Quali sono i paradossi dell’ecotassa e dell’ecobonus?

di Marco Castelli

Il recente provvedimento dell'ecotassa e dell'ecobonus presenta alcuni paradossi evidenti. Scopriamo insieme quali sono i principali.

Quali sono i principali paradossi dell’ecotassa e dell’ecobonusIl provvedimento del bonus-malus, varato a fine 2018, ha fatto molto discutere e contiene parecchi punti oscuri. Uno su tutti: in questo modo non si incentiva il necessario rinnovo del parco auto circolante

Nelle settimane scorse, il mondo produttivo e di servizi dell’automotive ha sollevato obiezioni sulla validità del bonus-malus, proponendo alternative di intervento, considerando prioritario il  condiviso svecchiamento del parco circolante, vera causa dell’inquinamento.

LA PROPOSTA DI ANIASA E DELLE ALTRE ASSOCIAZIONI

“Aniasa e le altre associazioni avevano chiesto un rinvio dell’entrata in vigore dell’ecotassa di almeno sei mesi e un innalzamento della soglia di emissioni, avviando un dialogo per approvare misure più efficaci per la mobilità sostenibile” spiega Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa. 

Abbiamo già approfondito quali sono gli impatti del bonus-malus sul mercato dell’auto, ora vediamo quali sono i principali paradossi della tassa e dell’incentivo sulle emissioni delle vetture. 

IL PARCO AUTO CIRCOLANTE NON SI RINNOVA

Il primo paradosso, che abbiamo già accennato, è che in questo modo il parco auto circolante non si rinnova. “Per il bonus sono previsti stanziamenti in 60 milioni di euro per il 2019 e altri 70 per il 2020-2021. A conti fatti, si può immaginare un massimo di 12-14.000 veicoli agevolabili: una misura assolutamente non funzionale alla tanto ribadita volontà di togliere in fretta dalle strade i veicoli più vetusti ed inquinanti” sottolinea Teofilatto.

Ad essere soggette al malus, oltre alle cosiddette auto di lusso o di grossa cilindrata, già penalizzate dal superbollo, sono inoltre anche “modelli diffusi sul mercato, di fascia media, scelti spesso per necessità di lavoro di piccoli imprenditori e artigiani”.

Approfondisci: intanto il carico fiscale sull’auto ha raggiunto un nuovo record 

SI PENALIZZANO LE AUTO A BENZINA 

Un altro paradosso? “Se il legislatore voleva sanzionare le auto diesel, ritenute erroneamente più inquinanti, non ha considerato che quelle a benzina sono più penalizzate nel calcolo della CO2″.

Sull’altro versante, poi, come sappiamo, aggiunge Teofilatto“i modelli di veicoli che possono far scattare il bonus sono ancora limitati in termini di numero e per tipologia”

IL MERCATO DELL’AUTO POTREBBE CALARE

Proprio questo è il punto. L’offerta dei modelli che usufruiranno del bonus è di gran lunga minore rispetto a quella dei veicoli che saranno soggetti al malus. In considerazione di tale aspetto, il provvedimento dell’ecotassa e dell’ecobonus è destinato, con ogni probabilità, a incidere negativamente sul mercato generale.

“Si continua a sollecitare attenzione del Governo sia sull’incidenza della pressione fiscale sull’automotive (arrivata a 73 miliardi di euro), sia sul ruolo di traino della filiera sull’intera economia nazionale. Se la crescita del PIL deve tornare positiva, in altre parole si deve partire all’auto” conclude Teofilatto.

(L’articolo completo di Pietro Teofilatto sarà pubblicato sul numero di febbraio di Fleet Magazine)

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Fonte: FleetMagazine