Aumento delle tasse sulle auto aziendali: impatto recessivo

di Emiliano Ragoni

L’Aniasa stima che le entrate dovute alla nuova tassa saranno inferiori ai mancati incassi per il calo di vendite.

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STANGATA RECESSIVA - Ormai sembra certo che nella Legge di bilancio per il 2020 ci sarà una stangata per le auto aziendali, con aumento della tassazione in base alle emissioni di CO2 (qui la news). Tre le fasce ipotizzate, quella delle auto con tassazione al 30% (che è quella attuale), quella al 60% e quella al 100%. Sul tema è intervenuta l’Aniasa, l’Associazione che in Confindustria rappresenta il settore del noleggio veicoli, che conferma il forte impatto recessivo del provvedimento sul comparto automobilistico. Dal 2020 determinerà minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali per oltre 700 milioni di euro, calcolata come differenza tra le minori entrate previste per le mancate vendite, oltre 1 miliardo di euro, e il gettito ipotizzato dal ministero dell'Economia, 300 milioni.

VALGONO IL 40% - Infatti, secondo l’Aniasa, le aziende saranno indotte a prorogare i contratti in essere, rinunciando a nuove immatricolazioni (si prevedono 300.000 immatricolazioni in meno), tipologia di scelta che impatterà negativamente sia dal punto di vista economico, che ambientale (nel solo noleggio tutti veicoli sono Euro 6). Le auto aziendali, che valgono oggi il 40% delle nuove immatricolazioni, attualmente hanno un ciclo di vita di 4 anni che, in virtù dell’impatto di questa misura, si allungherà di almeno un anno. La nuova norma potrebbe poi spingere i dipendenti a valutare il ritorno alla vettura di proprietà. 

ALTRE STRADE - Secondo l’Aniasa, se l’obiettivo del Governo è fare cassa con l’auto aziendale, è necessario ripristinare il superammortamento per le auto ad uso strumentale; una misura che in passato ha restituito per ogni euro di super-ammortamento concesso tre euro di entrate per lo Stato e gli enti locali.