La maggiore complessità delle automobili e il crescente numero di richiami sono causa di un’esponenziale crescita della spesa globale per interventi sui veicoli, cause legali e indennizzi. Lo conferma un recente studio Allianz Global Corporate & Specialty.
«Le automobili sono più complesse che mai, contando fino a 30mila parti diverse, e questa complessità aumenta i costi. In passato, si poteva semplicemente regolare o sostituire una parte. Oggi occorre invece ricalibrare la tecnologia e i sensori del veicolo in modo che la parte funzioni, spendendo potenzialmente di più della parte sostituita. Tutto ciò aumenta i costi di reclamo e richiamo dell’auto».
Le parole di Daphne Ricken, Senior Laibility Underwriter di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), spiegano bene il perché oggi la spesa globale per gli interventi sui veicoli, così come quella legata a cause legali e indennizzi sia notevolmente aumentata. Così come evidenziato dall’ultima edizione dello studio AGCS.
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RICHIAMI AUTO, RECORD IN UE
In Europa, nel 2019, i richiami dei veicoli a motori sono stati 475, la cifra più alta dal 2010, con un aumento del +11% rispetto al 2018. Un inedito picco, con 158 procedure, pari al +75%, nel solo primo trimestre dell’anno. Il valore più alto nella storia di Safety Gate, il sistema di allarme Ue per i prodotti pericolosi non alimentari.
I richiami aumentano e aumentano anche i loro costi. Ne è un esempio la storia dell’airbag Takata, il più grande e complesso caso di richiamo nella storia dell’industria automobilistica. Secondo quanto riferito, Takata avrebbe provocato ferite a oltre 300 passeggeri e causato la morte di 209 persone. Il suo richiamo ha interessato quasi 70 milioni di auto in tutto il mondo, coinvolgendo 19 case dal 2002 al 2015, per un costo stimato che supera i 24 miliardi di dollari.
Vetture sempre più complesse
Le auto sono sempre più tecnologiche, dotate di strumenti come telecamere, sensori di manovra, navigatori GPS e Abs antibloccaggio. Strumenti che, assieme alle più recenti generazioni di Adas, accrescono la sicurezza e il comfort del conducente. E, allo stesso tempo, accrescono anche i costi dei reclami, delle tariffe di manodopera, della formazione specializzata dei riparatori nonché dei pezzi di ricambio.
Lo studio AGCS sottolinea infatti come il settore automobilistico sia caratterizzato da una diversificazione rara in altri settori. Vi sono fornitori che servono esclusivamente l’industria dell’auto e altri che producono parti utilizzate anche nelle automobili ma lavorano anche con attori esterni all’automotive, non vendendo direttamente al costruttore. «Questa complessità della catena di approvvigionamento – spiega la Ricken – rende la produzione automobilistica particolarmente esposta a cambiamenti o interruzioni».