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Come aggiudicarsi un’autovettura ex noleggio all’asta e fare un grande affare

Interessante novità nell’ambito del noleggio a lungo termine e della possibilità di acquistare auto a fine utilizzo a prezzi davvero interessanti. Ecco come aggiudicarsi un’autovettura ex noleggio all’asta e fare un grande affare in un settore dalle grandi opportunità. Tradizionalmente gli ultimi giorni dell’anno sono sempre stati forieri di occasioni nell’ambito della compravendita delle auto.

Complici anche i tanti veicoli già immatricolati che le concessionarie devono piazzare entro il 31 dicembre per gli accordi commerciali con le case madri. Qui, però è diverso, e, vediamo come fare un buon affare con auto comunque selezionate, in questo articolo dei nostri Esperti.

FCA Bank e Leasys

La notizia arriva da Leasys una delle più note marche di noleggio, facente parte del gruppo FCA. Esperta nel noleggio a lungo termine e nei leasing del settore, Leasys garantisce adesso l’opportunità di acquistare auto ex noleggio al termine dei loro contratti specifici. L’acquisto avverrà con le aste on line, comodamente utilizzabili dal nostro smartphone e dal nostro pc. Auto selezionate, di un certo tenore, comunque coperte da una garanzia di ben 2 anni.

Come collegarsi

Ecco come aggiudicarsi un’autovettura ex noleggio all’asta e fare un grande affare, semplicemente entrando sul sito Clickar.com e scaricando la app. questa la procedura semplificata:

  • scaricare la app;

  • cliccare “aste online/privati”;

  • entrare nella vetrina e visionare le auto disponibili;

  • registriamoci gratuitamente;

  • partecipiamo all’asta e aggiudichiamoci la vettura che preferiamo;

  • ricordiamo che, come per le tradizionali aste che si tengono di persona, il miglior offerente porta a casa il bene.

Possibilità anche di finanziamento

Trattandosi giustamente del gruppo FCA, in caso di acquisto, avremo la possibilità di finanziare il mezzo e, una volta pagato, ritirarlo al concessionario di zona a noi più vicino. Ricordiamo che acquistare una vettura ex noleggio può rappresentare il modo di risparmiare davvero delle belle cifre, rischiando di portare a casa vetture altrimenti irraggiungibili. Nei suoi primi giorni, il sito ha visto collegarsi migliaia di curiosi, ma anche di acquirenti. Se viaggiamo spesso, non perdiamo l’occasione di seguire i consigli dei nostri Esperti nell’articolo che segue.

Fonte: https://www.proiezionidiborsa.it/come-aggiudicarsi-unautovettura-ex-noleggio-allasta-e-fare-un-grande-affare/

Auto aziendali, «km 0», ex noleggio Tutti i trucchi per risparmiare

Incentivi a parte, esistono altri modi per limitare al massimo la spesa, con la garanzia di un concessionario. Ecco quello che bisogna sapere

di Renato Dainotto

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Le «km 0»

Sono proposte molto ribassate rispetto al prezzo da nuove: in genere il 30% in meno, ma si può arrivare al 50. Dipende dalle condizioni del veicolo. Per raggiungere gli obiettivi di vendita concordati con la casa madre, l’imprenditore-concessionario può avere interesse a acquistare - intestandole a se stesso - un certo numero di auto, per poi rivenderle, scontate, più facilmente. La casa madre, da parte sua, vede nelle «km 0» un efficace (anche se non encomiabile) sistema per svuotare i piazzali e mantenere la quota di mercato. Dal punto di vista consumatore, comunque, è un’opportunità, perché ci si porta a casa un’auto nuova che non ha mai lasciato il salone (per questo si parla di «km 0»), ma la si paga come usata. L’offerta di auto a «km 0» di solito aumenta negli ultimi del mese. Lo «sconto» dipende da molti fattori. Prima di tutto, da quanto il concessionario ha pagato l’auto: quanto più è interessata liberarsi delle auto prodotte, tanto più la casa madre applicherà dei prezzi allettanti. Dipende da quanto il concessionario riesce a recuperare dell’Iva. Infine dipende da quanto tempo l’auto ha passato, «invecchiando», in giacenza. Insomma: le vetture più richieste hanno meno sconto, mentre quelle meno richieste (o che sono state appena rimpiazzate in listino da un nuovo modello) sono più scontate.

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Non è detto che le «km 0» abbiamo sul contachilometri il numero «0». Per rientrare nella categoria è concessa una certa elasticità. Quando piccolo spostamento l’auto può averlo avuto: magari per trasferirsi da una sede all’altra del concessionario. Mai più di 100 km, comunque. Attenzione anche al libretto, che deve riportare un solo precedente proprietario, il concessionario stesso: il nuovo acquirente sarà così il secondo proprietario. Importanti sono il giorno, il mese e l’anno della prima immatricolazione: corrispondono alla data da cui parte la garanzia del costruttore. Se l’auto ha 24 mesi di garanzia, ma da quando il concessionario se l’è comprata per metterla sul piazzale col cartello «km 0» ne sono passati 20, vuol dire che rimangono solo 4 mesi di copertura della casa. Il concessionario, allora, dovrebbe aggiunge una sua copertura assicurativa, in modo da arrivare ad almeno 12 mesi.

Altri svantaggi? Le «km 0» non si possono personalizzare come fossero auto nuove, sono quelle che vedete, colore e accessori compresi. Se siete un automobilista che cambia vettura ogni anno, quando la rivenderete pagherete un po’ di svalutazione; ma se terrete l’auto a lungo, diciamo più di tre anni, il problema non esiste. raccomandazione finale: controllate bene l’auto, soprattutto prima del ritiro. Carrozzeria o interni non devono presentare danni. Nel caso, chiedete il ripristino o un ulteriore sconto.


Le auto aziendali

Sono vetture di proprietà della concessionaria (come le «km 0») o della finanziaria del marchio. Hanno un’età variabile da pochi mesi a, per la maggior parte, un anno. Sono state usate e possono avere chilometraggi rilevanti: persino oltre 30mila km. Lo sconto sul prezzo di listino varia tra il 20 e il 30%, secondo le condizioni della vettura. In genere si tratta di auto usate dai concessionari: per le prove dei clienti, come vettura di cortesia, come benefit dei dipendenti. Quindi possono aver conosciuto un solo guidatore o molti guidatori. In compenso, il concessionario le ripristina alla perfezione prima di metterle in vendita come «usate». C’è un altro vantaggio economico: è possibile portarsi un’auto molto accessoriata (perché doveva fare la migliore pubblicità al marchio) al prezzo di un buon usato. Il concessionario serio aggiunge una sua copertura alla garanzia residua. Anche in questo caso sul libretto il cliente risulterà il secondo proprietario.


Le ex noleggio

Chi vuole spendere poco dovrebbe considerare anche le auto dismesse dagli autonoleggi al termine del loro regolare servizio. Quelle utilizzate per il noleggio a «breve termine» avranno circa un anno, mentre quelle impiegate a «lungo termine» avranno, in genere, non meno di tre anni. Le prime provengono dai noleggiatori turistici, quelli da aeroporto e stazione e vengono usate da molti clienti. Possono anche essere state maltrattate, ma di solito il noleggiatore le ripara prima della vendita. Per queste vetture alcuni brand del noleggio hanno delle strutture dedicate (di solito si trovano presso gli aeroporti più grandi) e nei loro siti web danno tutte le informazioni, con una «vetrina» degli esemplari in vendita. Lo sconto varia tra il 20 e il 30%.

Le auto del noleggio a lungo termine sono di solito usate da dipendenti di una società come benefit. Dopo tre anni le vetture hanno circa 80-90mila km, ma sono ancora «fresche». Alcuni noleggiatori hanno programmi per il ripristino e la rivendita in strutture dedicate. Basta una ricerca sul web per trovare le informazioni. Alcuni offrono anche una garanzia di almeno un anno. Il prezzo è interessante, perché può arrivare al 50% del valore del nuovo. Attenzione alle dotazioni di serie: i noleggiatori spesso scelgono allestimenti anomali, messi a punto dai costruttori sul fabbisogno dell’azienda. Possono essere molto accessoriate, ma possono anche essere fin troppo essenziali.


Mobilità post Covid-19: l’auto torna protagonista

di Maria Francesca Moro

I risultati del sondaggio Aretè sulle abitudini post Coronavirus in tema mobilità: gli italiani tornano a prediligere l’auto personale e sposano le videochiamate con i venditori.

Aretè, l’azienda di consulenza strategica fondata da Massimo Ghenzer, ha indagato come l’emergenza Coronavirus abbia modificato le abitudini degli italiani in tema mobilità.  Identificando così le nuove modalità di acquisto delle vetture, le aspettative nel post-vendita e i nuovi processi on-line.

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I risultati del sondaggio di Aretè dimostrano come il comportamento degli acquirenti di automobili sia cambiato in pochissimo tempo. Oggi, chi cerca un’auto nuova desidera avviare trattative attraverso strumenti audio video, soprattutto WhatApp e Skype, da utilizzare in casa, anche nel weekend.

NASCE IL SALONE DIGITALE

Stando ai risultati della ricerca, l’82% dei clienti vorrebbe configurare l’auto in modo digitale, condividendo lo schermo col venditore (scopri le nuove strategie dei concessionari). 7 acquirenti su 10 gradirebbero inoltre ricevere schede tecniche e video delle prove su strada, dichiarandosi disposti all’acquisto dell’auto online.

Per quel che riguarda il post-vendita, il servizio più cercato è la sanificazione certificata post-intervento, oltre alla presenza di guanti e disinfettanti mani in salone e officina. Considerato indispensabile anche il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro.

Approfondisci: Come il post vendita sta affrontando il coronavirus

IL RITORNO DELL’AUTO PERSONALE

Non solo l’acquisto, anche l’utilizzo dell’automobile sembra essere cambiato per via del diffondersi dell’epidemia. A lockdown concluso, oltre il 70% degli intervistati è intenzionato ad utilizzare la propria vettura per gli spostamenti.

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Cambia radicalmente l’approccio alla vendita e l’utilizzo dell’auto. Sempre più persone si sposteranno con la propria auto e saranno disposti a perfezionare l’acquisto in videoconferenza con il venditore”, ha spiegato Massimo Ghenzer, presidente di Aretè.

INDICE DEI CONTENUTI


AUTO, COME FUNZIONANO LE VENDITE FORZATE PER EVITARE LE MULTE UE

Le immatricolazioni in Italia nel 2019 si attestano a quota 39,6 miliardi (a livello del 2018) solo grazie alla spinta di Case e concessionari per evitare le multe Ue

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C’è del fuoco sotto la cenere di un mercato auto che chiude in pareggio a 39,6 miliardi netti di euro, stando alle prime elaborazioni del Centro Studi Fleet&Mobility. I privati hanno speso 21,4 miliardi, come l’anno precedente, ma in realtà la loro domanda di auto è diminuita, visto che l’offerta di km0 rispetto al 2018 si è contratta e dunque chi voleva un’auto doveva più spesso acquistarla nuova anziché già targata. A domanda costante, le immatricolazioni sarebbero aumentate, invece di restare stabili. Nell’altra metà del mercato, le società hanno speso 8,3 miliardi in calo del 6%, mentre il noleggio ha sborsato quasi dieci miliardi, in crescita del 6%.

Ma è stato solo grazie a 800 milioni di euro di forzature (km0 e stock) delle case negli ultimi due mesi che il mercato è riuscito a chiudere in pareggio.

I concessionari, che sono anche il canale più facile da governare, hanno messo sul piatto 450 milioni di euro per auto-immatricolare nel bimestre novembre-dicembre 20.000 unità di km0 in più rispetto allo stesso periodo 2018.

I noleggiatori hanno pure messo mano al portafoglio per 360 milioni, con cui hanno targato 17.000 vetture in più negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2018. Sia quelli di emanazione bancaria sia quelli captive che obbediscono a un costruttore hanno cominciato negli ultimi anni a tenere un magazzino, ossia a comprare non solo su ordine del cliente ma anche per lo stock.

Per evitare sottovalutazioni del fenomeno, chiariamo che 800 milioni sono il 2% dell’intero mercato 2019 e sono stati ottenuti in soli 2 (due) mesi e in due canali. Premesso che nel mercato ognuno è libero di vendere le proprie auto a chiunque voglia immatricolarle, va detto che queste forzature non nascono dal mercato, nel senso di obiettivi e strategie degli operatori. Queste anomalie, alle quali dovremo abituarci, sono causate da interventi esogeni, da parte del regolatore, che alterano le dinamiche sane.

Innanzitutto, ci sono le multe dell’UE che incombono sulle immatricolazioni 2020. Per ridurle, i costruttori hanno provveduto, chi più chi meno, ad anticipare le immatricolazioni delle vetture più penalizzate. Inoltre, l’aumento della tassazione sulle auto aziendali, nella versione che colpisce solo chi la cambia nel 2020, ha consigliato di anticipare le immatricolazioni al 2019.

Ma il regolatore interviene, si dirà, per orientare il mercato verso motori a basse emissioni di CO2. Allora sappia, il regolatore e chiunque fosse davvero interessato all’ambiente, che la sconsiderata fuga dal diesel nel frattempo ha causato un peggioramento delle emissioni medie per macchina venduta nel 2019, da 115 a 119 gr/km di CO2. Che sia giunto il momento di fare le persone serie e darci un taglio?

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 5 gennaio 2020, a firma di Pier Luigi del Viscovo


Detrazione IVA ridotta per le auto fino al 2022

Nella riunione del 5 dicembre 2019 l’Ecofin ha adottato la decisione di esecuzione n. 2019/2138, che autorizza il Governo italiano a prorogare, sino al 31 dicembre 2022, la detrazione dell’IVA nella misura ridotta del 40% per le autovetture utilizzate nell’ambito dell’attività aziendale o professionale. La detrazione forfetaria si applica ai veicoli stradali a motore utilizzati per finalità sia imprenditoriali/professionali che private, non solo se acquistati ma anche se acquisiti in locazione, anche finanziaria, e noleggio. Nella stessa misura del 40%, risulta detraibile l’IVA relativa alle spese di gestione, manutenzione e transito stradale.

A seguito della sentenza “Stradasfalti”, resa dalla Corte di giustizia nella causa C-228/05 del 14 settembre 2006, la previsione di indetraibilità oggettiva dell’art. 19-bis1, comma 1, lettera c), del D.P.R. n. 633/1972 è stata modificata, disponendo che l’IVA relativa all’acquisto o all’importazione di veicoli stradali a motore che non formano oggetto dell’attività propria dell’impresa, nonché all’acquisizione di beni e servizi ad essi correlati, non è ammessa in detrazione, salvo che per gli agenti o rappresentanti di commercio, a decorrere dalla pubblicazione nella GUUE dell’autorizzazione con la quale il Consiglio europeo riconosce all’Italia la possibilità di stabilire una misura ridotta della percentuale di detrazione dell’imposta, senza prova contraria.

Il Consiglio, con la decisione n. 2007/441/CE, ha autorizzato l’Italia a predeterminare, nella misura del 40%, la quota dell’IVA detraibile sulle autovetture utilizzate nell’ambito dell’attività aziendale o professionale, sicché la legge n. 244/2007 (Finanziaria 2008) ha modificato la lettera c) dell’art. 19-bis1 del D.P.R. n. 633/1972 al fine di allinearla al contenuto della decisione comunitaria.

È stato espressamente previsto che, dal 28 giugno 2007, i limiti alla detraibilità si riferiscono ai “veicoli stradali a motore”, vale a dire a tutti i veicoli a motore, diversi dai trattori agricoli o forestali, normalmente adibiti al trasporto stradale di persone o beni la cui massa massima autorizzata non supera 3.500 kg e il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, non è superiore a otto. Peraltro, dall’ambito applicativo della “nuova” disciplina sono espressamente esclusi i motocicli di cilindrata superiore a 350 centimetri cubici.

Proroghe successive

L’autorizzazione comunitaria, originariamente concessa sino al 31 dicembre 2010, è stata via via prorogata:

- sino al 31 dicembre 2013, dalla decisione n. 2010/748/UE;

- sino al 31 dicembre 2016, dalla decisione n. 2013/679/UE;

- sino al 31 dicembre 2019, dalla decisione n. 2016/1982/UE.

Le ragioni dell’ulteriore proroga al 31 dicembre 2022, concessa da ultimo al Governo italiano, sono esposte nel considerando n. 5 alla decisione n. 2019/2138 adottata dal Consiglio europeo il 5 dicembre 2019, in cui si dà atto che:

“Based on the information currently available, Italy maintains that a rate of 40% is still justified. Italy also maintains that suspending the requirement to account for VAT on the private use of a motor vehicle subject to that 40% limit is still necessary to ensure that the measure is complete and consistent. According to Italy, this would prevent double taxation. Italy also maintains that those derogating measures are justified by the need to simplify the procedure for collecting VAT and to prevent tax evasion resulting from incorrect record-keeping and false tax declarations”.

Ambito applicativo della detrazione ridotta

Si ricorda, infine, che, ai sensi dell’art. 19-bis1, comma 1, lettera d), del D.P.R. n. 633/1972, il limite di detrazione del 40% si applica anche per i contratti di locazione, anche finanziaria, e noleggio dei veicoli stradali a motore, nonché per le spese di gestione, manutenzione e transito stradale; per l’acquisto di carburanti e lubrificanti, la detrazione presuppone anche l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, come previsto dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 73203/2018.

Per i veicoli stradali a motore utilizzati esclusivamente nell’esercizio dell’attività economica l’IVA è detraibile in misura integrale, sempreché non sussistano limitazioni derivanti dall’effettuazione, a valle, di operazioni esenti o non soggette ad imposta.

Si considerano utilizzati esclusivamente nell’esercizio dell’impresa - oltre ai veicoli che formano parte dei beni strumentali, quelli utilizzati dalle scuole guida oppure destinati a noleggio o leasing, ovvero usati da rappresentanti di commercio o come taxi - anche i veicoli stradali a motore acquistati dal datore di lavoro o acquisiti in base a contratti di noleggio o locazione, anche finanziaria, e successivamente messi a disposizione del personale dipendente a fronte di uno specifico corrispettivo, che integra un’operazione imponibile ai sensi dell’art. 24 della direttiva n. 2006/112/CE.

Se il corrispettivo specifico è inferiore al “valore normale”, la base imponibile è commisurata al fringe benefit ai fini IRPEF, comprensivo delle somme eventualmente trattenute al dipendente e al netto dell’IVA nello stesso importo inclusa.

Per i veicoli concessi in benefit a titolo gratuito, la detrazione è, invece, ammessa nella misura ridotta del 40%, al pari dei veicoli che l’esercente attività d’impresa, arte o professione utilizza esclusivamente per fini privati. In questa ipotesi, l’art. 3, comma 6, lettera a), D.P.R. n. 633/1972 dispone che, per il datore di lavoro, non si applicano le regole in materia di autoconsumo e, quindi, la messa a disposizione è esclusa da IVA.


Fonte: IPSOA