Big data e 5G saranno la chiave per il controllo in tempo reale

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nalisi dello stile di guida, consumo carburante e manutenzione predittiva. Oggi la telematica a bordo è diventata un prezioso alleato per i fleet manager delle grandi aziende ma anche per i parchi auto delle piccole imprese. La progressiva diffusione delle scatole nere, sempre più spesso installate dai produttori o dalle società di noleggio a lungo termine, sta contribuendo alla creazione di “big data” provenienti dai veicoli. Dati che, se analizzati correttamente e preventivamente, permettono di migliorare i servizi e creare soluzioni su misura di un parco auto o di un driver.

Al di là delle diverse tecnologie a bordo, però, la vera rivoluzione è la connettività che con il 5G o con il WiFi - se la Ue sceglierà, come sembra orientata, questa tecnologia di rete - porterà a un incremento dei servizi digitali per l’automotive, soprattutto nel mondo aziendale. Già oggi i numeri sono importanti: secondo una ricerca di Bain & Company e commissionata da Aniasa, l’associazione confindustriale dei servizi di mobilità, il mondo legato all’auto connessa vale oggi più di 60 miliardi di euro a livello globale. In previsione poi, spiega la ricerca, c’è una crescita a tripla cifra (+260%) nei prossimi otto anni. Già i dispositivi attuali permettono di scambiare dati diversi sui guidatori (stile di guida, percorsi preferiti, punti di interesse), sul veicolo (pressione pneumatici, stato del motore, livello olio), fino a quelli ambientali (pioggia, traffico).

La sempre maggiore condivisione di questi dati grazie alle auto connesse può portare benefici non solo a chi guida, ma, anche ai gestori di flotte aziendali. Le soluzioni sul campo sono già numerose e presenti da anni, ma i miglioramenti sono continui. Come nel caso del recente aggiornamento della piattaforma LoJack Connect di LoJack che, oltre al classico sistema di monitoraggio dei consumi e dello stile di guida, ha aggiunto la funzione “geofence”, grazie alla quale il gestore della flotta potrà ricevere messaggi d’allarme quando il veicolo entrerà in zone ritenute a rischio oppure varcherà i confini nazionali o, ancora, quando un tecnico alla guida di un furgone sarà giunto sul luogo dove è atteso per una riparazione.

A questo si aggiunge CrashBoxx, un nuovo strumento che segnala il crash in tempo reale, offrendo la ricostruzione della dinamica e la stima economica del danno subito dal veicolo. Anche l’acquisizione di TomTom Telematics da parte di Bridgestone dovrebbe dare uno sprint all’innovazione legata ai pneumatici e alla gestione dei big data derivanti dall’attrito con l’asfalto. Sempre TomTom lavora da tempo anche per la sicurezza delle flotte commerciali, mettendo a disposizione mappe specifiche che tengono conto dei divieti imposti ai mezzi pesanti. Inoltre, attraverso il back-end di gestione vengono erogate funzionalità dedicate alla comunicazione con gli autisti, alla spedizione delle bolle di accompagnamento o al tracking delle merci. In questo ambito, soprattutto quando si parla di flotte commerciali, l’Internet delle Cose diventerà elemento chiave per la sicurezza e per l’abilitazione della guida autonoma.

Anche le case auto hanno iniziato a lavorare per equipaggiare i veicoli creando soluzioni proprietarie, come ha fatto per esempio Ford con l’app Pass Pro e Telematics, una piattaforma che fornisce ai fleet manager un controllo completo e informazioni per gestire la flotta ottimizzando costi e prestazioni.


Fonte: Il Sole24Ore