partirà dall’1 marzo 2019 e prevede un ecobonus per chi acquista fino al 31 dicembre 2021 un veicolo M1 nuovo con bassissime emissioni di biossido di carbonio e con prezzo di listino non superiore a 50.000 euro, Iva esclusa. Il rimborso avverrà mediante compensazione con il prezzo d’acquisto. 

L’ecotassa, invece, è prevista per chi acquista nello stesso periodo un veicolo M1 nuovo di fabbrica con emissioni di biossido di carbonio superiori a 160 g/km.

IL CALO DEL MERCATO AUTO

Il primo impatto, già accennato prima, potrebbe ricadere sul mercato, che negli ultimi mesi del 2018 ha già fatto registrare una flessione. Chiaro che, considerando l’offerta delle Case Costruttrici, l’ecotassa sia destinata a pesare in misura maggiore sugli acquisti rispetto all’ecobonus. Di sicuro, quindi, la misura non favorirà certamente il rinnovo del parco auto circolante

Risultato: più veicoli Euro 4Euro 3, o addirittura ancora più vetusti (leggi qui il nostro approfondimento sulle classi ambientali delle auto) sulle strade. Ci sono poi altri fattori da tenere in considerazione, come spiega bene Anfia

Leggi anche: la nostra intervista al nuovo presidente di Anfia

PENALIZZATE OCCUPAZIONE E ENTRATE ERARIALI

Secondo Anfia, ci potranno essere ripercussioni sia sull’occupazione, sia sulle entrate erariali. Senza contare che la normativa non tiene ancora conto del ciclo di omologazione WLTP, entrato in vigore il primo settembre scorso. 

“Questa nuova e ulteriore tassa sugli automobilisti, oltre a non avere impatti ambientali significativi – sottolineano dall’associazione -, potrebbe portare particolari problemi sul fronte occupazionale industriale e delle reti di vendita, ma anche per le entrate dello Stato: meno veicoli prodotti e meno veicoli venduti corrispondono a meno imposte incassate: nel 2017 la contribuzione derivante dall’acquisto dei veicoli – versamento Iva e IPT – è stata di 9,4 miliardi di euro”.

Una cifra non certo indifferente, che comunque costituisce un ulteriore fattore di penalizzazione creato da questo provvedimento. 

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Future Mobility Week: a Torino la settimana dedicata alla mobilità di domani.

di Amalia Patrone

Future Mobility Week è l’evento torinese riservato alla mobilità del futuro, in tutte le sue sfaccettature. Una rassegna eccezionale, che coinvolge hardware, software e sistemi dedicati alla mobilità del domani.

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Dall’1 al 5 ottobre a Torino la mobilità nuova farà da protagonista, dando la possibilità a tutti gli operatori della filiera e appassionati del settore automotive di venire a conoscenza dei cambiamenti sociali ed economici coinvolti nell’evoluzione della future mobility.

FUTURE MOBILITY WEEK: TECNOLOGIE, SICUREZZA E MOBILITÀ ELETTRICA

A Torino la settimana dedicata alla mobilità del futuro tratterà argomenti di estrema importanza per il settore dell’automotive italiano. L’evento, infatti, cerca di dare risposta a tutte le perplessità che possono insorgere quando si parla di mobilità del futuro. Che impatto avrà sulla tecnologia, sulle abitudini, sulla società?

Il programma della settimana prevede visite guidate e dimostrazioni tecnologiche create ad hoc per raccontare la mobilità del futuro e la sua continua evoluzione. L’evento centrale della Future Mobility Week è certamente l’expoforum che si terrà a Lingotto Fiere nelle date del 3-4 ottobre.

TECNOLOGIA PER LA MOBILITÀ DI DOMANI

Il 3-4 ottobre il programma di conferenze e le aree espositive avranno il loro fulcro su due temi principali: Future Mobility 2018 e Automotive Cluster Form.

La Future Mobility 2018 graviterà intorno alla fruizione e al contesto della mobilità, con tutte le sue implicazioni su tecnologie e infrastrutture. Il concetto alla base è quello della “Mobilità come Servizio“, ponendosi l’obiettivo di creare una società digitale e sostenibile, a partire dai veicoli intelligentiinfrastrutture digitali e connesse. Una nuova mobilità per il contesto urbano, che coinvolgerà persone e merci.

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Il tema dell’Automotive Cluster Forum è dedicato all’atto “pratico”, ovvero quali sono le reali tecnologie implicate per la mobilità del domani. L’area espositiva e l’area esperienze saranno quindi dedicate ai test dei prodotti e dei veicoli, con una rassegna su strumenti, tecnologie e metodi per la progettazione e produzione degli autoveicoli.

SICUREZZA STRADALE: LA SOLUZIONE È LA TECNOLOGIA

Un altro tema di enorme rilevanza quando si parla di mobilità del futuro è sicuramente quello della sicurezza stradale. Il 4 ottobre alla Future Mobility Week si terrà un convegno dedicato alla sicurezza su strada e ai rischi di incidenti accidentali. Inoltre, per la prima voltasi parlerà di sistemi di sicurezza per le moto.

I dati ISTAT relativi all’anno 2017 hanno rilevato una diminuzione degli incidenti, ma il numero di decessi su strada è aumentato del 2,9% rispetto al 2016. La causa principale di questo incremento è imputabile alla sempre più frequente distrazione dei conducenti e al non rispetto di precedenze e semafori.

Leggi anche: un parco auto più giovane per prevenire gli incidenti

Dal momento in cui è difficile creare dei programmi educativi per combatte le distrazioni alla guida, un’ottima soluzione è quella dell’intervento tecnologico: sistemi di frenata automaticaavvisi di uscita di carreggiata, segnalazione della presenza di pedoni e veicoli in potenziale collisione.

CHE IMPLICAZIONI AVRÀ LA TRANSIZIONE ALLA MOBILITÀ ELETTRICA?

La giornata del 3 ottobre della Future Mobility Week ospiterà il Forum Nazionale della Mobilità Elettrica. Il tema principale sarà quello della mobilità individuale. Si stima infatti che nell’immediato futuro la mobilità individuale sarà a trazione elettrica e che entro il 2030 ci saranno (parlando sempre di stime) 6,5 milioni di veicoli elettrici in circolazione, ovvero il 27% dell’attuale parco circolante.

Il passaggio alla mobilità elettrica avrà sicuramente un forte impatto dal punto delle infrastrutture, dei tempi di ricarica e dei consumi dell’elettricità. Il convegno dedicato al passaggio all’elettrico proporrà una serie di soluzioni realistiche e immediatamente realizzabili per la mobilità del futuro.