Car Sharing

Numeri in crescita per il Car Sharing a Lungo Termine

In Italia le prenotazioni dei pacchetti giornalieri sono aumentate del 160% rispetto all’anno precedente. La durata media di un noleggio a lungo termine è aumentata del 128%

SHARE NOW guarda indietro ad un anno di successo nel car sharing a lungo termine. Dall’agosto 2019, infatti, l’operatore leader europeo del car sharing a flusso libero offre anche la possibilità di noleggiare un’auto in condivisione fino ad un massimo di 30 giorni consecutivi. I numeri dimostrano che, grazie a questa offerta, SHARE NOW ha soddisfatto i bisogni dei suoi clienti: in Italia, le prenotazioni dei pacchetti giornalieri sono aumentate del 160 percento e la soluzione di noleggio acquistata più frequentemente è il pacchetto da 1 giorno.

“Stiamo chiaramente assistendo a una tendenza verso noleggi più lunghi: per questo abbiamo deciso di offrire una soluzione intermedia che permettesse di colmare il divario tra l’utilizzo del car sharing spontaneo e il noleggio di auto a lungo termine”, spiega Olivier Reppert, CEO di SHARE NOW. “È fondamentale soddisfare le diverse esigenze di mobilità dei nostri clienti con una vasta gamma di servizi differenti tra loro. La chiave è, per noi, la flessibilità e la semplicità di utilizzo per il cliente.”

Più chilometri, noleggi più lunghi

In tutta Italia, ogni settimana viene percorsa una distanza totale di circa 150.000 chilometri utilizzando esclusivamente il car sharing a lungo termine. Rispetto all’anno precedente, la media dei chilometri percorsi per noleggio è aumentata in Italia del 26 percento. Nel dettaglio per città, la media è cresciuta soprattutto a Roma (+34%), seguita da Milano e Torino che registrano entrambe un +24%.

Anche la durata media del noleggio a lungo termine è cresciuta del 128 percento rispetto al 2019 in Italia. La città di Roma si attesta sempre al primo posto con un aumento del 166 percento, ma anche ai clienti di Milano e Torino piace percorrere viaggi più lunghi: qui l’aumento è rispettivamente del 94 e del 107 percento.

Più flessibilità grazie alla prenotazione anticipata

Il car sharing a lungo termine è oggi disponibile in 15 città d’Europa e permette di viaggiare in totale libertà, anche fuori dall’area operativa, per un periodo massimo di 30 giorni. Un’ulteriore funzione, la cosiddetta prenotazione anticipata, rende il car sharing di SHARE NOW ancora più flessibile: i clienti, infatti, possono prenotare gratuitamente il veicolo desiderato con massimo 45 giorni di anticipo, fissando luogo e orario per il ritiro dell’auto, che potrà quindi essere consegnata anche a domicilio.


Car sharing: che cosa cambia nella Fase 2 del coronavirus

Sharengo (car sharing elettrico) ha lanciato un nuovo servizio per noleggiare l’auto da un mese a un anno. Un segnale che il settore sta cercando di trasformarsi per sopravvivere alle conseguenze del coronavirus. Una vettura condivisa, infatti, pone problemi di contagio. E se la sanificazione fosse la chiave per la Fase 2?

di Luciana Maci

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Un primo segnale l’ha dato giorni fa Sharengo: la società, nata per consentire la condivisione di auto elettriche in città, ha prontamente elaborato una nuova proposta per adattarsi alla disruption portata nel settore dalla pandemia da coronavirus e ha lanciato MySharengo, che permette il noleggio a lungo termine delle vetture.  A differenza del car sharing, in base al quale si prende l’auto e la si lascia dopo la corsa, con MySharengo è possibile noleggiare un’autovettura per un periodo di tempo che va da un mese a un anno. La macchina sarà consegnata sanificata e corredata di un kit, che include la Sharengo Card, con la quale aprire e chiudere il veicolo, cavo di ricarica, manuale d’uso e manutenzione della vettura, gel disinfettante, giubbotto catarifrangente e triangolo di emergenza.

Il pagamento della corsa non sarà più, ovviamente, al minuto, ma attraverso un canone di abbonamento scelto in base alle proprie esigenze e nel quale sono inclusi assicurazione e manutenzione.

In pratica il car sharing, costretto dalle circostanze,  prova a sconfinare nel campo del noleggio a lungo termine.

È la strada del futuro?

Per il momento i dati sullo stato di salute del car sharing in Italia e nel mondo non sembrano di facile reperimento, anche perché è molto difficile fare previsioni a lungo termine. Tuttavia ecco dati e spunti di riflessione, più in generale, sul settore dell’automotive e del ride sharing, ovvero la condivisione delle corse a bordo di una vettura.

Indice degli argomenti

Ride sharing fermo

Il 17 marzo Uber e Lyft, le società americane che hanno fatto della condivisione di corse in auto parte del loro business, hanno annunciato la sospensione dei servizi a causa delle misure di distanziamento sociale e di isolamento dovute al Covid-19. Nel rapporto “Impact of COVID-19 on the Global Ride Sharing Market” di ResearchAndMarkets.com si sottolinea come il settore del ride sharing sia segmentato in base al tipo di veicolo:  berline e hatchback (con il portellone posteriore), veicoli di servizio, autobus e pullman. L’epidemia di COVID-19 ha colpito inizialmente soprattutto le berline, in quanto sono i veicoli più utilizzati per il car sharing e per servizi di car hailing. Le aziende di ride-sharing hanno escogitato diversi modelli di offerte per soddisfare le esigenze di vari gruppi di utenti, rivolgendosi separatamente ad utenti di fascia alta, mid-market e a quelli con budget minori. Ad esempio, Uber, una delle più grandi piattaforme di ride-sharing a livello globale, ha offerto servizi premium tramite Uber Black, Black SUV e Uber Select. Ma a marzo ha dovuto chiudere tutto.

La società di consulenza manageriale Zinnov rileva che, con l’avvento del coronavirus, Uber e Lyft hanno perso il 60% del loro valore/valutazione di mercato, perché i consumatori stanno rinunciando sempre di più alla sharing economy. I blocchi forzati e le norme di distanziamento sociale hanno ulteriormente intensificato questo problema. Tutti questi fattori stanno causando preoccupazioni riguardo a fatturato e redditività future.

Crollo dell’autonoleggio

Aniasa, l’associazione che nell’ambito di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, lancia l’allarme sui dati sulle immatricolazioni relativi a marzo 2020, che hanno evidenziato il quasi totale azzeramento delle vetture nuove a noleggio (-88%, dalle 57.000 di marzo 2019 alle 7.000 dello scorso mese). Con le forti limitazioni alla circolazione, rimarca Aniasa, si sono pesantemente ridotte le attività di noleggio a breve termine e car sharing, e al contempo si sono bloccate le nuove immatricolazioni per le flotte del lungo termine.

Coronavirus e criticità del car sharing: la questione igienica

Per un virus che si diffonde anche attraverso le superfici, rilevano gli analisti di Strategy Analytics, gli schermi tattili dei navigatori delle auto a noleggio – e del car sharing – sono potenziali veicoli di trasmissione del virus. “I touchscreen pubblici – ipotizzano – in contesti come i veicoli condivisi, le auto a noleggio, i chioschi self-service, eccetera, potrebbero diventare meno desiderabili, poiché visti dai consumatori come un rischio per la salute”. Oltre alla questione “schermi”, esiste, più in generale, la questione “abitacolo”: entrare in un’autovettura appena usata da qualcun altro pone ovviamente problemi legati al timore della trasmissione del coronavirus.

Le opportunità per le società di noleggio e lungo termine

Tuttavia, nel medio termine, e in vista anche della Fase 2, c’è chi intravede nuove possibilità.

Le società di leasing, scrive Sarwant Singh, Managing Partner, Frost & Sullivan, possono sfruttare il cambiamento in atto dei servizi di mobilità condivisa come car sharing, ridesharing e ridehailing. Possono cioè conquistare i clienti della sharing mobility offrendo contratti di locazione a breve termine di circa 3 o 6 mesi. A differenza di dieci anni fa, l’assistenza, la manutenzione e la riparazione dei veicoli a noleggio sono migliorate – scrive Singh – e il servizio è diventato più sofisticato. Ciò rafforza ulteriormente il potenziale del leasing di auto usate come flusso alternativo per generare entrate.

Car sharing e coronavirus: come cogliere l’”opportunità”?

Parola chiave: sanificazione

Aniasa ha fatto sapere che, in seguito ai decreti del presidente del Consiglio, le società di autonoleggio (car sharing incluso) attive in Italia hanno “rafforzato ulteriormente le procedure che garantiscono l’igienizzazione dell’abitacolo tra un noleggio e l’altro”. In generale, un po’ ovunque e non solo nell’ambito dei trasporti, è presumibile che una maggiore attenzione all’igiene e alla sanificazione delle superfici debba diventare la norma anche nella Fase 2 della pandemia.

E se il car sharing diventato noleggio a lungo termine fosse la soluzione anti-traffico?

Con il ritorno alla normalità, si presume che l’auto possa essere utilizzata relativamente più di prima, considerando la probabile diffidenza iniziale delle persone ad utilizzare i mezzi pubblici, potenziali veicoli di contagio. Molti ipotizzano un ritorno in massa all’auto di proprietà, concetto che fino a poco tempo fa sembrava tramontato in favore del paradigma mobility as a service. Ma cosa ne sarà di chi utilizzava il car sharing per muoversi più velocemente e facilmente in città? Vi rinuncerà del tutto? E se la possibilità di sanificare perfettamente l’abitacolo dell’auto ad ogni utilizzo potesse convincere gli utenti a tornare al car sharing nonostante il coronavirus? Si può fare? È economicamente vantaggioso?

Per il momento le domande restano aperte. Sono invece delineate a sufficienza le modalità di pulizia e sanificazione dell’auto ai tempi del coronavirus. Le parti esterne e interne con cui si entra più frequentemente in contatto devono essere pulite e disinfettate con particolare costanza e attenzione. Elementi come maniglie, volante, pomelli, pulsanti radio/aria condizionata, chiave di avviamento, leve sul piantone dello sterzo e display dei moduli di infotainment sono da detergere con cura, tramite un panno umido o, meglio ancora, con una sostanza disinfettante versata su carta assorbente. Prima di iniziare le operazioni di sanificazione del veicolo, si raccomanda di indossare una mascherina e guanti monouso, da infilare dopo aver igienizzato le mani.

La sanificazione potrebbe dunque contribuire a risollevare il car sharing in tempi di coronavirus? Lo verificheremo solo nei prossimi mesi.


Fonte: EconomyUp

ALD AUTOMOTIVE ITALIA A TUTTO CAMPO, DAL PAY PER USE AL CAR SHARING AZIENDALE

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Ald Automotive Italia guarda al 2020 con la mission di offrire prodotti sartoriali alle imprese. «Prodotti ritagliati sulle esigenze di mobilità più diverse, nel segno della flessibilità e dell’innovazione», spiega la divisione del gruppo Société Genéralé dedicata ai servizi di noleggio a lungo termine e fleet management. Oggi annovera 300 centri a marchio Ald e 8000 officine convenzionate nel Belpaese.

«Spingeremo tanto il prodotto nuovo, quanto l’usato di Ald 2Life, ma allo stesso modo le offerte personalizzate e convenienti per i dipendenti delle società che già oggi sono clienti del gruppo», aggiunge una nota. Vediamo quali.

IL 2019 DI ALD AUTOMOTIVE ITALIA, LA NOVITÀ POPGO

Dal pay per use al car sharing aziendale, l’offerta di Ald automotive Italia poggia su un portafoglio rinnovato nel corso del 2019.

La novità è stata Ald Popgo. Unservizio che consente a chi ha un’ auto a noleggio a lungo termine di metterla in condivisione. Si può “guadagnare” fino al 70% del viaggio, abbattendo la propria rata mensile. Ciò è possibile grazie ad una tecnologia installata sull’auto.

Spiega la società: «Dopo la grande campagna di lancio che ha interessato la città di Roma all’insegna dello slogan “Cercasi scambisti” e la nascita di Popmove, il primo social mobility network, una piattaforma online attraverso cui è possibile condividere la propria auto quando non la si usa e trovarne una quando se ne ha bisogno, siamo passati alla seconda fase di questa piccola, grande rivoluzione della mobilità».

SUCCESSO A ROMA: DONNE E UNDER 30 AMANO LE AUTO DI LUSSO

Nella capitale, in pochi mesi l’occupazione media della flotta è arrivata a superare il 70% giornaliero, mentre 33mila utenti hanno scaricato l’app. L’età media dell’utilizzatore è stata di 39 anni, ma con una grande partecipazione anche da parte delle fasce più giovani e con un’alta percentuale di donne.

Un elemento di curiosità è l’attenzione registrata dagli under 30 verso le auto di lusso, come Jaguar e Bmw.«A testimonianza che l’automobile mantiene un forte appeal anche come status symbol».

ALD AUTOMOTIVE ITALIA PROMUOVE IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE PER TUTTI

L’obiettivo di Ald Automotive Italia è proseguire quel percorso che punta al superamento dell’idea che il noleggio sia una formula per sua natura adatta soltanto alle aziende.

«Il primo passo di questo cammino è stato Ricaricar, una soluzione di mobilità totalmente pay per drive, con una tariffa collegata ai chilometri realmente percorsi». Poi è stata la volta di Ald Permuta, la permuta di auto usate, e di Ald 2Life, il noleggio di auto usate con soluzioni per budget più ridotti e la garanzia di veicoli revisionati.

Non manca una gamma di servizi con accento sulla sostenibilità ambientale. Ald Green è per chi cerca un veicolo 100% elettrico con canone tutto incluso.

«Senza dimenticare che Ald è infatti l’unica società di noleggio a lungo termine impegnata anche nel settore delle due ruote con tutti i top brand presenti e contratti per aziende, privati o partite Iva». Si chiama 2Wheels.

ALD CARSHARING PER I DIPENDENTI AZIENDALI CON L’AUTO IN CONDIVISIONE

Infine, l’ultimo servizio che Ald Automotive Italia spingerà nel 2020 è  Ald Carsharing. Si tratta di una proposta rivolta all’utilizzo dell’auto aziendale per uso promiscuo. «Il dipendente può utilizzare il veicolo anche per i propri spostamenti privati riportandolo al punto di partenza», conclude il noleggiatore.

La piattaforma di corporate car sharing per le aziende si sta espandendo in 3 nuovi Paesi in Europa: Francia, Olanda e Spagna. E’ già operativa in Danimarca, Germania e Italia.

Il driver agisce attraverso un’app che consente di prenotare e avere accesso al veicolo in modalità keyless. Il tutto gestito da una dashboard digitale in house che controlla una flotta di veicoli a noleggio lungo termine in modalità full service.

Ogni veicolo è equipaggiato con una “On Board Unit” per il monitoraggio in tempo reale dei fleet manager. Con l’introduzione di veicoli elettrici in flotta rappresenterà la soluzione per alleviare l’ansia da ricarica. Un compito che la telematica risolverà, informando puntualmente del fabbisogno.

Approfondisci qui su Select, brand lanciato l’anno scorso da Ald.


Fonte: MissionOnline

Car sharing, continua la crescita di Auting

In appena tre anni la start up bolognese ha raggiunto quota 14.000 utenti e 1.900 vetture. E ora parte la collaborazione con Telepass

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[Rassegna stampa] Era il 2017 quando a Bologna venne avviato il servizio Auting, dedicato al car sharing tra privati cittadini. Ad oggi, quindi in appena tre anni, il numero delle auto disponibili è salito a 1.900, tutte a disposizione dei 14.000 utenti iscritti. L’ultimo passo di crescita è rappresentato dalla vittoria di Auting del concorso sulla mobilità sostenibile indetto da Telepass.

Il servizio è nato nel 2017, ma a dare forza al progetto ha contribuito l’ingresso di Reale Mutua nel capitale della start up fondata a Bologna. Il gruppo assicurativo nel 2018 ha comprato una quota del 19,9% per circa 200 mila euro, valorizzando così l’intera società 1 milione di euro. Reale Mutua, tra l’altro, ha fornito al servizio di Auting un pacchetto assicurativo, incluso nella tariffa di noleggio, che tutela sia il guidatore sia il proprietario dell’auto. I dati segnalano che il noleggio medio ha una durata di 3,5 giorni, con un importo medio della transazione tra chi mette in affitto la propria auto e chi decide di utilizzarla pari a 120 euro. I numeri in crescita e le caratteristiche del servizio hanno consentito ad Auting di aggiudicarsi il concorso di idee sulla mobilità sostenibile promosso da Telepass. Il progetto di condivisione e noleggio di auto tra privati ha avuto la meglio su un totale di 50 proposte, una vittoria che consentirà ad Auting (è previsto anche un premio in denaro di 10 mila euro) di partecipare a un processo di integrazione con la piattaforma digitale di Telepass Pay. In pratica, il noleggio di un’auto tramite Auting potrà essere pagato usando direttamente il servizio app Telepass Pay (a oggi sono 6 milioni i clienti). «Stiamo costruendo una delle principali piattaforme dedicate ai servizi di mobilità — osserva Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass — e ragioniamo con una logica inclusiva, a vantaggio dei nostri clienti. Negli ultimi anni Telepass, da sistema di telepedaggio, è diventata una piattaforma di pagamenti digitali dedicata all’universo dei servizi di mobilità. La vittoria di Auting in questa direzione». […]

Andrea Ducci, Il Corriere della Sera


Quanto costano i servizi di car sharing in Italia?

di Marco Castelli

Il car sharing è un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese. A pochi giorni dal debutto ufficiale di Share Now, il più grande polo dell’auto condivisa esistente al mondo, vediamo quanto costano e dove sono attivi i principali servizi di car sharing in Italia.

Quanto costano i servizi di car sharing? La domanda è di stretta attualità sia perché in questi giorni è nato ufficialmente Share Now, il più grande polo del car sharing in Italia e nel mondo costituito dall’unione di Car2go e DriveNow, sia perché il car sharing è una realtà in grande crescita, nel nostro Paese e non solo.

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Lo sviluppo del car sharing in Italia dal 2013 a oggi è stato costante e dirompente. Merito della crescita della sharing mobility, ma anche della volontà di ottimizzare l’utilizzo delle vetture: basti pensare che, secondo le statistiche più recenti, un veicolo di proprietà viene utilizzato in media solamente per il 5-10% del tempo nel corso della sua vita, mentre per il restante tempo rimane fermo e inutilizzato.

Approfondisci: come funziona il car sharing?

LA CRESCITA DEL CAR SHARING IN ITALIA

Il Rapporto Aniasa 2019 testimonia che lo scorso anno in Italia sono stati effettuati circa 12 milioni di noleggi, con 81 milioni di Km percorsi da parte di circa 1,8 milioni di iscritti.

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Anche gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio sulla Sharing Mobility (piattaforma lanciata nel 2015 dal Ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e che dallo scorso anno vede anche la partecipazione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) confermano quello della condivisione è un settore importante. Gli utenti della sharing mobility (car sharingscooter sharing e carpooling aziendale ed extra-urbano), in generale, sono arrivati, secondo le stime dell’Osservatorio, a 5,2 milioni.

Leggi anche: i servizi di car sharing che non ce l’hanno fatta a sopravvivere

I SERVIZI DI CAR SHARING IN ITALIA

In Italia, dal 2013 a oggi, sono nati numerosissimi servizi di car sharing a livello locale, molti dei quali legati alle Case automobilistiche e all’auto elettrica, il cui binomio con l’auto condivisa è sempre più forte. Un esempio su tutti? Corrente a Bologna, che conta oltre 200 Zoe.

Qui prendiamo in considerazione i principali servizi, diffusi in diverse città del nostro Paese e che contano flotte nell’ordine delle centinaia e, a volte, delle migliaia di veicoli.

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QUANTO COSTANO I SERVIZI DI CAR SHARING

ADDUMA CAR

Adduma Car, azienda siciliana promotrice della mobilità sostenibile, punta su un car sharing elettrico low cost. L’iscrizione è gratuita. Il servizio è attivo a Firenze e a Sesto Fiorentino e parte da 0,18 euro al minuto la prima ora, da 0,07 euro al minuto dalla seconda ora.

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SHARE NOW

Appena nato dall’esperienza di Car2go e DriveNow, il servizio unisce la gamma Smart, Mercedes, BMW e Mini, offrendo diversi modelli. Le città italiane in cui è attivo sono Milano, Torino, Roma, Firenze. Le tariffe partono da 0,19 euro al minuto e da 7,99 euro all’ora.

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Ci sono poi anche dei pacchetti, precisamente 24 ore, con 200 km inclusi, a partire da 69 euro; 48 ore, con 400 km inclusi, a partire da 109 euro; 72 ore, con 400 km inclusi, a partire da 139 euro, e 96 ore, con 400 km inclusi, a partire da 159 euro.

ENJOY

Il servizio di car sharing che vede protagoniste le famose Fiat 500 rosse e da poco anche i Fiat Doblò è attivo in ben 5 città: Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna. Le tariffe partono da 0,25 euro al minuto e l’iscrizione è gratuita. La tariffa giornaliera parte invece da 50 euro.  La tariffa chilometrica, invece, che scatta dopo 50 km, di 25 centesimi al chilometro.

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SHARE’NGO

Le auto elettriche gialle di Share’ngo sono presenti a Milano, Firenze, Roma e Modena. L’iscrizione è gratuita e la tariffa base è di 0,25 euro al minuto. E’ possibile poi usufruire di pacchetti personalizzati, che partono da 5 euro (per il pacchetto Benvenuto) e abbassano le tariffe. In questo caso, per 21 minuti, il prezzo è di 0,24 euro al minuto.

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UBEEQO

Ubeeqo, parte di Europcar Mobility Group, è il primo car sharing ad avere in flotta veicoli commerciali fin dalle sue origini. È attivo a Milano, con due diverse formule:

  • EASY, senza alcun costo di abbonamento e con tariffe orarie a seconda del veicolo scelto: 1h da 5 euro per una categoria small a 9 euro per un veicolo commerciale, 24h da 39 a 74 euro, 48h da 59 a 144 euro. I Primi50km sono gratuiti e inclusi ad ogni prenotazione, poi il costo al km è compreso tra i 0,25-0,30 euro/km.

  • FLEXY, con abbonamento mensile di 5 euro, gratuito per gli utenti Business con partita Iva. Le tariffe orarie a seconda del veicolo scelto: 1 ora da 2,2 a 3 euro, 24 da 29 a 59 euro, 48 da 39 a 109 euro.

La tariffa notturna dalle 20 alle 8 è di 1,80 euro/ora, cargo esclusi. A queste tariffe aggiungiamo il pacchetto km che, oltre i 100 km, riduce il costo a km a 0,19 euro.

Leggi anche: quanto costa Ubeeqo?

YUKO

Yuko, il servizio di car sharing ibrido di Toyota è nato a Forlì, ma oggi è attivo a Venezia. La vettura protagonista è la Yaris. L’iscrizione costa 15 euro, ma l’abbonamento annuale è gratuito. I prezzi partono da 0,65 euro al km; la tariffa oraria da 3 euro; la tariffa giornaliera da 55 euro. La tariffa chilometrica giornaliera, che scatta dopo 50 km, è di 0,30 euro.

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Fonte: FleetMagazine