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Le flotte aziendali che stanno diventando elettriche

di Marco Castelli

Le flotte aziendali elettriche non sono più una chimera: ci sono imprese che, andando oltre l’immagine, hanno cominciato un cammino di elettrificazione del proprio parco auto. Tra queste, i provider di energia, naturalmente orientati alla transizione, ma anche altre aziende.

Flotte aziendali e elettrico: un binomio che cresce sempre di più. E non è solo una questione di immagine, ma anche e soprattutto di offerta e Total Cost of Ownership dei veicoli.

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Le Case, in altre parole, stanno lanciando sul mercato parecchie auto elettriche (scopri gli EV in arrivo quest’anno) e le aziende stanno valutando concretamente di inserirle nei propri parchi auto, utilizzandole in pool o addirittura, in qualche caso, assegnandole ai dipendenti. Perché, dati alla mano, specie se ci si sposta in ambito urbano, i costi di utilizzo di un EV sono convenienti.

QUALI SONO LE FLOTTE AZIENDALI ELETTRICHE?

Così, se la maggior parte delle imprese, tuttora, tende ad affidarsi a un numero ridotto di mezzi a zero emissioni (di solito da 1 a 5), ci sono realtà che stanno “elettrificando” buona parte della flotta. Stiamo parlando, in primis, delle società appartenenti al mondo dell’energia, che sono state sicuramente “pioniere” nello sviluppo della mobilità elettrica in azienda, ma anche di altri importanti nomi dell’industria nazionale. Vediamo qualche esempio.

Approfondisci: cosa pensano i Fleet Manager delle auto elettriche e ibride? I risultati della nostra survey

SCHNEIDER ELECTRIC

Schneider Electric, nelle scorse settimane, ha annunciato il suo ingresso nell’iniziativa internazionale EV100 di The Climate Group: la policy green dell’azienda prevede di sostituire, a livello globale, il 100% della flotta dei veicoli aziendali con veicoli elettrici entro il 2030, con l’obiettivo di portare a zero l’impatto delle auto aziendali in termini di CO2.

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Il piano è chiaro: nei prossimi 10 anni Schneider Electric sostituirà 14.000 veicoli aziendali utilizzati in oltre 50 Paesi con modelli a zero emissioni. E, naturalmente installerà infrastrutture di ricarica all’interno dei principali stabilimenti produttivi. La transizione è già cominciata da tempo in alcuni Paesi, come la Norvegia, e riguarda naturalmente anche l’Italia.

Leggi anche: i progetti di elettrificazione di Schneider Electric

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Noleggio auto, cresce la flotta: quasi un milione di unità in circolazione

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Stando ai dati resi noti da ANIASA, l’Associazione che rappresenta il settore dei servizi di mobilità all’interno di Confindustria, la flotta dei veicoli destinati al noleggio a lungo termine è aumentata toccando quasi un milione di unità.

Per la precisione i veicoli a noleggio circolanti sono 944.000 per un giro d’affari che nei primi 6 mesi del 2019 ha superato i 3 miliardi di euro.

Questi dati sono molto significativi e sottolineano come il noleggio a lungo termine sia una pratica sempre più apprezzata, in virtù dei benefici fiscali, economici e pratici offerti.

I “pionieri” sono stati i professionisti titolari di partita IVA, soprattutto quelli che per lavoro macinano centinaia e centinaia di chilometri ogni anno. Acquistare un’auto per questi soggetti sarebbe sconveniente, poiché l’eccessiva usura determinerebbe una rapida svalutazione del mezzo.

I professionisti dotati di partita IVA possono gestire meglio e regolarizzare le loro spese, in quanto il noleggio può essere suddiviso in comode rate mensili. Anche da un punto di vista fiscale la pressione è sostenibile, e le aziende possono beneficiare di detrazioni senza spese ulteriori che pesano sul conto economico.

Gli stessi privati stanno scoprendo i grandi vantaggi offerti dal noleggio a lungo termine, a partire dai costi ridotti fino alle coperture aggiuntive comprensive di assicurazione, bollo auto, manutenzione e assistenza stradale.

Nelle famiglie spesso c’è bisogno di un’altra auto, ma acquistarne una rappresenta una spesa eccessiva. Il noleggio a lungo termine è quindi la soluzione adatta per pendolari o genitori che vogliono prendere un’auto per i figli.

Il costo fisso ed i pacchetti “all inclusive” sono fattori determinanti che hanno favorito la crescita di questa formula. Precedentemente i contratti si fermavano a 12 o 24 mesi, ma oggi vengono prolungati tranquillamente anche oltre i 36 mesi a testimonianza di un trend in costante crescita che piace sempre di più.

Per quanto riguarda la tipologia di auto, le più gettonate sono sicuramente le “city car”. Oltre ad avere un costo di “affitto” più basso, queste vetture garantiscono consumi minori in termini di carburante e si adattano meglio alla città.

Nella top ten delle utilitarie più richieste ci sono Renault ClioLancia YpsilonFiat Panda e Fiat 500X, mentre tra i SUV la fa da padrona Jeep Renegade.

In virtù di una politica sempre più “green” ed “eco-friendly”, stanno aumentando anche le richieste di noleggio per vetture elettriche o ibride. La diffusione delle e-car a noleggio è supportata dalla costruzione di nuove infrastrutture e colonnine per la ricarica.

Il noleggio a lungo termine è un fenomeno che tocca l’intera penisola italiana, in modo particolare il centro- nord. Non fa eccezione il Veneto, dove anche a Padova stanno aumentando esponenzialmente le richieste di auto a noleggio. Tra le diverse aziende del settore una delle più affermate è Rent4you, dove è possibile noleggiare auto di ogni segmento ed alimentazione a seconda delle proprie esigenze.


Fonte: Padova24ore

Noleggio e flotte aziendali alla prova del Diesel

IL SETTORE PAGA IL TRACOLLO DEL GASOLIO, MA GUARDA SENZA TIMORI AL FUTURO E CONTRIBUISCE ALLO SVECCHIAMENTO DEL PARCO AUTO TRICOLORE. SE SOLO IL CODICE DELLA STRADA FOSSE ADEGUATO ALLE NUOVE FORME DI SHARING MOBILITY…

A.P. ARTEMI, HA COLLABORATO NICOLE BERTI DI CARIMATE

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Alla fine di febbraio ecco lo schiaffone: il settore del noleggio è sceso dal 29 al 25% della quota del mercato dell’auto, con una riduzione delle immatricolazioni a doppia cifra sia nel breve (-21,7%) sia nel lungo termine (-16,3%). A metterci lo zampino è stato soprattutto il tracol­lo del gasolio, da sempre spina dorsa­le degli acquisti dei fleet manager, che nel secondo mese del 2019 ha fatto segnare un clamoroso -22%, mentre i modelli a benzina e quelli ibridi hanno guadagnato, rispettivamente, il 29,3 e il 42,7%. Del resto, era prevedibile, dopo un 2018 da record che aveva portato il parco-flotte italiano vicino a quota 900 mila unità una flessione era nell’aria.

Ma la domanda che serpeggia tra gli addetti ai lavori è una e una sola: i pri­mi dati ufficiali di quest’anno sono un de profundis per il Diesel? Valerio Ca­stronovo, presidente di Alphabet Ita­lia, non ne è affatto convinto. «Al di là delle chiacchiere da bar ha ancora mol­te carte da giocare», dice, «ed è tutto­ra competitivo sul piano dell’efficien­za energetica». Vero, ma con l’aria che tira le Diesel potrebbero diventare un problema quando sono usate, ma rap­presentano anche una ghiotta occasio­ne per portarsi in garage una vettura come nuova, tagliandata e manutenu­ta come nessun privato si sognereb­be mai di fare. «Ogni anno sono cir­ca 160 mila le vetture poste in vendita a fine noleggio e il canale più conso­lidato e rapido per piazzarle sono i concessionari e i commercianti spe­cializzati, che comprano circa il 75% dell’usato», dice Pietro Teofilatto, diret­tore noleggio a lungo termine di Ania­sa, «mentre un altro 12-14% è esporta­to in Paesi dove è forte la richiesta di questo tipo di veicoli. Il resto è conte­so tra privati. Chi parte in pole position è spesso il driver (oppure un suo fami­liare o conoscente), che conosce bene il veicolo che ha guidato a lungo e non vuole perdere l’occasione. Seguono poi le vendite online, aperte a tutti».

I modelli più gettonati tra quelli redu­ci dall’imbarco nelle flotte aziendali sono le Fiat Panda, 500 e 500 X, seguite dalle Volkswagen Golf e dalle Nissan Qashqai. «Per un privato sono ghiot­te occasioni», sottolinea Massimilia­no Archiapatti, presidente Aniasa, «a maggior ragione perché basta un’app per avere sullo smartphone informa­zioni, foto e video della precedente vita aziendale dell’auto su cui abbiamo puntato gli occhi. È la trasparenza as­soluta, ma anche un modo efficace per svecchiare il parco auto italiano». E qui entra in scena il convitato di pietra, os­sia il governo. «Da anni proponiamo una parziale defiscalizzazione dell’usa­to euro5 o euro6 per chi possiede una ante euro3», sottolinea Archiapatti.

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LA PAROLA ALLE AZIENDE:

E le elettriche? Da anni si legge qua e là che stanno per fare il botto, ma quel boom non arriva mai… «Sono il futuro, un futuro molto prossimo», dice con sicurezza Alessandro Villa, direttore Business-to-business e usato del grup­po Psa Italia. «Anche se a rilento i punti di ricarica si stanno diffondendo e noi ci prepariamo al cambiamento epoca­le proponendo a partire da quest’an­no tutti i nuovi modelli anche in una versione ibrida o totalmente elettri­ca, come avviene nel caso della 208». Schierato sul fronte dell’elettro-ottimi­smo è anche Vincenzo Varriale, diret­tore vendite di Nissan Italia, che ricor­da: «Nella Penisola si è passati da poco più di 2 mila vetture elettriche vendute nel 2017 alle oltre 5 mila del 2018, con un’ulteriore forte crescita prevista per il 2019. I volumi assoluti sono ancora bassi, è vero, ma il trend ci fa riflettere a maggior ragione perché la nostra Leaf è stato il veicolo 100% elettrico più ven­duto sia in Italia, con più di 1.500 unità, sia a livello globale, con 400 mila esem­plari dal lancio, avvenuto nel 2010».

Il cahier de doléances parte dalla mancanza di una definizione di «vehicle sharing» e dell’armonizzazione delle regole per la gestione e la fruizione (accesso alle Ztl, uniformità della segnaletica stra­dale, accesso alle corsie preferenzia­li, previsioni di stalli dedicati in prossi­mità dei luoghi di interesse… «I veicoli a noleggio sono tutti di ultima genera­zione, equipaggiati con i più efficaci si­stemi di sicurezza e, rispetto alla media del parco circolante, emettono meno della metà di monossido di carbonio e ossido di azoto», ha concluso in presi­dente di Aniasa. «Inoltre, il particolato emesso dalle vetture diesel a noleggio è inferiore dell’85% e gli idrocarburi in­combusti del 70%».

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