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Auto aziendali, «km 0», ex noleggio Tutti i trucchi per risparmiare

Incentivi a parte, esistono altri modi per limitare al massimo la spesa, con la garanzia di un concessionario. Ecco quello che bisogna sapere

di Renato Dainotto

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Le «km 0»

Sono proposte molto ribassate rispetto al prezzo da nuove: in genere il 30% in meno, ma si può arrivare al 50. Dipende dalle condizioni del veicolo. Per raggiungere gli obiettivi di vendita concordati con la casa madre, l’imprenditore-concessionario può avere interesse a acquistare - intestandole a se stesso - un certo numero di auto, per poi rivenderle, scontate, più facilmente. La casa madre, da parte sua, vede nelle «km 0» un efficace (anche se non encomiabile) sistema per svuotare i piazzali e mantenere la quota di mercato. Dal punto di vista consumatore, comunque, è un’opportunità, perché ci si porta a casa un’auto nuova che non ha mai lasciato il salone (per questo si parla di «km 0»), ma la si paga come usata. L’offerta di auto a «km 0» di solito aumenta negli ultimi del mese. Lo «sconto» dipende da molti fattori. Prima di tutto, da quanto il concessionario ha pagato l’auto: quanto più è interessata liberarsi delle auto prodotte, tanto più la casa madre applicherà dei prezzi allettanti. Dipende da quanto il concessionario riesce a recuperare dell’Iva. Infine dipende da quanto tempo l’auto ha passato, «invecchiando», in giacenza. Insomma: le vetture più richieste hanno meno sconto, mentre quelle meno richieste (o che sono state appena rimpiazzate in listino da un nuovo modello) sono più scontate.

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Non è detto che le «km 0» abbiamo sul contachilometri il numero «0». Per rientrare nella categoria è concessa una certa elasticità. Quando piccolo spostamento l’auto può averlo avuto: magari per trasferirsi da una sede all’altra del concessionario. Mai più di 100 km, comunque. Attenzione anche al libretto, che deve riportare un solo precedente proprietario, il concessionario stesso: il nuovo acquirente sarà così il secondo proprietario. Importanti sono il giorno, il mese e l’anno della prima immatricolazione: corrispondono alla data da cui parte la garanzia del costruttore. Se l’auto ha 24 mesi di garanzia, ma da quando il concessionario se l’è comprata per metterla sul piazzale col cartello «km 0» ne sono passati 20, vuol dire che rimangono solo 4 mesi di copertura della casa. Il concessionario, allora, dovrebbe aggiunge una sua copertura assicurativa, in modo da arrivare ad almeno 12 mesi.

Altri svantaggi? Le «km 0» non si possono personalizzare come fossero auto nuove, sono quelle che vedete, colore e accessori compresi. Se siete un automobilista che cambia vettura ogni anno, quando la rivenderete pagherete un po’ di svalutazione; ma se terrete l’auto a lungo, diciamo più di tre anni, il problema non esiste. raccomandazione finale: controllate bene l’auto, soprattutto prima del ritiro. Carrozzeria o interni non devono presentare danni. Nel caso, chiedete il ripristino o un ulteriore sconto.


Le auto aziendali

Sono vetture di proprietà della concessionaria (come le «km 0») o della finanziaria del marchio. Hanno un’età variabile da pochi mesi a, per la maggior parte, un anno. Sono state usate e possono avere chilometraggi rilevanti: persino oltre 30mila km. Lo sconto sul prezzo di listino varia tra il 20 e il 30%, secondo le condizioni della vettura. In genere si tratta di auto usate dai concessionari: per le prove dei clienti, come vettura di cortesia, come benefit dei dipendenti. Quindi possono aver conosciuto un solo guidatore o molti guidatori. In compenso, il concessionario le ripristina alla perfezione prima di metterle in vendita come «usate». C’è un altro vantaggio economico: è possibile portarsi un’auto molto accessoriata (perché doveva fare la migliore pubblicità al marchio) al prezzo di un buon usato. Il concessionario serio aggiunge una sua copertura alla garanzia residua. Anche in questo caso sul libretto il cliente risulterà il secondo proprietario.


Le ex noleggio

Chi vuole spendere poco dovrebbe considerare anche le auto dismesse dagli autonoleggi al termine del loro regolare servizio. Quelle utilizzate per il noleggio a «breve termine» avranno circa un anno, mentre quelle impiegate a «lungo termine» avranno, in genere, non meno di tre anni. Le prime provengono dai noleggiatori turistici, quelli da aeroporto e stazione e vengono usate da molti clienti. Possono anche essere state maltrattate, ma di solito il noleggiatore le ripara prima della vendita. Per queste vetture alcuni brand del noleggio hanno delle strutture dedicate (di solito si trovano presso gli aeroporti più grandi) e nei loro siti web danno tutte le informazioni, con una «vetrina» degli esemplari in vendita. Lo sconto varia tra il 20 e il 30%.

Le auto del noleggio a lungo termine sono di solito usate da dipendenti di una società come benefit. Dopo tre anni le vetture hanno circa 80-90mila km, ma sono ancora «fresche». Alcuni noleggiatori hanno programmi per il ripristino e la rivendita in strutture dedicate. Basta una ricerca sul web per trovare le informazioni. Alcuni offrono anche una garanzia di almeno un anno. Il prezzo è interessante, perché può arrivare al 50% del valore del nuovo. Attenzione alle dotazioni di serie: i noleggiatori spesso scelgono allestimenti anomali, messi a punto dai costruttori sul fabbisogno dell’azienda. Possono essere molto accessoriate, ma possono anche essere fin troppo essenziali.


Aumento delle tasse sulle auto aziendali: impatto recessivo

di Emiliano Ragoni

L’Aniasa stima che le entrate dovute alla nuova tassa saranno inferiori ai mancati incassi per il calo di vendite.

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STANGATA RECESSIVA - Ormai sembra certo che nella Legge di bilancio per il 2020 ci sarà una stangata per le auto aziendali, con aumento della tassazione in base alle emissioni di CO2 (qui la news). Tre le fasce ipotizzate, quella delle auto con tassazione al 30% (che è quella attuale), quella al 60% e quella al 100%. Sul tema è intervenuta l’Aniasa, l’Associazione che in Confindustria rappresenta il settore del noleggio veicoli, che conferma il forte impatto recessivo del provvedimento sul comparto automobilistico. Dal 2020 determinerà minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali per oltre 700 milioni di euro, calcolata come differenza tra le minori entrate previste per le mancate vendite, oltre 1 miliardo di euro, e il gettito ipotizzato dal ministero dell'Economia, 300 milioni.

VALGONO IL 40% - Infatti, secondo l’Aniasa, le aziende saranno indotte a prorogare i contratti in essere, rinunciando a nuove immatricolazioni (si prevedono 300.000 immatricolazioni in meno), tipologia di scelta che impatterà negativamente sia dal punto di vista economico, che ambientale (nel solo noleggio tutti veicoli sono Euro 6). Le auto aziendali, che valgono oggi il 40% delle nuove immatricolazioni, attualmente hanno un ciclo di vita di 4 anni che, in virtù dell’impatto di questa misura, si allungherà di almeno un anno. La nuova norma potrebbe poi spingere i dipendenti a valutare il ritorno alla vettura di proprietà. 

ALTRE STRADE - Secondo l’Aniasa, se l’obiettivo del Governo è fare cassa con l’auto aziendale, è necessario ripristinare il superammortamento per le auto ad uso strumentale; una misura che in passato ha restituito per ogni euro di super-ammortamento concesso tre euro di entrate per lo Stato e gli enti locali.