Mobility

Lobby auto: superbonus per l'elettrico

Pierluigi Bonora

La revisione del sistema bonus-malus (con l'abolizione di quest'ultimo) e l'incremento (nel 2020 da 70 a 270 milioni) della dotazione finanziaria degli «ecobonus» a beneficio di chi acquista vetture elettrificate; l'estensione del superammortamento alle auto a noleggio con zero e basse emissioni; incentivare direttamente l'installazione della ricarica elettrica privata attraverso detrazioni fiscali.

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Queste le richieste principali, arrivate dalla filiera italiana automotive, sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine della prima riunione del «tavolo», presenti 45 associazioni, Case auto e sindacati. Una platea, come era avvenuto con il suo predecessore Luigi Di Maio, troppo ampia e portata a esprimere posizioni di campanile. E così Patuanelli, ascoltati tutti, ha deciso di convocare tre gruppi di lavoro (Domanda, Offerta e Infrastrutture) allo scopo di isolare meglio i problemi più urgenti da risolvere.

L'auspicio degli addetti ai lavori - tra cui Anfia, Unrae e Federauto - è che già nella prima bozza della Legge di bilancio il tema sia affrontato e che, al momento dell'approvazione, il settore veda recepite le linee essenziali delle istanze presentate. In caso contrario, si assisterebbe all'ennesimo tavolo conclusosi con un nulla di fatto. E questa volta i rischi che la crisi del settore crei grossi problemi all'occupazione e all'economia sono elevati. Patuanelli ha promesso di far pervenire una mail nei prossimi giorni con i dettagli su come sarà organizzato il lavoro dei tre gruppi.

È fondamentale, a sostegno della necessità di rinnovare il parco auto più obsoleto d'Europa, che il ministro metta a punto un piano organico, non basato su tempi brevi, per aiutare la sostituzione delle vetture più datate. Tenendo presente la limitata capacità di spesa da parte della maggior parte delle famiglie ancora in possesso di una macchina destinata alla rottamazione.

Una proposta, in tal senso, riguarda anche la presa in considerazione, per un sostegno economico, delle vetture dismesse dai noleggiatori, di solito dopo 30-32 mesi, tutte con motori di ultima generazione.

Rilevata anche l'esigenza di omogeneizzare le politiche di regolazione del traffico urbano e dei flussi veicolari, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. L'obiettivo principale emerso è che l'automotive cavalchi e non subisca i cambiamenti ambientali e tecnologici in corso. Anche il settore delle due ruote, rappresentato da Confindustria Ancma, ha fatto sentire la propria voce, presentando una serie proposte, tra cui il rinnovo degli incentivi per l'acquisto dei veicoli elettrici; sgravi per l'abbigliamento protettivo motociclistico; misure per ridurre costi e oneri assicurativi; e la reintroduzione di detrazioni sul prezzo d'acquisto delle biciclette.


Fonte: IlGiornale.it

Auto elettriche, 8 cose da sapere prima di decidere di comprarne una

Continua a crescere il mercato delle auto elettriche, tanto da far decollare la percentuale al +120% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’intero settore ha fatto registrare solo a giugno un rialzo del 225%. Numeri che vanno inquadrati in una generale sensibilizzazione verso emissioni minori: un trend ecosostenibile che sembra destinato a coinvolgere una fetta sempre maggiore di guidatori. Nelle speranze dei produttori le auto elettriche a breve potrebbero coprire l’1% del complessivo circolante. Ciò grazie anche alla maggiore capacità e autonomia delle nuove batterie, il cui prezzo sta calando in maniera significativa. Un intero settore che continua a crescere, spesso inquinato da falsi miti o informazioni poco accurate: cerchiamo di fare chiarezze, con una lista di cose da sapere prima di scegliere l’elettrico.

 

Auto elettriche, 8 cose da sapere

  • L’auto elettrica non inquina – L’auto elettrica non emette in marcia né CO2 né NOxe neppure rilascia polveri sottili. Nonostante alcuni studi datati 2012 abbiano messo in dubbio la quota di emissioni delle elettriche, sono oramai considerati datati e superati.

  • Le batterie costano sempre meno – E aumenta l’efficienza e il range di km di autonomia, anche grazie ai nuovi sistemi di recupero di energia in frenata. Caratteristiche che consentono alle nuove auto elettriche di avere un’autonomia molto più ampia rispetto ai primi modelli, quando erano ancora in fase sperimentale.

  • I prezzi delle auto elettriche sono accessibili a tutti – I prezzi delle auto elettriche, anche in virtù del punto 2, stanno diventando più accessibili. Gli incentivi regionali e statali in questo momento sono generosi: la differenza a listino con le auto a benzina si sta assottigliando, come si può notare anche sul portale web di Quattroruote ad esempio, dove è possibile anche confrontare i vari modelli.

  • Esistono già soluzioni di noleggio per privati – Certamente la batteria è la più grande preoccupazione per chi si approccia al mondo delle auto elettriche. In realtà esistono già soluzioni di noleggio a lungo termine per i privati, che di fatto mettono al riparo da qualsiasi tipo di imprevisto.

  • Le colonnine di ricarica sono in aumento – Al momento sono attive circa 145mila stazioni di ricarica in tutta Europa, ma i produttori stanno facendo la voce grossa, chiedendone 3 milioni. E c’è da scommettere che verranno ascoltati.

  • Le reti elettriche non rischiano di sovraccaricarsi – Altro falso mito da sfatare: le reti elettriche nazionali difficilmente collasseranno causa auto elettriche: in Norvegia le auto elettriche rappresentano il 21% di quelle su strada e il consumo nazionale è aumentato solo del 3%

  • La manutenzione delle auto elettriche è minima – Dimenticate il cambio dell’olio, e tutte quelle azioni di manutenzione necessarie per le auto a benzina. Rispetto al motore tradizionale si riducono drasticamente: su alcuni componenti, ovviamente, vanno a virare verso lo 0.

  • I costi in bolletta aumentano? – Altra preoccupazione comune: ricaricare da casa non conviene. Integrando l’auto elettrica con impianto fotovoltaico e batteria, oltre a benefici effetti in termini di ecosostenibilità, i costi si riducono sensibilmente. Altrimenti si può considerare attendibile la spesa di 5 euro circa per un centinaio di km.


Fonte: BergamoPost

Quali vantaggi può portare la robotica al settore auto?

di Marco Castelli

La robotica e l’intelligenza artificiale stanno salendo a bordo delle auto. Quali vantaggi potranno portare al mondo della mobilità? A spiegarcelo sono Valeria Cagnina e Francesco Baldassarre, due giovani che hanno fondato un’azienda di robotica educativa.

Il settore auto è notoriamente il campo di applicazione storico della robotica: dalla geniale idea di Henry Ford, inventore della moderna catena di montaggio, all’introduzione dei primi robot di saldatura e verniciatura, fino alle auto a guida autonoma, nuova frontiera delle quattro ruote del Ventunesimo secolo.

Questo tema così affascinante è stato affrontato nel corso dell’evento “La mobilità di fa in 4”, organizzato da Arval Italia per presentare il suo progetto di educazione stradale nelle scuole.

Ne abbiamo parlato a margine della conferenza con Valeria Cagnina, riconosciuta all’unanimità come la giovane italiana più promettente nel campo della tecnologia dell’innovazione e della robotica, già individuata a 18 anni appena compiuti come una delle 50 donne più influenti del mondo tech, e Francesco Baldassarre, che insieme a lei è Founder and Mentor di OFpassiON S.n.c., un’azienda di robotica educativa che si rivolge anche e soprattutto ai bambini.

Approfondisci: cosa pensano gli italiani delle auto a guida autonoma?

I VANTAGGI DELLA ROBOTICA NEL SETTORE AUTO

La cosiddetta AI (artificial intelligence) si sta diffondendo a vista d’occhio a bordo delle vetture. “La robotica – spiega Valeria Cagnina – può dare tantissimo al mondo della mobilità perché in futuro robotica e intelligenza artificiale saranno ovunque nelle nostre città. Tutto ciò permetterà la nascita delle smart city e lo sviluppo della smart mobility”.

La robotica consentirà di ottenere un maggiore livello di sicurezza, ma anche e soprattutto di far dialogare tra loro i veicoli e i driver a bordo. Una vera e propria rivoluzione.

Leggi anche: i miti da sfatare sulla guida autonoma

In questo nuovo universo, ci saranno anche e soprattutto le auto autonome, ma, spiega la nostra intervistata, “bisognerà capire come introdurle”, in particolare come gestire la convivenza tra le vetture tradizionali e quelle a guida autonoma“Le citta devono cambiare per riuscire ad accogliere questa rivoluzione” conclude Valeria.

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IL RUOLO DELLE NUOVE GENERAZIONI

Il cambiamento, questo è certo, parte dai più giovani. “Raccontare la mobilità oggi ai bambini è il primo passo per creare i futuri cittadini delle smart city” aggiunge Francesco Baldassarre.  E’ chiaro che un’evoluzione di questo genere comporterà una riorganizzazione delle infrastrutture e nuovi modelli di sviluppo e gestione delle città.

La robotica educativa promossa da OFpassiON si rivolge, quindi, soprattutto alle nuove generazioni. L’auspicio è uno solo: “avviare un percorso che porterà l’Italia ad avere una mobilità davvero al passo con i tempi”.

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Cosa pensano le persone della guida autonoma? Gli italiani sono fra i più ottimisti

di Marina Marzulli

Quasi tutti hanno sentito parlare almeno una volta di guida autonoma, ma solo l'8% è in grado di darne una definizione esatta. Più della metà sarebbe disposto a fare una prova pratica, ma il 41% degli intervistati rimane diffidente.

Cosa pensano le persone della guida autonoma? C’è più paura, curiosità, incertezza o entusiasmo? Audi ha provato a testare il polso della situazione intervistando 21.000 persone in 9 Paesi diversi: Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Spagna.

Lo studio “The Pulse of Autonomous Driving” è stato condotto con il supporto degli specialisti di Ipsos.

INTERESSE E INCERTEZZE

I car maker hanno molti progetti riguardo la guida autonoma e anche fra il pubblico c’è un diffuso interesse nei confronti della self driving car. Il 90% degli intervistati aveva già sentito parlare almeno una volta di questa tecnologia, ma solo il 22% ha dichiarato di essere molto informato e solo l’8% si è dimostrato realmente in grado di darne una definizione esatta. In ogni caso, più della metà degli intervistati si è detta disposta ad una prova pratica dei sistemi di guida autonoma.

Le criticità

In generale, tutti gli intervistati vedono potenziali vantaggi in termini di efficienza e di sicurezza e di accessibilità ma ci sono resistenze nel lasciare il controllo. Il 41% degli intervistati è diffidente nei confronti della guida autonoma e più di un terzo ha mostrato una certa ansia.

Le preoccupazioni derivano soprattutto dal lasciare il controllo all’auto in caso di emergenza e da un grande interrogativo: l’auto è in grado di cavarsela in tutte le situazioni in modo indipendente? Le criticità maggiormente rilevate sono:

  • La mancanza di controllo (70%)

  • Rischi residui tecnicamente inevitabili (66%)

  • Mancanza di una cornice legale di riferimento (65%)

  • La valutazione indipendente della situazione da parte della macchina (63%)

  • Riserve di tipo etico (62%)

  • Mancanza di sicurezza dei dati (61%)

  • Mancanza di piacere di guida (36%)

Leggi anche: I 5 falsi miti da sfatare sulle auto a guida autonoma

LE DIFFERENZE FRA PAESI

In generale, le persone più ben disposte verso la guida autonoma sono giovani, con un alto grado di istruzione e un reddito elevato. Gli approcci variano anche in base al Paese: in Cina c’è molta euforia verso la guida autonoma, così come in Corea del Sud. In Europa i più ottimisti riguardo la guida autonoma sono gli spagnoli (54%) e gli italiani (51%), più prudenti i tedeschi (34%) e francesi, così come americani, giapponesi e britannici.

Se parliamo di soldi, però, gli entusiasmi si raffreddano: complessivamente solo il 28% degli intervistati sarebbe disposto a pagare di più per un’auto a guida autonoma. I più entusiasti rimangono i cinesi: il 64% si è dichiarato disposto a spendere di più, contro il 30% degli italiani, il 18% dei giapponesi e il 14% dei francesi.

Questo, in generale, il “sentiment” riguardo alla guida autonoma:

Gli Italiani sono più ottimisti

Come abbiamo visto, a livello internazionale il 62% degli intervistati si dichiara curioso, il 49% ottimista, il 41% è più circospetto e sospettoso, il 38% ansioso. Gli italiani sono più ottimisti e curiosi della media (rispettivamente 65% e 51%) e meno prudenti e ansiosi (38% e 32%).

Gli italiani si aspettano in primis che la guida autonoma renda più facile l’accesso alla mobilità, ma sono molto critici sulla mancanza di un quadro di leggi condivise che ne permettano l’uso effettivo su strada. Maggiori prove riguardo la sicurezza di questa tecnologia – come ad esempio approvazioni da parte di organi indipendenti  – potrebbero aumentare la fiducia degli automobilisti italiani.

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Fonte: FleetMagazine

A THAT’S MOBILITY luci e ombre dell’auto elettrica in Italia

di Marco Castelli

L'auto elettrica interessa agli italiani, ma ci sono ancora molte ombre agli occhi dei privati e delle flotte aziendali. Se ne è parlato diffusamente a THAT’S MOBILITY 2019, l’evento organizzato da Reed Exhibitions Italia in partnership con l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano e andato in scena nei giorni scorsi al MICO di Milano.

L’auto elettrica è stata protagonista il 25 e il 26 settembre a THAT’S MOBILITY 2019, l’evento organizzato da Reed Exhibitions Italia in partnership con l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano e andato in scena al MICO di Milano. La due giorni ha richiamato una folta platea di addetti ai lavori e visitatori, che hanno animato l’area espositiva e i workshop che hanno caratterizzato la manifestazione.

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Luci e ombre degli EV caratterizzano sia la visione del pubblico sia quella delle flotte aziendali. Un fatto, però, è certo: l’auto elettrica cresce, interessa e sarà certamente una protagonista del futuro della mobilità nel nostro Paese.

Approfondisci: i protagonisti e il programma dell’evento milanese

I NUMERI DELL’AUTO ELETTRICA

Per la prima volta in Italia, ad aprile, è stata superata la soglia delle 1.000 auto elettriche immatricolate in un mese, risultato che si è ripetuto in maggio e in giugno. In generale le auto elettriche vendute da gennaio a luglio sono state 6.000, con una crescita del 113% sullo stesso periodo del 2018.

Nell’intero 2018 sono state poco più di 5.000 le auto elettriche immatricolate (record già superato in 7 mesi), pari ad appena lo 0,5% del totale, mentre il parco elettrico circolante ammonta a 22.000 unità. Questi numeri emergono dalla terza edizione dello Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato durante la giornata inaugurale di THAT’S MOBILITY. Un mondo certamente in crescita.

LE COLONNINE

Un nodo molto importante è quello della ricarica dell’auto elettrica. Nel mondo a fine 2018 c’erano 540.000 punti di ricarica pubblici (+25% sul 2017), di cui 140.000 fast charge. A dominare la scena è la Cina. L’Europa aveva 160.000 punti di ricarica pubblici (+14%), di cui il 15% fast charge. Nei primi 7 mesi del 2019 le nuove installazioni sono state 15.000.

Ad oggi, in Italia sono presenti quasi 8.200 punti di ricarica tra pubblici (3.500, +23% sul 2017) e privati ad accesso pubblico, il 20% circa di tipo fast charge, in linea con la media europea e in crescita del 52%. La Lombardia è l’unica regione con oltre 1.000 punti di ricarica, seguita da Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia (oltre 500).

Leggi anche: scopri perché l’Asia domina il mercato delle batterie degli EV 

COSA FRENA GLI ITALIANI?

Per tastare il polso degli utilizzatori di auto elettriche in Italia, o aspiranti tali, il Politecnico di Milano ha promosso una survey: duecento le risposte ottenute, un numero non rilevante statisticamente ma in grado di fornire delle tendenze interessanti. La principale barriera all’acquisto è risultata essere quella economica (72% dei rispondenti), meno rilevanti l’inadeguatezza della rete di ricarica (39%, decisamente in calo rispetto al 2017) e l’autonomia limitata (28%).

“Se invece di analizzare il costo d’acquisto, si guardasse all’intero costo di utilizzo del veicolo, ci si accorgerebbe che i costi dell’auto elettrica sono inferiori rispetto a quella tradizionale” precisa Simone Franzò, assistant professor alla School of Management del Politecnico e responsabile scientifico dell’Osservatorio sulla Smart Mobility.

Chi invece già possiede un’auto elettrica ha risposto a domande sul suo utilizzo: quasi tutti la usano per tragitti brevi (non oltre i 100 km), un po’ più del 40% per viaggi più lunghi (il 32,5% con cadenza settimanale e il 10% quotidiana). Oltre i 2/3 del campione ha la possibilità di ricaricare il veicolo a casa, mentre il restante 30% si divide tra chi può farlo al lavoro (29%) e chi deve affidarsi alla ricarica pubblica (10%).

RICARICA, NODO DECISIVO

Quello della ricarica si conferma un punto decisivo: anche un sondaggio effettuato e presentato a THAT’S MOBILITY da Nuova Energia (il bimestrale di Editrice Alkes che da anni si occupa delle problematiche energetiche) che ha coinvolto oltre 1.000 soggetti sopra i 18 anni, testimonia che gli italiani subiscono il fascino della mobilità elettrica, ma considerano ancora le colonnine di ricarica con una certa diffidenza.

 Per il 61% la “difficoltà di fare rifornimento” è il principale limite dell’auto elettrica. Gli uomini (63%) sono più preoccupati delle donne (57%) e i giovani (67%) più degli over 55 (46%). Quasi sei italiani su dieci temono di “rimanere senza un punto di ricarica”, mentre il 26% vorrebbe “l’equivalente di un benzinaio o una alternativa al self service”.

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E LE FLOTTE?

Anche nelle flotte aziendali, la situazione è caratterizzata da luci e ombre. Nel corso del workshop finale di THAT’S MOBILITY, abbiamo infatti presentato i risultati della nostra survey Mobilità alla Spina 2019, confrontandoli proprio con quelli del sondaggio di Nuova Energia.

Anche per le flotte aziendali i principali ostacoli alla diffusione della e-Mobility nelle aziende sono le infrastrutture di ricarica e l’autonomia dell’auto elettrica (la percezione di quest’ultimo aspetto, però, sta migliorando), ma è emersa anche la necessità “di fare cultura”, perché i driver sono restii a cambiare le proprie abitudini e hanno ancora, secondo i Fleet Manager, una scarsa conoscenza degli EV.

Di contro, i vantaggi dell’auto elettrica, agli occhi delle aziende, sono il risparmio nelle emissioni, la libera circolazione nei centri cittadini e la responsabilità sociale di impresa.

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Fonte: FleetMagazine