Automotive

NOLEGGIO AUTO CON CARTA DI DEBITO N26

Come funziona il noleggio auto con carta di debito

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Già da qualche tempo anche in Italia è possibile effettuare il noleggio auto con la carta di debito.

Alcune compagnie di autonoleggio difatti la accettano a garanzia del noleggio con le stesse modalità della carta di credito.

Come vi abbiamo già spiegato, con questo tipo di carta il noleggio auto può avvenire in modo tradizionale, come con carta di credito.

Questo significa che la tariffa è quella base e l'acquisto delle assicurazioni per annullare le franchigie danno e furto è facoltativo.

Inoltre la cauzione può essere autorizzata come con le normali carte di credito e poi sbloccata a fine noleggio.

Il noleggio con carta di debito diventa quindi più semplice e pratico.

Ovviamente dovrete avere nella disponibilità della carta la somma totale del deposito e del costo del noleggio.

Con questa procedura, disponibile solo con alcuni fornitori, si evitano inoltre le stringenti richieste connesse al noleggio auto senza carta di credito (assicurazioni obbligatorie, biglietto aereo/ferroviario di ritorno)

Fate attenzione però a questi dettagli che vengono richiesti perché sia possibile noleggiare un'auto con carta di debito:

  • la carta deve essere dei circuiti Visa e Mastercard

  • la carta deve essere nominativa, cioè deve riportare stampigliato il nome del titolare che deve coincidere con quello del guidatore

  • la carta deve riportare la dicitura o l'ologramma "debit" e avere chip e banda magnetica sul retro

Tutte queste caratteristiche sono presenti nella carta di debito N26, che puoi richiedere GRATIS e senza costi fissi come spiegato più avanti.

Come riconoscere le tariffe per il noleggio auto con carta di debito

Sia sul sito internet sia sulle nostre app sono disponibili i FILTRI con cui potete selezionare le auto che possono essere noleggiate con le carte di debito [1].

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Nel dettaglio del veicolo selezionato appaiono sempre il tipo di carte accettate al momento del noleggio.

E ricorda che su Rent.it puoi pagare l'importo richiesto con una qualsiasi carta (debito, credito, prepagata), mentre la carta di debito intestata al guidatore indicato al momento della prenotazione dovrà essere presentata solo al momento del noleggio.

Fate però attenzione al fatto che non tutti i veicoli possono essere noleggiati con carte di debito. In genere per i veicoli di alta gamma e di lusso vengono richieste garanzie supplementari, come ad esempio due carte di credito.

Vi raccomandiamo sempre di leggere le Condizioni di Noleggio del veicolo selezionato, disponibili nel riquadro dedicato.

Per ogni dubbio non esitate a contattare il servizio clienti, per telefono al +39 079 0976250 o aprendo un ticket di assistenza.

Come richiedere la carta N26

Vai sul sito N26 per seguire la procedura guidata di registrazione gratuita per ottenere la carta di debito.

La versione Standard della carta di debito N26 è assolutamente gratuita ed ha i requisiti tecnologici delle carte di ultima generazione.

Puoi utilizzarla per i pagamenti contactless con tecnologia NFC, puoi aggiungere la tua carta N26 ad Apple Pay o Google Pay, è 100% mobile e quindi puoi utilizzarla pienamente dal tuo smartphone, i pagamenti sono gratuiti e illimitati in qualsiasi valuta, puoi prelevare gratuitamente in euro ovunque in Italia e nella zona euro, sono disponibili gli N26 Spaces per creare spazi separati dal conto principale per mettere soldi da parte.

Esistono poi delle versioni a pagamento a canone mensile, che offrono delle funzionalità aggiuntive e dei benefit come assicurazione viaggi e copertura attività quotidiane. Ma ti consigliamo di esplorare queste possibilità dopo aver sperimentato la versione gratuita.

N26 dichiara che sono necessari solo 8 minuti per completare la procedura e i passi necessari sono questi:

  1. Conferma la tua email

  2. Scarica l'app

  3. Verifica la tua identità

  4. Ricevi la carta di debito N26

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I dati richiesti sono quelli richiesti dalla normativa vigente, ed in particolare:

  • Dati personali (nome, cognome, email, data di nascita)

  • Numero di telefono cellulare

  • Residenza

  • Informazioni aggiuntive

  • Informazioni fiscali

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Conclusioni

Noi abbiamo fatto la carta di debito N26 già da diverso tempo e la utilizziamo normalmente per le nostre spese personali.

Nella vita quotidiana l'app N26 è davvero molto comoda e semplice da utilizzare, gli N26 Spaces sono insostituibili per mettere dei soldi da parte (ma averli comunque a disposizione immediatamente in caso di esigenze improvvise).

Per chi ha l'iPhone è molto comoda la possibilità di associarla al wallett di Apple Pay per i pagamenti cardless.

E, ovviamente, la potete utilizzare per il noleggio auto con carta di debito con Rent.it!

Test Drive della nuova Mazda MX-30 elettrica, le dimensioni contano!

Abbiamo provato la nuova Mazda MX-30, la prima vettura 100% elettrica della casa giapponese, caratterizzata da una batteria decisamente più piccola della media.

MX è la sigla con cui Mazda contraddistingue le sue auto più innovative. Fu usata per la prima volta nel 1985, per la MX-5, un’auto sportiva economica, segmento da cui il mercato di allora si era decisamente allontanato.

Oggi, il simbolo di avanguardia ritorna con la MX-30, la prima vettura Mazda 100% elettrica, che noi abbiamo messo alla prova in un test drive cittadino.

Record di richiami auto, la colpa è della tecnologia

La maggiore complessità delle automobili e il crescente numero di richiami sono causa di un’esponenziale crescita della spesa globale per interventi sui veicoli, cause legali e indennizzi. Lo conferma un recente studio Allianz Global Corporate & Specialty.

«Le automobili sono più complesse che mai, contando fino a 30mila parti diverse, e questa complessità aumenta i costi. In passato, si poteva semplicemente regolare o sostituire una parte. Oggi occorre invece ricalibrare la tecnologia e i sensori del veicolo in modo che la parte funzioni, spendendo potenzialmente di più della parte sostituita. Tutto ciò aumenta i costi di reclamo e richiamo dell’auto».


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Le parole di Daphne Ricken, Senior Laibility Underwriter di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), spiegano bene il perché oggi la spesa globale per gli interventi sui veicoli, così come quella legata a cause legali e indennizzi sia notevolmente aumentata. Così come evidenziato dall’ultima edizione dello studio AGCS.

Approfondisci: Le start up che rivoluzioneranno la mobilità del futuro

RICHIAMI AUTO, RECORD IN UE

In Europa, nel 2019, i richiami dei veicoli a motori sono stati 475, la cifra più alta dal 2010, con un aumento del +11% rispetto al 2018. Un inedito picco, con 158 procedure, pari al +75%, nel solo primo trimestre dell’anno. Il valore più alto nella storia di Safety Gate, il sistema di allarme Ue per i prodotti pericolosi non alimentari.


I richiami aumentano e aumentano anche i loro costi. Ne è un esempio la storia dell’airbag Takata, il più grande e complesso caso di richiamo nella storia dell’industria automobilistica. Secondo quanto riferito, Takata avrebbe provocato ferite a oltre 300 passeggeri e causato la morte di 209 persone. Il suo richiamo ha interessato quasi 70 milioni di auto in tutto il mondo, coinvolgendo 19 case dal 2002 al 2015, per un costo stimato che supera i 24 miliardi di dollari.

Vetture sempre più complesse

Le auto sono sempre più tecnologiche, dotate di strumenti come telecamere, sensori di manovra, navigatori GPS e Abs antibloccaggio. Strumenti che, assieme alle più recenti generazioni di Adas, accrescono la sicurezza e il comfort del conducente. E, allo stesso tempo, accrescono anche i costi dei reclami, delle tariffe di manodopera, della formazione specializzata dei riparatori nonché dei pezzi di ricambio.


Lo studio AGCS sottolinea infatti come il settore automobilistico sia caratterizzato da una diversificazione rara in altri settori. Vi sono fornitori che servono esclusivamente l’industria dell’auto e altri che producono parti utilizzate anche nelle automobili ma lavorano anche con attori esterni all’automotive, non vendendo direttamente al costruttore. «Questa complessità della catena di approvvigionamento – spiega la Ricken – rende la produzione automobilistica particolarmente esposta a cambiamenti o interruzioni».

Piano UE 2030: ACEA, oltre gli obiettivi servono le politiche

I costruttori auto europei guardano al piano Von der Leyen, il 2030 Climate Target Plan dagli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti: la sfida è massima e va accompagnata da politiche mirate

Deve fare di più l’Europa. Sulla materia ambientale, la riduzione dei gas serra all’interno dell’Unione, il discorso di Ursula Von der Leyen e la presentazione del 2030 Climate Target Plan ha portato alle prime reazioni dell’industria automobilistica.

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GLI OBIETTIVI DEL PIANO VERDE

Fare di più, in un numero, è passare dal prospettato taglio delle emissioni di gas climalteranti del 40% al 55%, farlo entro il 2030 e rispetto ai valori del 1990. Un’accelerazione di grandissima portata, mettere sul tavolo un 15% extra di riduzione degli inquinanti. Coinvolge la produzione industriale, energetica e, inevitabilmente, andrà a incidere ulteriormente sul settore dei trasporti.

L’INDUSTRIA AUTO EUROPEA PUNTUALIZZA

Dall’ACEA, l’associazione dei costruttori europei di automobili, le reazioni sono nelle parole del direttore generale Huitema. Allo stato attuale, relativamente alle emissioni di Co2, ai costruttori è chiesto uno sforzo che porti ad abbattere entro il 2030 i valori del 37,5% rispetto al dato medio rilevato nel 2021.

Leggi anche: Smart Mobility Report, dove cresce la mobilità elettrica in Italia?

L’obiettivo è sfidante ed esige investimenti sull’elettrificazione, un impegno che vede – spiega l’ACEA – già un’ampia fetta dei 60,9 miliardi di euro – budget destinato alla ricerca e sviluppo all’interno dell’industria auto europea – dirigersi sulla decarbonizzazione.

Approfondisci: Batterie, il problema delle materie prime

OBIETTIVI ASSISTITI DALLE POLITICHE EUROPEE

“E’ chiaro che la strategia della UE abbia bisogno di essere riesaminata e adattata periodicamente, per garantire che tutte le parti siano in linea nel centrare gli obiettivi. Comunque, il legislatore deve porre in essere non solo gli obiettivi ma anche le politiche richieste a supporto per tutte le tipologie di veicoli, senza le quali questi obiettivi semplicemente non sono raggiungibili”, spiega Huitema.


All’enunciazione degli obiettivi serve indicare le misure, gli strumenti per arrivare a un passaggio intermedio, quello del 2030, verso l’ambiziosa neutralità climatica 2050. Prospettare una riduzione del 55% contro l’iniziale 40% è, secondo gli esperti, la percentuale “minima” da attuare perché si proceda sulla giusta via.

“Riconosciamo il desiderio di essere un pioniere globale quando si tratta di azioni sul clima, però avremo bisogno di un cambiamento normativo senza precedenti per assicurare che vengano garantiti tutti i giusti fattori abilitanti. Fino a quando non avremo una visione più chiara sul quadro di politiche di accompagnamento e la valutazione dell’impatto, è difficile prevedere quale sia uno scenario realistico in termini di futuri obiettivi di emissioni di Co2”, puntualizza l’ACEA.

RICARICA, INCENTIVI ED ETS I TEMI CHIAVE


Politiche che dovrebbero comprendere i fattori “noti” per la diffusione della mobilità verde, a cominciare dalla capillarizzazione della rete di ricarica di auto elettriche, prevedendo obiettivi vincolanti per gli Stati membri. Un dato: all’incremento del 110% delle vendite di auto elettriche a batteria, dai 218 mila esemplari in Europa nel 2017 ai 459 mila veicoli nel 2019, è corrisposto appena un +58% di incremento dei punti di ricarica.

Leggi anche: Aziende e auto elettrica, cresce l’interesse

Altro fattore essenziale, prevedere schemi di incentivazione all’acquisto che siano sostenibili, per rendere le auto elettriche davvero accessibili. Resta, poi, il tema dei crediti sulle emissioni, il sistema ETS e lo scambio di quote di emissioni su inquinanti come la Co2, gli ossidi di azoto e i PFC (perfluorocarburi): per l’ACEA tutti i vettori energetici dovrebbero far parte di un più stringente sistema ETS.

Prospettive che si inseriscono in un quadro dell’industria auto colpita duramente dalla pandemia di coronavirus, in una fase già di massimo impegno sul piano degli investimenti sull’elettrificazione. Non meno fondamentale sarà la valutazione dell’impatto delle politiche energetiche così ambiziose sui posti di lavoro.

Fonte: https://www.fleetmagazine.com/piano-green-ue-2030-acea-oltre-gli-obiettivi-servono-le-politiche/

Jaguar F-Pace restyling, è tempo di ibrido plug-in e mild-hybrid

Verso il 2021 con un aggiornamento estetico e tecnologico, Jaguar F-Pace restyling introduce l'infotainment Pivi Pro e rinnova la gamma di motori benzina e diesel. L'ibrido plug-in fa 53 km in elettrico

Stile, anche. Contenuti sostanziali, soprattutto. Il restyling di Jaguar F-Pace si annuncia con novità importanti, introdotte al capitolo motorizzazioni e infotainment, elementi centrali nel rinnovamento di metà ciclo vitale affrontato dal suv medio. A quattro anni dalla presentazione, cambia marginalmente il design, soprattutto della griglia frontale, differenziata in base ad allestimento e motore, cambiano i fari a led – di scuola I-Pace (leggi come si comporta l’elettrico Jaguar) per le grafiche a J delle luci diurne e la lettura “a doppia chicane” delle luci posteriori- . Spazio anche per un cofano motore differente.

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JAGUAR F-PACE RESTYLING 2021

Incide, tuttavia, su altri aspetti, F-Pace 2021. Ed è l’elettrificazione a prendere la scena. Per le soluzioni mild-hybrid a 48 volt, abbinate tanto ai motori benzina turbo da 2 litri e il 3 litri sei cilindri, quanto ai turbodiesel. Si spinge più in là, verso l’efficienza massima di un termico elettrificato nella forma ibrida plug-in. La tecnologia in casa Jaguar-Land Rover ha prodotto applicazioni notevoli, dalla Range Rover (abbiamo guidato la P400e, ecco come va)  al prossimo Land Rover Defender, per dire di due modelli.

F-PACE IBRIDA PLUG-IN, LE CARATTERISTICHE

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Il sistema da 404 cavalli è realizzato dall’abbinamento tra motore turbo benzina 2 litri e l’elettrico da 105 kW (142 cv), con trazione quattro ruote motrici e cambio automatico 8 marce, sul quale si colloca la componente elettrica. Le emissioni di Co2 restano al di sotto dei 50 g/km, 49 g/km in dato dichiarato, dove in modalità elettrica a zero emissioni F-Pace ibrida plug-in percorre fino a 53 km, alimentato dalla batteria da 17,1 kWh.

Si dovrà attendere fino al prossimo anno per guidare il suv nella motorizzazione plug-in hybrid, con le consegne che sui vari mercati europei sono prospettate tra la primavera e l’autunno.

TEMPI DI RICARICA DI F-PACE IBRIDA

Andrà su strada con soluzioni di ricarica che spaziano dalla presa domestica a 230 volt fino alla ricarica rapida a corrente continua, dalla quale in 30 minuti si ha l’80% della carica complessiva (da postazioni a 32 kW). Non manca un Wallbox a corrente alternata, da 7 kW, per tempi di ricarica di un’ora e 40 minuti (0-80%), operazione gestibile ovviamente attraverso le soluzioni connesse e da remoto.

INFOTAINMENT, PIVI PRO SEMPRE CONNESSO

Insieme all’elettrificazione, l’infotainment e i servizi connessi sono il secondo grande ambito di evoluzione per Jaguar F-Pace restyling. Visivamente il racconto è in un display centrale da 11”4 pollici anziché da 10”, curato nei materiali – vetro curvo, alloggiamento in lega di magnesio – e nella funzionalità dell’interfaccia uomo-macchina: la configurazione dei menu fa sì che bastino due tocchi per accedere al 90% delle funzioni dall’utilizzo più frequente.

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Il Pivi Pro nasce intorno a un’architettura elettronica del veicolo diversa dal passato, contraddistinta da una connettività costante attraverso due SIM integrate (e due modem), tale da garantire l’aggiornamento del software – non solo le app, ma interi sistemi che gestiscono il veicolo – over-the-air. Un infotainment alimentato da una batteria dedicata, grazie alla quale l’attivazione è pressoché istantanea una volta all’interno del suv.

Leggi anche: Sguardo al futuro con il touchscreen… touchless

Sarà possibile abbinare contemporaneamente due smartphone via Bluetooth, ottenere i percorsi ottimali grazie alla navigazione connessa e scambio dati via cloud, controllare le funzioni del veicolo da smartphone (aggiornata anche l’Activity Key, il braccialetto per aprire l’auto, senza chiave – da lasciare all’interno superando il rischio di perderla -, ora è dotato di schermo e orologio integrato). Non mancano le interfacce Android Auto e Apple CarPlay, la sincronizzazione dei calendari con gli account Google o Microsoft.

INTERNI, ARIA PULITA SU JAGUAR F-PACE

Il tutto è inserito in un abitacolo curato nelle lavorazioni, nei rivestimenti in pelle e gli inserti in alluminio, insonorizzato meglio grazie al dispositivo di cancellazione attiva del rumore (opera emettendo dagli altoparlanti delle frequenze uguali ma di segno opposto a quelle che originano la rumorosità interna). Promette di respirare un’aria più pulita, F-Pace 2021, grazie al filtro del particolato PM2,5 e degli allergeni. Accanto all’infotainment da 11,4 pollici, lo schermo da 12,3 pollici del Driver Display propone una strumentazione digitale e personalizzabile, come personalizzabili sono le modalità di guida, dal JaguarDrive Control. Accorgimenti secondari, ma rilevanti in chiave comfort, hanno interessato l’ampliamento delle sedute sui sedili anteriori, completi di nuovi programmi massaggianti.

MOTORI MILD-HYBRID DI F-PACE RESTYLING

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Guidare F-Pace non sarà solo nella proposta plug-in hybrid. L’aggiornamento interessa pressoché tutte le motorizzazioni. L’offerta – da dettagliare successivamente nelle motorizzazioni che verranno proposte sul mercato italiano – prevede il turbo 2 litri diesel da 163 cavalli, mild-hybrid, da 6,2 lt/100 km di consumo dichiarato, per 163 g/km di Co2. Tassello successivo, il livello di potenza 204 cavalli, prima di passare al 3 litri sei cilindri in linea, mild-hybrid, da 300 cavalli: 7,4 lt/100 km il consumo, per 194 g/km di Co2 emessa.

Le unità turbo benzina vedono il 2.0 mild hybrid 250 cavalli già un motore vivace (7”3 sullo 0-100 km/h), che dichiara consumi di 9,3 lt/100 km e 209 g/km di Co2. Alza l’asticella della prestazione il 3 litri turbo – più il supporto del compressore elettrico, alimentato dalla rete del mild-hybrid, con riduzione del turbolag – da 340 cavalli e 400 cavalli (5”4 in accelerazione da 0 a 100 km/h).

Nell’aggiornamento del suv, anche gli Adas beneficiano di una nuova camera frontale e del Clear Exit Monitor: avvisa i passeggeri prima di scendere dell’auto nel caso in cui ci sia il rischio di incidente con veicoli o ciclisti che sopraggiungono.

Fonte: https://www.fleetmagazine.com/jaguar-f-pace-restyling-ibrido-plug-in/