Approfondimenti

Noleggio, banca dati ancora incompleta e pagamenti rinviati

Regioni in ordine sparso. Responsabilità dei clienti con dubbi applicativi

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Dieci mesi di proroga e una riforma di cinque anni fa ormai a regime non sono bastati: i pagamenti del bollo auto per i veicoli in noleggio a lungo termine restano nel caos. Il 31 ottobre la proroga è scaduta, ma le Regioni non sono ancora in grado di “spartirsi” il gettito in base al luogo di residenza dell’utilizzatore, come invece prevede dal 1° gennaio scorso. Quindi i pagamenti, sui quali peraltro da quest’anno è responsabile in prima battuta proprio il cliente e non più il noleggiatore, restano di fatto bloccati. Inoltre, restano aperti dubbi su altri punti necessari per applicare le novità, come la durata del contratto di noleggio.

Le novità erano state introdotte nell’articolo 7 della legge 99/09 dal decreto fiscale di un anno fa (Dl 124/19, articolo 53, comma 5-ter): per limitare gli effetti dello spostamento delle sedi dei noleggiatori nelle Province autonome di Bolzano e Trento, il gettito va alla Regione in cui risiede il cliente (il datore di lavoro, in caso di flotte aziendali). Ma questa residenza è un dato che ha iniziato a entrare nella banca dati della Motorizzazione solo da fine 2014 e per gradi. Inoltre, sempre da quest’anno, la riscossione del bollo avviene espressamente sulla base della banca dati Pra, in cui gli utilizzatori non sono annotati.

Paradossalmente, la riforma Madia della pubblica amministrazione (legge 124/15) aveva anche l’intento di accorpare il Pra dell’Aci nella Motorizzazione, unificando anche le banche dati. Obiettivo rivelatosi insostenibile per la politica e organizzativamente velleitario.

Di qui due proroghe dei termini di pagamento del bollo 2020. L’ultima era fissata al 31 ottobre, ma il trasferimento di dati dalla Motorizzazione al Pra è andato a rilento e il sistema di gestione è partito solo a metà ottobre. Ha bisogno di tempo per funzionare in modo adeguato a gestire oltre un milione di veicoli a noleggio distribuiti fra 160mila clienti (85mila aziende, 3.100 pubbliche amministrazioni e 70mila privati cittadini), con un incasso di 220 milioni di euro. Così, il Ciganta (il comitato tecnico interregionale che gestisce l’archivio del bollo presso la Conferenza delle Regioni) ha raccomandato un’ulteriore proroga, da adottare stavolta con provvedimenti delle singole Regioni.

Il Lazio ha dato tempo fino al 30 novembre; Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Trento e Bolzano fino al 15 dicembre. Sono attese decisioni anche di altre Regioni. Saranno pagamenti che, pur successivi alla scadenza prevista per legge nazionale, se effettuati entro le date fissate dalle Regioni, non saranno gravati né da sanzioni né da interessi di mora. Per entrare a regime dal 2021, c’è un tavolo di lavoro con Aniasa, che apprezza l’iniziativa.

Si spera risolva anche i problemi normativi, su come gestire il passaggio dalla responsabilità del noleggiatore a quella del cliente nei contratti mensili poi prolungati oltre i 12 mesi (limite di durata oltre cui scattano le nuove regole) o quando il veicolo entra nella flotta del noleggiatore ma viene locato solo dopo.

Per ora c’è buio anche sui pagamenti cumulativi da parte del noleggiatore, che per legge restano l’unico modo per sollevare il cliente da ogni responsabilità sul bollo ma a tutt’oggi restano ammessi solo in Lombardia e Piemonte.

Fonte:https://www.ilsole24ore.com/art/noleggio-banca-dati-ancora-incompleta-e-pagamenti-rinviati-AD5EpU3

Noleggio auto a lungo termine con Partita IVA: quando conviene?

Quando si parla del noleggio auto a lungo termine e della Partita IVA nascono sempre numerosi dubbi, tante e varie incomprensioni. Non si capisce bene, in effetti, come funziona il noleggio a lungo termine per privati, quali sono le accortezze da prendere e così via. Cerchiamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza insieme dissipando gli eventuali dubbi ed eliminando le incomprensioni.

Noleggio a lungo termine: i vantaggi per i privati con la partita IVA

Basta prendere in considerazione le statistiche di Eurostat per capire che l’Italia è uno dei Paesi con più lavoratori autonomi in Europa. Sono all’incirca il 17,5% i cittadini italiani con un’età che spazia dai 20 ai 64 anni di possedere la Partita IVA (parliamo di oltre 4,6 milioni di persone). Un dato molto esteso e che fa riflettere e prendere la possibilità di prendere in noleggio a lungo termine un’auto.

In effetti, aprire una Partita IVA può comportare un gran ventaglio di vantaggi per tutte quelle persone che non possiedono una propria auto. Usufruendo del noleggio a lungo termine sarà possibile utilizzare un’auto pagando un canone mensile abbastanza sobrio, in linea con quelle che sono le proprie esigenze nel campo della mobilità.

A differenza di quanto accade con la proprietà dell’auto, un grande vantaggio del noleggio a lungo termine con Partita IVA è dato dalla possibilità di avvalersi di numerosi sgravi fiscali. Un punto di forza di questa soluzione, difatti, è rappresentato dalla presenza del regime forfettario. Senza dimenticarsi di un altro caso estremamente importante: l’uso dell’automobile in fringe benefit. Ovvero, della possibilità di usare la macchina noleggiata con Partita IVA non solo per le proprie esigenze di lavoro, ma anche nel tempo libero. Si tratta, quindi, di un lato forte che viene applicato non solo per le questioni relative al lavoro, ma sarà valido anche per spostarsi per motivi propri.

Noleggio auto con Partita IVA: vantaggi del regime forfettario

Il regime di cui si parla apre le porte a delle altre possibilità e soluzioni. Questo, per esempio, aiuta a ottenere una vasta gamma di agevolazioni fiscali e quelli contabili. Tale regime forfettario viene regolato dalle norme entrate in vigore il 1° gennaio del 2019 e, attualmente, si tratta anche dell’unico regime forfettario in vigore. Esso aiuta tutti gli interessati a eseguire la gestione della propria Partita IVA in un modo più preciso, ottenendo anche un gran ventaglio di vantaggi rispetto al regime ordinario.

Per esempio, il regime forfettario permette a coloro che eseguono il noleggio a lungo termine di detrarre i relativi costi dalle tasse. Questo, però, è possibile in maniera particolare per tutte le auto che vengono utilizzate per lavoro. Per poter a tutti gli effetti beneficiare di questi vantaggi è anche importante rispettare alcuni requisiti. Per esempio, l’acquisto dei beni che possono essere ammortizzati non può superare i 20 mila euro; i ricavi non devono superare i 65 mila euro. E tutte le spese effettuate per il lavoro dipendente non devono superare i 5 mila euro lordi.

A tutto questo si aggiunge anche un altro vantaggio. Il noleggio auto a lungo termine con Partita IVA permette anche di dedurre i canoni mensili dalle imposte, fino a un totale del 70% del canone nel caso in cui si usi l’auto sia per lavoro che per le esigenze private e fino al 100% se si usa solo per lavoro. La detraibilità del canone, infine, è del 20% (con un limite massimo pari a 3615 euro) per la quota finanziaria e senza alcun limite per le quote dei servizi del canone se l’auto non è assegnata in fringe benefit e non è a solo uso strumentale.

Fonte: https://timemagazine.it/noleggio-auto-a-lungo-termine-con-partita-iva-quando-conviene/

ForumAutoMotive 2020, incentivi: basta stop&go, serve un piano strategico

A ForumAutomotive 2020 gli esponenti della filiera automotive e della politica si sono confrontati sul futuro delle quattro ruote in questo momento così complicato. Tema forte: gli incentivi, che vanno confermati attraverso un piano strategico e di lunga durata.

La seconda ondata di Covid si sta già facendo sentire sul settore auto. Per questo, gli incentivi – ecco quelli già finiti – sono decisivi: basta stop&go, come accaduto nei mesi scorsi, serve un piano strategico. Concetti chiari, che sono emersi chiaramente nel corso di ForumAutoMotive 2020, il movimento d’opinione sui temi legati alla mobilità a motore promosso dal giornalista Pierluigi Bonora, che si è svolto in modalità digitale a causa delle restrizioni determinate dalla pandemia. 11121

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L’evento, che si è svolto lunedì pomeriggio e ieri mattina, ha visto confrontarsi numerosi esponenti della politica e della filiera automotive su vari temi, dal settore dei truck, allo status attuale dei concessionari, fino alla micromobilità. 

INCENTIVI, SERVE UN PIANO 

Apertura dedicata ai truck, un settore che necessita di aiuti pluriennali per rinnovare un parco circolante attualmente anziano e poco sicuro. E che vede nella telematica un’alleata. “Vedo un futuro solido per l’avanzamento della tecnologia a bordo dei veicoli, il 5G può impattare molto. Come LoJack abbiamo lanciato soluzioni in grado di rendere più efficienti le spedizioni e aumentare la sicurezza dei driver” ha spiegato Massimo Braga, vice direttore generale di LoJack Italia

Approfondisci: cosa pensano i Fleet Manager della telematica? La nostra survey

Il punto dei concessionari

Il piano di aiuti serve ancora di più per le auto. Concessionari e Case sono stati concordi nel delineare un quadro complicato ancor di più dalla seconda ondata di Coronavirus. Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, “gli incentivi ci avevano aiutato e anche un po’ illuso. Il mese di ottobre era iniziato bene, ma le trattative sono notevolmente calate negli ultimi giorni e in modo particolare nelle regioni in cui il Covid si sta facendo sentire con più forza. Faremo fatica ad arrivare a 1 milione e 400mila macchine a fine anno (-26%). Eppure, per effetto degli incentivi lo Stato ha incassato in termini di Iva più di quanto ha immesso sul mercato in forma di bonus”.

L’acuirsi della pandemia, dunque, ha determinato un notevole decremento degli afflussi in concessionaria, calati, come spiegato dal dealer Tony Fassinanell’ordine del 40 per cento. 

Il punto delle Case

Michele Crisci, presidente di Unrae, si è soffermato, in particolare, sul meccanismo sbagliato di stop&go degli incentivi: “I beni durevoli, come l’auto, richiedono un approccio strategico. Se la Legge di Bilancio non porterà avanti un sistema di incentivazione, si sarà prodotto solo un’anticipazione di acquisti, senza concreto impatto sul parco circolante. Una strategia efficace deve essere sostenibile ambientalmente ed economicamente e basata sulla neutralità tecnologica. Della strategia dovranno far parte le infrastrutture e la leva fiscale”.

Sullo stesso argomento, è intervenuto anche Gianluca Benamati, vice presidente della Commissione Attività Produttive della Camera“Gli incentivi hanno dato un buon risultato sul fronte delle vendite e della riduzione delle emissioni medie. E’ stato un errore non rifinanziare nel DL Agosto le fasce che li hanno già esauriti. Dobbiamo accompagnare l’attuale sistema verso le nuove alimentazioni. Con i fondi europei di Next Generation partirà un piano generale per l’automobile”.


Il punto di Aniasa

Gli incentivi devono riguardare non solo il nuovo, ma anche l’usato. Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa, ha ricordato come il noleggio sia protagonista della mobilità sostenibile non solo per la propria flotta, tutta Euro 6, ma anche per l’usato fresco che produce e mette ogni anno sul mercato: “Gli incentivi sull’usato consentirebbero di raggiungere fasce di popolazione con minore possibilità di spesa, non toccati dai bonus sul nuovo”.

Incentivi sull’elettrico

Infine, anche la mobilità elettrica, che è in crescita esponenziale in tutta Europa, ha bisogno di incentivi. “Quest’anno arriveremo a 28.000 vetture elettriche in Italia, con un +300% di vendite nonostante il COVID-19. In Germania nel solo mese di settembre ne sono state vendute 20mila. Per supportare una più ampia diffusione dell’elettrico abbiamo bisogno di incentivi e soprattutto di nuove infrastrutture” ha spiegato Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E.

LA MICROMOBILITÀ VA REGOLAMENTATA

La seconda giornata di ForumAutoMotive 2020, che ha visto assegnare il Premio Dekra Road Safety Award al Sindaco di Genova, Marco Bucci, per la realizzazione del nuovo Ponte della società ligure, e il Premio Personaggio dell’anno 2020 per ForumAutoMotive al presidente di Anfia Paolo Scudieri, ha visto affrontare i temi del green e della micromobilità. Per quest’ultima, servono regole stringenti per evitare incidenti e caos in città.

“Legittimo cercare di decongestionare il traffico nelle città, ma senza penalizzare tout court chi utilizza il mezzo privato per lavoro e regioni legate a esigenze particolari. Contro l’auto è stata scatenata una campagna di odio ingiustificata e figlia della pura demagogia. Ci vuole buon senso ed equilibrio, e soprattutto rispetto delle regole. Chi compie violazioni al Codice della strada, anche se con un mezzo appartenente alla micromobilità, dev’essere perseguito severamente. No ai due pesi e alle due misure. Inoltre, i nuovi provvedimenti legati alla viabilità non devono essere improvvisati, bensì studiati attentamente e in funzione di tutti gli utenti della strada” ha sintetizzato Pierluigi Bonora a chiusura dell’evento digitale.

Visirun: l’evoluzione del driver grazie alla telematica

Con il manager di Visirun Alberto di Mase esaminiamo come sono cambiate le flotte e gli autisti commerciali, tra emergenza Covid e tecnologia.

La gestione della flotta è molto più che il semplice monitoraggio dei veicoli. La vita di un driver è cambiata radicalmente negli ultimi anni, con la tecnologia che ha giocato un ruolo fondamentale in questa evoluzione.

DRIVER E TELEMATICA

Un uomo e il suo veicolo “si sono trasformati in un tutt’uno, dotato di una cassetta degli attrezzi digitale. I conducenti sono parte di organizzazioni iperconnesse unite dalla tecnologia in un modo del tutto nuovo”, sintetizza Alberto Di Mase, country marketing manager per l’Italia di Visirun – A Verizon company.

La sfida del Covid

Negli ultimi mesi, a tutto questo si è aggiunta la sfida posta dall’emergenza Covid-19. “Una nostra recente ricerca ha rilevato che in Italia, tra metà di febbraio e aprile 2020, gli autisti commerciali hanno visto ridurre le ore guidate di quasi il 40% a causa delle misure implementate in risposta all’emergenza Covid. La maggior parte delle aziende sta ora mostrando una capacità di recupero che non sarebbe stata possibile senza le attuali tecnologie”, spiega di Mase.

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Il ruolo mutevole dell’autista commerciale non può essere valutato senza inquadrare il suo lavoro alla luce della pandemia globale, che ha determinato blocchi ai trasporti e cambiamenti alla stessa catena di approvvigionamento. In questo contesto, i dispositivi mobile e il cloud hanno aiutato a connettere intere organizzazioni dalla prima linea al back-end, permettendo alle aziende di portare avanti le operazioni e di adattarle quando ne avevano più bisogno. Ed è stato proprio questo che ha permesso alle imprese e ai lavoratori del settore delle flotte commerciali di ripartire con maggior slancio.

DRIVER E AZIENDA

Nell’era attuale, i singoli driver sono più importanti che mai. Indipendentemente dal fatto che facciano parte di una piccola impresa o di una compagnia internazionale, non sono più considerati una risorsa “remota” dal momento in varcano il cancello dell’azienda, ma un’estensione della stessa.

Questo è stato possibile creando un flusso costante di dati e interazioni che vengono inviati al team operativo dell’organizzazione tramite una piattaforma basata su cloud, garantendo che tutti gli aspetti della rete siano ottimizzati, ma soprattutto, aiutando intere aziende a operare durante la crisi globale.

Ma quali sono state le pietre miliari che hanno determinato l’evoluzione dei driver da singoli operatori a parti vitali di un sistema connesso, modificando contestualmente l’esperienza di guida?

Non solo telematica di base

Quando fu introdotta, la telematica consentiva ai Fleet Manager di vedere dove andavano i loro conducenti, i chilometri percorsi e il carburante consumato. A questa innovazione, i driver hanno risposto prestando maggiore attenzione a come guidano e gestiscono i loro veicoli.

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Successivamente, hanno fatto il loro ingresso software intelligenti che forniscono maggiori informazioni sulle prestazioni di autisti e flotte attraverso l’aggregazione e l’analisi dei dati. Questi servizi software-based hanno consentito ai manager di misurare le variabili delle prestazioni dei conducenti come frenate brusche, velocità e consumo di carburante, attraverso informazioni raccolte e archiviate in cloud, facilitando la gestione da remoto dei driver.

Spiega di Mase: “Il software “Mobile Enterprise Management”, o MEM, era in grado di collegare le risorse in modo più stretto di quanto fosse possibile in precedenza. In un contesto di flotta, ha consentito a veicoli e conducenti di comunicare e interagire in tempo reale, ottenendo informazioni come le condizioni stradali, le prestazioni del conducente e l’allocazione del lavoro, che potrebbero essere utilizzate per un utilizzo più intelligente dei mezzi e per pianificarne in modo migliore la manutenzione”.

Un passo in avanti verso la sicurezza

Connettere gli autisti commerciali e garantire che possano comunicare tra loro ha indubbiamente contribuito a rivoluzionare la gestione della flotta, anche in termini di sicurezza ed efficienza.  

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Commenta il manager di Visirun: “L’integrazione della dash cam, ad esempio, può essere determinante per ridurre gli incidenti stradali. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un miglioramento significativo della qualità video grazie a obiettivi a risoluzione più elevata o live streaming tramite tecnologia 4G. Inoltre la recente introduzione dell’IA per analizzare i filmati e identificare gli incidenti che necessitano di revisione trasformerà la loro funzionalità e contribuirà a semplificare, per i drive i per i gestori di flotte, sia la risposta agli incidenti sia le pratiche assicurative in caso di risarcimento”.

Anche il geofencing sta avendo anche un impatto significativo sulla sicurezza e l’efficienza del conducente. Stabilire zone delimitate in cui i conducenti devono operare consente loro di svolgere il lavoro in modo ottimale, seguendo percorsi migliori e riducendo le emissioni inquinanti. Inoltre questa tecnologia è utile in caso di furto. In questo modo, i driver fanno parte di un sistema più ampio, che si assume alcune delle responsabilità al posto loro.

Bollo auto noleggio 2020: cosa cambia per il pagamento e importo

Ultime novità sul bollo auto, e in particolare sull’imposta applicata alle auto a noleggio a lungo termine. Ecco cosa cambia quest’anno.

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Come stabilito dal Decreto Milleproroghe approvato dal Parlamento, ci sono delle novità relative al bollo auto, e in particolare all’imposta applicata sulle auto a noleggio a lungo termine, laddove per “lungo termine” s’intenda un lasso di tempo che supera l’anno. Infatti, il decreto ha fatto slittare una scadenza stabilita originariamente nella Legge di Bilancio 2020. Vediamo cosa è cambiato.

Bollo auto noleggio a lungo termine: nuova scadenza del pagamento

Stando a quanto riportato dalla Manovra 2020, si stabiliva entro il 30 giugno 2020 il pagamento del bollo auto per gli utilizzatori (o i datori di lavoro in caso di auto aziendali). Il decreto Milleproroghe ha invece stabilito lo slittamento di questa scadenza, prorogandola di un mese. In questo modo il pagamento della tassa da parte degli utilizzatori dei veicoli noleggiati a lungo termine e dei datori di lavoro per le auto aziendali andrà effettuato entro e non oltre il termine del 31 luglio 2020.

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Bollo auto 2020: la tassa andrà alla Regione dell’utilizzatore

La principale ragione di questa proroga consiste nel fornire più tempo alle Regioni per il reperimento e l’elaborazione dei dati relativi agli utilizzatori delle auto a noleggio a lungo termine, dati che fornirà l’Aci, che a sua volta li riceverà dalla Motorizzazione Civile. A partire dal 2020, inoltre, le Regioni incasseranno l’imposta sulla base della residenza dell’utilizzatore e non su quella del noleggiatore. Facendo un esempio pratico, se un utilizzatore residente a Roma noleggia la macchina a Firenze, dovrà versare l’imposta in favore della Regione Lazio e non della Regione Toscana.

Gli incassi saranno devoluti interamente alle Regioni, che potranno utilizzare le entrate per investire sul territorio, compresa quindi anche la parte che era riservata allo Stato, come stabilito dalla Finanziaria 2007. La norma è diretta conseguenza dell’accordo della Conferenza Stato-Regioni (ne abbiamo parlato in questo articolo).