Automotive

SIFÀ CON FONDAZIONE VERONESI PER SOSTENERE LA RICERCA SCIENTIFICA

La Società di noleggio a lungo termine sostiene la ricercatrice Lavinia Casati ed è pronta a lanciare un percorso di informazione e prevenzione ad hoc per tutelare la salute dei dipendenti


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SIFÀ, Società Italiana Flotte Aziendali (www.sifa.it), è una realtà italiana del Gruppo BPER Banca che offre soluzioni innovative e personalizzate di noleggio a lungo termine e di gestione delle flotta aziendale. L’azienda, da sempre sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e sociale e alle loro implicazioni nel settore della mobilità, come avvalorato dal lancio del progetto "Circular mobility", ha deciso di essere al fianco di Fondazione Umberto Veronesi.


A partire da quest'anno, l'impegno si sta concretizzando attraverso il sostegno alla borsa di ricerca della ricercatrice Lavinia Casati, impegnata in un progetto che punta a valutare l'impatto delle microplastiche sull’accrescimento e sulle malattie delle ossa legate all’invecchiamento (come l'osteoporosi). Ma la partnership con Fondazione Umberto Veronesi non si limita soltanto al finanziamento della borsa di ricerca. 


SIFÀ sta progettando diverse iniziative in favore dei propri collaboratori, come l’organizzazione di percorsi formativi e di prevenzione ad hoc rivolti ai dipendenti. Da qui nasce l’idea del «Roadshow della salute per SIFÀ», a cui prenderanno parte divulgatori scientifici di Fondazione Umberto Veronesi, per affrontare temi legati alla prevenzione al maschile e al femminile. Un'iniziativa che conferma ulteriormente la volontà dell'azienda di investire sul benessere e la salute dei suoi dipendenti.


Come cambia il lavoro di una casa auto? Ne parliamo con Maurizio Zaccaria | Fleet Talks ep.2

di Luca Zucconi

Come cambia il lavoro di una casa auto dopo il Coronavirus? Ne parliamo con Maurizio Zaccaria, manager di Smart Italia, nella seconda puntata di Fleet Talks

Maurizio ZaccariaSmart and Innovative sales senior manager presso Mercedes-Benz Italia , è il protagonista della seconda puntata di Fleet Talks.

L’intervista è stata realizzata in data 10 Aprile 2020 a pochi giorni dalla data ufficiale della fine del primo lock down nazionale, data che è stata poi prorogata fino al 3 Maggio 2020 con una parziale riapertura di alcune aziende al di fuori della Lombardia e Piemonte secondo le specifiche dell’ultimo DPCM.

FLEET TALKS ep.2 – COME CAMBIA IL LAVORO DI UNA CASA AUTO

Maurizio ci confida come il canale continua ad essere attivo, naturalmente mantenendo e rispettando le dovute distanze, anzi rilancia sottolineando come il periodo nefasto stia in qualche modo attaccando l’immobilismo consolidato dell’automotive amplificando il trade-off tra il canale online e quello offline. Un canale online sempre più strategico anche per la vendita.

La prima ricerca sul tema mobilità post Covid-19 arriva dalla Ipsos Group che ha analizzato le preferenze dei cinesi prima e dopo il blocco degli spostamenti e conferma che la paura del contagio cambierà tutto, spingendo gli utenti su mezzi privati, allontanandoli in modo violento dal trasporto pubblico dove ovviamente ci si ritrova a contatto con estranei.

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Secondo la ricerca Ipsos, l’uso dell’auto privata in Cina passa dal 34 al 66 per cento: un vero e proprio ribaltamento di fronte. Allo stesso tempo l’uso degli autobus crolla dal 56 al 24%, mentre i taxi scendono un po’ meno, dal 21 al 15%.

Il trend evolutivo del concetto di mobilità, mobilità intesa come risposta alle esigenze delle persone e aziendecommenta Maurizio “è in divenire e questa situazione non fa altro che amplificare un certo tipo di atteggiamento verso un orientamente di utilizzo esclusivo della vettura, sia sotto forma di proprietà che di utilizzo con il noleggio. Parimenti anche la modalità di acquisto riceverà un’ulteriore amplificazione”.

Le richieste e le esigenze di domani andranno sempre più verso una convergenza di soluzioni di mobilità più ecosostenibli, aggiunge Maurizio Zaccaria, che siano elettriche o plug-in, ma anche a soluzioni di servizi che vanno in quella direzione. In poche parole creare un ecosistema che metta assieme le esigenze dei clienti (privati ed aziende) con delle risposte che vadano nella direzione della sicurezza e della ecosostenibilità dell’uso delle vetture potrà essere l’atteggiamento giusto verso le nuove esigenze dei clienti.


Coronavirus, auto: la crisi potrebbe perdurare per almeno 3 anni

La forte crisi, che sta investendo il settore automotive e tutta la sua filiera, potrebbe riversare pesanti conseguenze non solo sulle Case costruttrici e aziende del settore ma anche sulle concessionarie per almeno tre anni dalla “fine” dell’epidemia.

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Ad aver risentito della forte crisi economico sanitaria, scatenata dal Coronavirus, e delle necessarie misure restrittive imposte dal governo, interventi che hanno portato al distanziamento sociale e alla chiusura di numerose attività commerciali e industriali, è stato sicuramente il mercato del settore auto. Una vera e propria batosta che ha fatto scendere in picchiata tanto il comparto del nuovo quanto quello dell’usato come mai prima d’ora. A risentirne sono stati naturalmente anche i concessionari e gli autosaloni che con la chiusura hanno avuto una ulteriore mazzata in periodo già di certo non molto florido per tutto il settore automotive. Se, infatti, i mesi di gennaio e febbraio avevano già registrato una leggera inflessione rispetto ai corrispettivi mesi del 2019, è il mese di marzo e molto probabilmente lo sarà anche quello di aprile ad aver avuto il tracollo maggiore con un -85,42% rispetto all’anno prima fatto segnare in Italia dal mercato delle auto nuove. Le immatricolazioni di nuove auto sono infatti scese dal precedente dato di 194.302 a quelle attuali di sole 28.326 auto. Un calo apocalittico che fa seguito a due mesi già non troppo fiorenti (gennaio e febbraio) che avevano fatto registrare già un calo intorno al -35,47% con le immatricolazioni scese da 538.067 a 347.193 unità.

Quasi tutte le Case costruttrici hanno fatto segnare perdite importanti (Opel -92,55%, FCA -90,28%, Volkswagen -84,61% e PSA -89,24%), poche sono riuscite a contenere i danni (Suzuki -57,49%, Subaru -47,59% e Porsche -45,04%) mentre solo Tesla è l’unica a esser cresciuta anche a marzo. Come se non bastasse a dare una ulteriore mazzata quantomeno al morale ci pensano i dati relativi alla vendita di auto usate che sempre in Italia e nello stesso mese di marzo 2020 hanno fatto segnare un crollo di ben il 59,1% con il numero delle radiazioni che ha superato quello delle immatricolazioni. A dare ancora maggiore sconforto sono i numeri dei primi giorni di aprile 2020 che lo classificano già come con ogni probabilità il peggior mese nella storia dell’auto. Le immatricolazioni sono crollate ulteriormente dal -85,4% di marzo a quasi il 100% della prima metà di aprile. Un drastico calo che ha portato il numero di auto vendute giornalmente da 5.000 in periodo pre crisi a 50 in questo periodo di crisi. Periodo nero che naturalmente non ha colpito solamente l’Italia,anche se è quella messa peggio, ma anche gli altri Stati europei, portando l’intera Europa a registrare a marzo un calo di ben il -51,8% rispetto a marzo del 2019. A salvarsi solamente le nazioni del Nord Europa che, avendo sentito meno l’effetto della pandemia, hanno contenuto il calo in un massimo -0,9%.

Per la stessa Unrae, infatti, nei prossimi mesi si potrebbero delineare due diversi scenari: un primo scenario più ottimistico che vede la ripresa della mobilità e delle attività a giugno 2020 con una perdita di circa 600.000 immatricolazioni in un anno rispetto al 2019; un secondo scenario più catastrofico che vede la ripresa solo a settembre e con una perdita di circa 1.000.000 di immatricolazioni in un anno rispetto al 2019, scenario catastrofico che potrebbe portare alla possibile chiusura di un 10-20% delle concessionarie con notevoli ricadute occupazionali. Le aziende sono a secco di liquidità e l'impatto della crisi scatenata dal coronavirus può essere devastante. Perché colpisce una filiera che ha imponenti investimenti ed elevati costi fissi in strutture e personale. E l’Italia, oltretutto, è anche il mercato al momento più colpito. La situazione è drammatica anche nel settore del noleggio e delle flotte aziendali rappresentato da Aniasa. Marzo ha chiuso con un pesante -88%. In questo caso il presidente Massimiliano Archiapatti chiede al governo il ripristino del superammortamento, con allineamento al resto dell'Europa della tassazione sull'auto aziendale e l'estensione dell'ecobonus alle vetture usate più green. Non va meglio nel settore del car sharing dove si è registrato a marzo un blocco quasi totale delle attività di noleggio a breve termine (-90%) fino all’estate presso aeroporti, stazioni e centri cittadini e del car sharing nelle principali città (-60%). Frenano anche gli ordinativi di auto nuove da parte delle imprese clienti del noleggio a lungo termine che preferiscono prolungare i contratti in essere, in attesa di tempi migliori. In crisi nera anche mezzi pesanti: Franco Fenoglio, presidente di Unrae Veicoli Industriali, stima un 2020 con un calo di immatricolazioni tra -30% e -40%.

La forte crisi e i dati estremamente allarmanti del mercato hanno spinto l’intero settore la totale filiera automotive a lanciare l’allarme e l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri ad avanzare una serie di proposte al governo per far fronte a questa forte crisi che non vedrà numeri positivi nemmeno ad aprile. Proposte condivise anche da Anfia e Federauto e che puntano quindi sia a proteggere l’occupazione sia a stimolare la vendita di automobili una volta che l’emergenza sanitaria sarà terminata. Per esempio andrebbe abbassato il tetto di fatturato di 2 milioni di euro fissato nel decreto Cura Italia per accedere alle agevolazioni; per stimolare le vendite, invece, andrebbero ampliate le fasce degli ecobonus già esistenti, introdotte nuove fasce e protratti gli incentivi anche nel 2021; andrebbe poi favorito l’acquisto da parte di aziende e titolari di partita Iva con l’innalzamento della spesa deducibile e con l’aumento della quota di ammortamento e la totale detraibilità dell’Iva. Situazione nera che potrebbe portare anche a crisi “finita” a un duro periodo di ripresa che potrebbe protrarsi per almeno altri 3 anni. L’intera filiera potrebbe trovarsi a produrre circa un quinto dei veicoli che prima produceva e potrebbe impiegare fino a 3 anni per tornare ai livelli del 2019. A questo si aggiungerebbe un diverso rapporto tra clienti e concessionarie con un forte sviluppo delle vendite online e dei tour delle vetture virtuali tramite computer o smartphone e persino una diversa metodica di consegna della vettura nuova senza contatto tra venditore e acquirente. In tutto questo però potrebbe però trarne vantaggio il mercato dell’usato che, essendo immediatamente disponibili, potrebbero facilmente sopperire la mancanza dei nuovi modelli.


Per il leasing un 2019 in rosso. E l’anno in corso sarà durissimo

Nonostante la leggera ripresa del quarto trimestre, il bilancio reso noto da Assilea non è positivo. E le prospettive molto complicate.

Maurizio Bertera

Il mercato del leasing in Italia ha conosciuto una contrazione del 27% circa in un anno

Il mercato del leasing in Italia ha conosciuto una contrazione del 27% circa in un anno

È velleitario ragionare sui numeri da febbraio in avanti: la situazione attuale condizionerà notevolmente il mercato dell’auto, comprese le formule finanziarie previste per l’acquisto. È interessante invece esaminare come si è chiuso il 2019, guardando i dati di Assilea - Associazione Italiana Leasing - che aveva annunciato Lease2020, terza edizione del salone del leasing finanziario, operativo e del noleggio, per il 28 e 29 aprile prossimi. Evento che è stato ovviamente spostato a giugno, il 23 e 24. Il primo elemento che balza all’occhio del 2019 è rappresentato dalla brusca contrazione del mercato del leasing auto. Nel dettaglio, i contratti di leasing auto sono stati 94.374, in calo del 27,5% rispetto al 2018, per un valore di 3,28 miliardi di euro, il 30,8% in meno.



Anche nel 2019, la Fiat Panda è stata regina nel noleggio a lungo termine in Italia

Anche nel 2019, la Fiat Panda è stata regina nel noleggio a lungo termine in Italia

ALTI E BASSI —   In compenso è andato bene il noleggio a lungo termine, che con 277.499 immatricolazioni è cresciuto del 6,9% in quantità e del 9% in valore (pari a 6,59 miliardi di euro). La caduta del leasing si spiega anche con il minore ricorso a questa forma di finanziamento da parte delle stesse società di noleggio a lungo termine, che hanno avuto la possibilità, nel corso dell’anno passato, di finanziarsi con altri strumenti meno onerosi. Dinamiche opposte, invece, nel settore dei veicoli commerciali, in cui, grazie anche alle agevolazioni statali, il leasing è cresciuto del 5,9% in quantità e del 9,4% in valore. Negativo il saldo del noleggio a lungo termine, in rosso dello 0,8% in termini di immatricolazioni e del 3,4% in valore. Complessivamente il settore auto, compresi anche i veicoli commerciali, ha registrato un calo del 3,5% in volumi e del 5,9% in valore.


COVID-19: EU supports automotive industry

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The EU has taken a set of measures to mitigate the worst effects of the COVID-19 shutdown. ACEA, Europe’s association of vehicle manufacturers, has prepared an overview of the main measures. 

Europe’s automotive industry has come to a complete standstill. Factories are shut, no vehicles are sold. The economic impact of a sustained shutdown is likely to be severe. 

Liquidity problems
Automotive is a highly capital-intensive industry. Without revenue, OEMs and their suppliers will soon face liquidity problems. However, under current circumstances, banks nor investors will be eager to provide the necessary financing. 

That is why the European Central Bank (ECB), the European Investment Bank (EIB) and the European Commission (EC) have taken steps to help both the companies in the automotive industry and their employees. 

PEPP
The ECB has adopted a monetary policy package, and a €750-billion Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP). It has also added €120 billion in net asset purchases, and has relaxed its requirements for banks to hold specific levels of capital. 

The EIB will mobilise €40 billion of financing to alleviate liquidity and working capital constraints. And the EC will relax existing rules on state aid to give EU member states more room to support their economies. 

Escape clause
Among other measures, the temporary framework issued on 20 March by the EC will enable member states to offer direct grants, tax advantages and advance payments of up to €800,000 to companies with urgent liquidity needs. 

The EC has also proposed to activate the ‘escape clause’ in the Stability and Growth Pact, which will allow member states to take steps to deal with the COVID-19 crisis outside of the budgetary constraints which the EU normally imposes. 

For further details on these and other EU-level measures, check out this page at ACEA

Image: Shutterstock

Authored by: Frank Jacobs


Fonte: Fleet Europe