Il gigante USA del car rental negozia coi creditori, ma non è ancora salvo. Noleggi, usato, etc: conseguenze in caso di bancarotta
ULTIMA SPIAGGIA Risale al 5 maggio, l'accordo sul filo di lana tra una delle società di autonoleggio più potenti al mondo e i propri creditori. Hertz evita il fallimento negoziando con i fornitori e gli azionisti una proroga della scadenza dei pagamenti delle rate di leasing del mese di aprile: la nuova deadline è il 22 maggio, altre due settimane di tempo. Il peggio è alle spalle, oppure, il peggio deve ancora venire. Perché nonostante l'intesa in extremis, il futuro di Hertz resta in bilico. Con tutto ciò che la vicenda comporta, e non parliamo solo della chiusura di agenzie per il car rental.
CASE HISTORY Suona incredibile, come una multinazionale da 10 miliardi di dollari di ricavi, oltre 4.000 sedi nel mondo e quasi 40.000 dipendenti, possa letteralmente da un momento all'altro dichiarare bancarotta. Invece l'emergenza COVID-19 ha preso di mira innanzitutto proprio le società di noleggio: sospensione viaggi nazionali e internazionali, compagnie aeree a terra, aeroporti vuoti, due mesi di completa inattività. Senza liquidità di cassa, il mese scorso Hertz - la cui flotta complessiva contava, al 31 dicembre, 516.726 veicoli negli Stati Uniti e 169.971 negli altri Paesi del mondo - non è riuscita a fare fronte agli obblighi verso concessionari e Case costruttrici. Proprio mentre inevitabile sembrava ormai l'ipotesi di depositare i libri in tribunale e ricorrere alla procedura del Chapter 11, l'equivalente in USA del concordato, ecco arrivare all'accordo che alimenta le speranze di continuità. Il piano che il 22 maggio il rent a car leader mondiale presenterà ai creditori dovrà tuttavia giocoforza essere un piano lacrime e sangue: si parla del licenziamento di almeno 10.000 membri del personale, vale a dire quasi un terzo dell'organico. Dopotutto, almeno per un po' il settore viaggi non sarà lo stesso di una volta. Che Hertz prosegua le sue attività, oppure no, quali altri effetti sull'economia?
NOLEGGIO? NO, VENDITA Una prospettiva certa, come conseguenza della riduzione della propria flotta per saldare i debiti, è quella della (s)vendita massiccia di vetture. E di riflesso, la sovrabbondanza dell'offerta sul mercato dell'usato, che a sua volta si esprimerà con un abbassamento generale delle quotazioni, già in parte influenzate dal fenomeno (già in atto) di concessionari e altre società di autonoleggio che si liberano delle proprie scorte in eccesso. Il quadro si ripeterà più o meno uguale in tutte le nazioni, Italia inclusa: l'usato perde il suo valore e chi compra (d'accordo) gioisce. Ma alla lunga, anzi già nel breve termine, non è affatto una buona notizia.
Fonte: MotorBox