economia

Bollo auto noleggio 2020: cosa cambia per il pagamento e importo

Ultime novità sul bollo auto, e in particolare sull’imposta applicata alle auto a noleggio a lungo termine. Ecco cosa cambia quest’anno.

bollo-auto-noleggio-2020-cosa-cambia-768x512.jpg

Come stabilito dal Decreto Milleproroghe approvato dal Parlamento, ci sono delle novità relative al bollo auto, e in particolare all’imposta applicata sulle auto a noleggio a lungo termine, laddove per “lungo termine” s’intenda un lasso di tempo che supera l’anno. Infatti, il decreto ha fatto slittare una scadenza stabilita originariamente nella Legge di Bilancio 2020. Vediamo cosa è cambiato.

Bollo auto noleggio a lungo termine: nuova scadenza del pagamento

Stando a quanto riportato dalla Manovra 2020, si stabiliva entro il 30 giugno 2020 il pagamento del bollo auto per gli utilizzatori (o i datori di lavoro in caso di auto aziendali). Il decreto Milleproroghe ha invece stabilito lo slittamento di questa scadenza, prorogandola di un mese. In questo modo il pagamento della tassa da parte degli utilizzatori dei veicoli noleggiati a lungo termine e dei datori di lavoro per le auto aziendali andrà effettuato entro e non oltre il termine del 31 luglio 2020.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU GOOGLE NEWS

Bollo auto 2020: la tassa andrà alla Regione dell’utilizzatore

La principale ragione di questa proroga consiste nel fornire più tempo alle Regioni per il reperimento e l’elaborazione dei dati relativi agli utilizzatori delle auto a noleggio a lungo termine, dati che fornirà l’Aci, che a sua volta li riceverà dalla Motorizzazione Civile. A partire dal 2020, inoltre, le Regioni incasseranno l’imposta sulla base della residenza dell’utilizzatore e non su quella del noleggiatore. Facendo un esempio pratico, se un utilizzatore residente a Roma noleggia la macchina a Firenze, dovrà versare l’imposta in favore della Regione Lazio e non della Regione Toscana.

Gli incassi saranno devoluti interamente alle Regioni, che potranno utilizzare le entrate per investire sul territorio, compresa quindi anche la parte che era riservata allo Stato, come stabilito dalla Finanziaria 2007. La norma è diretta conseguenza dell’accordo della Conferenza Stato-Regioni (ne abbiamo parlato in questo articolo).