Automotive

ALD AUTOMOTIVE ITALIA A TUTTO CAMPO, DAL PAY PER USE AL CAR SHARING AZIENDALE

Ald-Automotive-italia.png

Ald Automotive Italia guarda al 2020 con la mission di offrire prodotti sartoriali alle imprese. «Prodotti ritagliati sulle esigenze di mobilità più diverse, nel segno della flessibilità e dell’innovazione», spiega la divisione del gruppo Société Genéralé dedicata ai servizi di noleggio a lungo termine e fleet management. Oggi annovera 300 centri a marchio Ald e 8000 officine convenzionate nel Belpaese.

«Spingeremo tanto il prodotto nuovo, quanto l’usato di Ald 2Life, ma allo stesso modo le offerte personalizzate e convenienti per i dipendenti delle società che già oggi sono clienti del gruppo», aggiunge una nota. Vediamo quali.

IL 2019 DI ALD AUTOMOTIVE ITALIA, LA NOVITÀ POPGO

Dal pay per use al car sharing aziendale, l’offerta di Ald automotive Italia poggia su un portafoglio rinnovato nel corso del 2019.

La novità è stata Ald Popgo. Unservizio che consente a chi ha un’ auto a noleggio a lungo termine di metterla in condivisione. Si può “guadagnare” fino al 70% del viaggio, abbattendo la propria rata mensile. Ciò è possibile grazie ad una tecnologia installata sull’auto.

Spiega la società: «Dopo la grande campagna di lancio che ha interessato la città di Roma all’insegna dello slogan “Cercasi scambisti” e la nascita di Popmove, il primo social mobility network, una piattaforma online attraverso cui è possibile condividere la propria auto quando non la si usa e trovarne una quando se ne ha bisogno, siamo passati alla seconda fase di questa piccola, grande rivoluzione della mobilità».

SUCCESSO A ROMA: DONNE E UNDER 30 AMANO LE AUTO DI LUSSO

Nella capitale, in pochi mesi l’occupazione media della flotta è arrivata a superare il 70% giornaliero, mentre 33mila utenti hanno scaricato l’app. L’età media dell’utilizzatore è stata di 39 anni, ma con una grande partecipazione anche da parte delle fasce più giovani e con un’alta percentuale di donne.

Un elemento di curiosità è l’attenzione registrata dagli under 30 verso le auto di lusso, come Jaguar e Bmw.«A testimonianza che l’automobile mantiene un forte appeal anche come status symbol».

ALD AUTOMOTIVE ITALIA PROMUOVE IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE PER TUTTI

L’obiettivo di Ald Automotive Italia è proseguire quel percorso che punta al superamento dell’idea che il noleggio sia una formula per sua natura adatta soltanto alle aziende.

«Il primo passo di questo cammino è stato Ricaricar, una soluzione di mobilità totalmente pay per drive, con una tariffa collegata ai chilometri realmente percorsi». Poi è stata la volta di Ald Permuta, la permuta di auto usate, e di Ald 2Life, il noleggio di auto usate con soluzioni per budget più ridotti e la garanzia di veicoli revisionati.

Non manca una gamma di servizi con accento sulla sostenibilità ambientale. Ald Green è per chi cerca un veicolo 100% elettrico con canone tutto incluso.

«Senza dimenticare che Ald è infatti l’unica società di noleggio a lungo termine impegnata anche nel settore delle due ruote con tutti i top brand presenti e contratti per aziende, privati o partite Iva». Si chiama 2Wheels.

ALD CARSHARING PER I DIPENDENTI AZIENDALI CON L’AUTO IN CONDIVISIONE

Infine, l’ultimo servizio che Ald Automotive Italia spingerà nel 2020 è  Ald Carsharing. Si tratta di una proposta rivolta all’utilizzo dell’auto aziendale per uso promiscuo. «Il dipendente può utilizzare il veicolo anche per i propri spostamenti privati riportandolo al punto di partenza», conclude il noleggiatore.

La piattaforma di corporate car sharing per le aziende si sta espandendo in 3 nuovi Paesi in Europa: Francia, Olanda e Spagna. E’ già operativa in Danimarca, Germania e Italia.

Il driver agisce attraverso un’app che consente di prenotare e avere accesso al veicolo in modalità keyless. Il tutto gestito da una dashboard digitale in house che controlla una flotta di veicoli a noleggio lungo termine in modalità full service.

Ogni veicolo è equipaggiato con una “On Board Unit” per il monitoraggio in tempo reale dei fleet manager. Con l’introduzione di veicoli elettrici in flotta rappresenterà la soluzione per alleviare l’ansia da ricarica. Un compito che la telematica risolverà, informando puntualmente del fabbisogno.

Approfondisci qui su Select, brand lanciato l’anno scorso da Ald.


Fonte: MissionOnline

Car sharing, continua la crescita di Auting

In appena tre anni la start up bolognese ha raggiunto quota 14.000 utenti e 1.900 vetture. E ora parte la collaborazione con Telepass

car_sharing.jpg

[Rassegna stampa] Era il 2017 quando a Bologna venne avviato il servizio Auting, dedicato al car sharing tra privati cittadini. Ad oggi, quindi in appena tre anni, il numero delle auto disponibili è salito a 1.900, tutte a disposizione dei 14.000 utenti iscritti. L’ultimo passo di crescita è rappresentato dalla vittoria di Auting del concorso sulla mobilità sostenibile indetto da Telepass.

Il servizio è nato nel 2017, ma a dare forza al progetto ha contribuito l’ingresso di Reale Mutua nel capitale della start up fondata a Bologna. Il gruppo assicurativo nel 2018 ha comprato una quota del 19,9% per circa 200 mila euro, valorizzando così l’intera società 1 milione di euro. Reale Mutua, tra l’altro, ha fornito al servizio di Auting un pacchetto assicurativo, incluso nella tariffa di noleggio, che tutela sia il guidatore sia il proprietario dell’auto. I dati segnalano che il noleggio medio ha una durata di 3,5 giorni, con un importo medio della transazione tra chi mette in affitto la propria auto e chi decide di utilizzarla pari a 120 euro. I numeri in crescita e le caratteristiche del servizio hanno consentito ad Auting di aggiudicarsi il concorso di idee sulla mobilità sostenibile promosso da Telepass. Il progetto di condivisione e noleggio di auto tra privati ha avuto la meglio su un totale di 50 proposte, una vittoria che consentirà ad Auting (è previsto anche un premio in denaro di 10 mila euro) di partecipare a un processo di integrazione con la piattaforma digitale di Telepass Pay. In pratica, il noleggio di un’auto tramite Auting potrà essere pagato usando direttamente il servizio app Telepass Pay (a oggi sono 6 milioni i clienti). «Stiamo costruendo una delle principali piattaforme dedicate ai servizi di mobilità — osserva Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass — e ragioniamo con una logica inclusiva, a vantaggio dei nostri clienti. Negli ultimi anni Telepass, da sistema di telepedaggio, è diventata una piattaforma di pagamenti digitali dedicata all’universo dei servizi di mobilità. La vittoria di Auting in questa direzione». […]

Andrea Ducci, Il Corriere della Sera


Allarme smog in Nord Italia: tutte le limitazioni del traffico

di Marina Marzulli

Come ogni inverno, dopo giorni di bel tempo si alzano le polveri sottili. Per limitare i danni si ricorre alle limitazioni del traffico, in tutto il Nord Italia.

Cielo terso ma ingannatore: il bel tempo durante tutte le festività natalizie, l’assenza di vento e i riscaldamenti accesi hanno peggiorato ulteriormente la qualità dell’aria nel Nord Italia.

Smog-Pianura-Padana-578x300.jpg

La Pianura Padana è il grande malato d’Europa: qui gli standard dei tre principali inquinanti dell’aria (polveri sottili, biossido di azoto e ozono) sono sistematicamente superati. Questo mette a rischio la salute di 3,7 milioni di persone.

Leggi anche: In Nord Italia l’aria peggiore d’Europa

LE LIMITAZIONI DEL TRAFFICO

L’emergenza smog non è altro che il riacutizzarsi di un problema sempre presente, che tutti gli inverni si ripropone. Per questo sono già scattati i primi blocchi del traffico del 2020 a Milano, Torino, Venezia e altre città del Nord Italia.

Milano e Lombardia

A Milano c’è un superamento delle polveri sottili dallo scorso 27 dicembre, sono così entrate in vigore le misure di primo livello. Stop dalle 8.30 alle 18.30 ai diesel fino agli Euro 4 da lunedì a domenica. Gli Euro 0, 1, 2 e 3 non possono circolare dal lunedì al venerdì nemmeno dalle 7.30 alle 8.30 e dalle 18.30 alle 19.30.

inquinamento-milano-smog-604x300.jpg

Leggi anche: Con Area B a Milano calano del 13% i passaggi delle auto più inquinanti

In gran parte del Nord Italia l’allerta smog resta alta con blocchi e limitazioni confermati a Milano, Como, Cremona, Lodi e Mantova. Revocate, invece,  le limitazioni al traffico a Bergamo, Monza, Pavia, dato che è diminuito il valore di Pm 10 nel corso degli ultimi giorni.

Torino

Le limitazioni a Torino limitazioni del traffico più inquinante passano al livello emergenziale rosso. Stop dei veicoli Euro 0 (anche metano e Gpl) e dei diesel Euro 1 dalle 00 alle 24 per tutti i giorni. I diesel Euro 2 ed Euro 3 per trasporto persone dovranno stare fermi dalle 8 alle 19, così come i diesel Euro 4 e 5, immatricolati prima del primo gennaio 2013. Il blocco dei veicoli Euro 5 scatta da mercoledì 8 a giovedì 9 gennaio 2020.

Venezia

Persino a  Venezia si è raggiunto – ieri 7 gennaio –  il livello 1 “Arancio”, dato dal superamento per quattro giorni consecutivi del valore limite consentito per il pm10 di 50 microgrammi/m3. Quindi entrano in vigore il divieto di  circolazione per tutti i giorni della settimana, compresi sabato e domenica, dalle ore 8.30 alle ore 18.30 di ciclomotori e motocicli Euro 0 a due tempi, di autovetture ad uso proprio alimentate a benzina Euro 0 e 1 e diesel Euro 0, 1, 2, 3 e 4 e dei veicoli commerciali N1, N2, N3 alimentati a diesel Euro 1, 2 e 3.

INDICE DEI CONTENUTI


Fonte: FleetMagazine

AUTO, COME FUNZIONANO LE VENDITE FORZATE PER EVITARE LE MULTE UE

Le immatricolazioni in Italia nel 2019 si attestano a quota 39,6 miliardi (a livello del 2018) solo grazie alla spinta di Case e concessionari per evitare le multe Ue

smart2.jpg

C’è del fuoco sotto la cenere di un mercato auto che chiude in pareggio a 39,6 miliardi netti di euro, stando alle prime elaborazioni del Centro Studi Fleet&Mobility. I privati hanno speso 21,4 miliardi, come l’anno precedente, ma in realtà la loro domanda di auto è diminuita, visto che l’offerta di km0 rispetto al 2018 si è contratta e dunque chi voleva un’auto doveva più spesso acquistarla nuova anziché già targata. A domanda costante, le immatricolazioni sarebbero aumentate, invece di restare stabili. Nell’altra metà del mercato, le società hanno speso 8,3 miliardi in calo del 6%, mentre il noleggio ha sborsato quasi dieci miliardi, in crescita del 6%.

Ma è stato solo grazie a 800 milioni di euro di forzature (km0 e stock) delle case negli ultimi due mesi che il mercato è riuscito a chiudere in pareggio.

I concessionari, che sono anche il canale più facile da governare, hanno messo sul piatto 450 milioni di euro per auto-immatricolare nel bimestre novembre-dicembre 20.000 unità di km0 in più rispetto allo stesso periodo 2018.

I noleggiatori hanno pure messo mano al portafoglio per 360 milioni, con cui hanno targato 17.000 vetture in più negli ultimi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2018. Sia quelli di emanazione bancaria sia quelli captive che obbediscono a un costruttore hanno cominciato negli ultimi anni a tenere un magazzino, ossia a comprare non solo su ordine del cliente ma anche per lo stock.

Per evitare sottovalutazioni del fenomeno, chiariamo che 800 milioni sono il 2% dell’intero mercato 2019 e sono stati ottenuti in soli 2 (due) mesi e in due canali. Premesso che nel mercato ognuno è libero di vendere le proprie auto a chiunque voglia immatricolarle, va detto che queste forzature non nascono dal mercato, nel senso di obiettivi e strategie degli operatori. Queste anomalie, alle quali dovremo abituarci, sono causate da interventi esogeni, da parte del regolatore, che alterano le dinamiche sane.

Innanzitutto, ci sono le multe dell’UE che incombono sulle immatricolazioni 2020. Per ridurle, i costruttori hanno provveduto, chi più chi meno, ad anticipare le immatricolazioni delle vetture più penalizzate. Inoltre, l’aumento della tassazione sulle auto aziendali, nella versione che colpisce solo chi la cambia nel 2020, ha consigliato di anticipare le immatricolazioni al 2019.

Ma il regolatore interviene, si dirà, per orientare il mercato verso motori a basse emissioni di CO2. Allora sappia, il regolatore e chiunque fosse davvero interessato all’ambiente, che la sconsiderata fuga dal diesel nel frattempo ha causato un peggioramento delle emissioni medie per macchina venduta nel 2019, da 115 a 119 gr/km di CO2. Che sia giunto il momento di fare le persone serie e darci un taglio?

Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 5 gennaio 2020, a firma di Pier Luigi del Viscovo


I limiti legislativi delle auto a guida autonoma

di Marina Marzulli

Le driverless car pongono una sfida non solo tecnica, ma legislativa. Le Case auto saranno responsabili degli ipotetici danni causati dalle auto a guida autonoma? Un dubbio filosofico che potrebbe diventare molto concreto nel prossimo decennio.

L’auto a guida autonoma? Dovrà comunque avere un pilota. I limiti non sono tanto tecnologici, ma legislativi. L’auto che si guida da sola è un tema ancora avveniristico, tanto che in Italia non esiste ancora una legislazione specifica sull’argomento.

Guida-autonoma-sondaggio.jpg

I REQUISITI PER LA GUIDA AUTONOMA

Le self driving car sono auto che non necessitano di essere guidate da una persona fisica. I livelli di guida autonoma sono 5 e, a partire dal livello 3, il guidatore non è più tenuto ad assumere in modo permanente il controllo della vettura e può quindi svolgere ulteriori attività a bordo.

Leggi anche: I livelli della guida autonoma: ecco cosa indicano

Le auto più sofisticate che vediamo sulle nostre strade sono di livello 2, cioè a guida parzialmente automatizzata, ciò significa che l’automobilista può affidare al sistema il controllo dell’auto in determinate situazioni, ma deve rimanere sempre attento e subentrare in caso di bisogno. Nel prossimo decennio, però, dovrebbero fare il loro ingresso sul mercato vetture di livello 3 e 4.

Robotica-Auto-a-guida-autonoma-.jpg

Per potere apprezzare la guida automatizzata- ad esempio lasciando il controllo al sistema quando l’auto è in colonna – bisogna, in ogni caso, disporre di infrastrutture adeguate. In generale, per funzionare, la guida assistita e la guida autonoma hanno bisogno di potere leggere agevolmente la segnaletica orizzontale e verticale. Pensiamo al semplice lane assist, che avvisa il conducente distratto del superamento della linea che delimita la propria corsia di marcia: è necessario che le linee sulla carreggiata siano sempre ben tracciate.

IN ITALIA

In Italia adesso non è ancora in vigore alcuna disciplina di legge sulle auto a guida autonoma. È prematuro parlare di vuoto normativo perché le auto a guida autonoma di fatto non esistono ancora.

Leggi anche: Cosa pensano gli automobilisti della guida autonoma? Gli italiani sono fra i più ottimisti

Per prepararsi al prossimo futuro, però, nel 2019 il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha dato il via libera alle sperimentazioni su strada. Quindi anche sulle strade pubbliche italiane è possibile effettuare i test sulla driverless car. Le domande di sperimentazione vengono analizzate dall’Osservatorio e dalla Direzione Generale Motorizzazione.  L’Osservatorio per le Smart Road del dicastero è stato istituito nel giugno 2018 con il compito di garantire sia il coordinamento nazionale tra le diverse iniziative locali  sia la promozione di studi sulla guida autonoma.

shuttle-guida-autonoma-Bosch.jpg

NELL’UNIONE EUROPEA

Nell’Unione Europea la Germania è stata la prima nazione, tre anni fa, ad introdurre una disciplina di legge per regolamentare le auto a guida autonoma, istituendo anche una commissione che ha varato le prime linee guida per le auto senza pilota. Dal punto di vista legale, è previsto che ogni auto a guida autonoma debba avere una scatola nera che registri le criticità del veicolo.

IN USA

La California è uno degli Stati dove la sperimentazione sulla guida autonoma è a livello più alto: oltre 15 brand stanno provando prototipi di vario genere. Quindi, si è trovata più volte a dovere regolamentare il tema anche dal punto di vista giuridico. La prospettiva paradossale è di dover dotare la driverless car di un pilota, addestrato dalla Casa a usare il veicolo.

auto-guida-autonoma-california.jpg

Questo serve ad addossare eventuali responsabilità a una persona fisica. Il problema fondamentale della driverless car infatti è: chi risponde dal punto di vista giuridico di eventuali danni provocati dalla macchina? Le Case auto potranno prendersi la responsabilità di tutti i loro mezzi? Questa è l’incognita del futuro.

INDICE DEI CONTENUTI