Mobility

Noleggio auto a lungo termine e vantaggi per l’ambiente

vantaggi del noleggio auto a lungo termine sono tanti e interessano anche l'ambiente: le macchine a noleggio rilasciano emissioni più basse, rispetto ai veicoli tradizionali, di ossido di azoto e monossido di carbonio, perché in media di più recente immatricolazione

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Il mantra del rispetto ambientale punta a pervadere i nostri stili di vita, stravolgendo le concezioni dei consumi e diffondendosi a livello globale con l’obiettivo di ‘conservare il pianeta’ per le generazioni future.

 

Perché è un dato di fatto: inquinamento, difficoltà nello smaltimento dei rifiuti e cambiamenti climatici sono ormai divenuti cronaca di tutti i giorni. Ciascuno di noi può però compiere piccoli grandi gesti di stampo ‘green’, in modo da cercare di invertire la tendenza. E, in questo senso, delle buone notizie arrivano dal comparto del noleggio auto a lungo termine.

 

Il motivo è presto detto e, in primis, riguarda l’immatricolazione dei veicoli a disposizione: essendo infatti generalmente più recenti sono anche più sicuri e rispettosi dell’ambiente.

Questo soprattutto perché negli ultimi anni le case automobilistiche sono corse ai ripari, con il preciso intento di mettere a segno risultati nel solco della lotta alle emissioni inquinanti.

 

Quella del noleggio a lungo termine, anche noto con la sigla NLT, è una formula sempre più richiesta e sfruttata dalle persone che hanno necessità di un servizio ‘all inclusive’ che consenta di mettersi alla guida di un veicolo nuovo - anche commerciale - potendo selezionare in base a specifici gusti ed esigenze personali sia il modello che il colore e l’equipaggiamento.

 

Si tratta, in sintesi, di un’evoluzione del ‘classico’ acquisto del mezzo di trasporto (e anche della formula con leasing) che strizza l’occhio al pianeta green, dal momento che studi confermano come le auto a noleggio vadano a rilasciare nell’aria - rispetto alla media dei veicoli in circolazione - meno di metà (con alimentazione a benzina) e fino a ⅔ meno (in caso di alimentazione con diesel) di monossido di carbonio. Si riducono in modo drastico anche le emissioni di ossido di azoto.

Emissioni da ridurre e realtà virtuose

Per capire quali siano i vantaggi nella scelta di veicoli a noleggio, sempre nell’ambito delle sfide per il rispetto ambientale, sarà intanto utile precisare come a livello di ‘anzianità di servizio’ il parco auto e mezzi di trasporto in Italia si collochi, in un’ipotetica classifica europea, al secondo posto e dunque quasi maglia nera: peggio di noi solo il Portogallo.

 

Oltre la metà dei veicoli sulle nostre strade va da Euro 4 a scendere (immatricolati prima del 2006), mentre le auto a noleggio (oltre un milione quelle in circolazione) sono già Euro 6, ovvero la fascia che comprende tutti quei mezzi immatricolati dopo il 2015: un elemento questo che va a suggerire delle riflessioni importanti per quanto riguarda la riduzione delle emissioni.

 

Come dicevamo all’inizio, più il veicolo è nuovo più sarà ‘figlio’ delle buone pratiche adottate in fase di costruzione e studio da parte delle case automobilistiche. Per quanto riguarda la vita media di un’auto a noleggio a lungo termine (prima di essere destinata alle vendita come ‘usato’) è di circa quattro anni.

 

E’ da registrare un certo apprezzamento da parte dei soggetti privati verso la formula del noleggio, senz’altro per la possibilità di accedere alla formula ‘all inclusive, di mettersi alla guida di un ultimo modello e di concordare un canone fisso mensile. Ampi margini di manovra offre poi il comparto delle auto elettriche: metà di quelle adesso in circolazione sono state immatricolate lo scorso anno proprio dagli operatori del noleggio.


Fonte: InfoBuild

CES 2020, nasce la città Toyota a misura di alta tecnologia

di Fabiano Polimeni

Dal CES di Las Vegas Toyota annuncia il progetto Woven City: 2.000 abitanti, una città costruita al posto di un impianto produttivo. Sarà un laboratorio vivente di alta tecnologia, sulla mobilità e non solo

L’ambiente ideale, la “città dei sogni” nella quale sviluppare tutto il potenziale della tecnologia, in ambito mobilità e non solo, nella realtà non esiste.

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TOYOTA WOVEN CITY AL CES DI LAS VEGAS

Così, perché non costruirne una a misura di futuro? Toyota presenta al CES 2020 il progetto Woven City, la città intrecciata, che mette in connessione la robotica e la guida autonoma, la produzione pulita di energia e spazi a misura d’uomo, l’intelligenza artificiale diffusa e ricerca accademica. 

Nascerà a Higashi-Fuji, là dove Toyota ha dismesso un impianto produttivo. Su 800 mila metri quadrati – grossomodo una superficie quasi doppia rispetto alla Città del Vaticano – verrà costruita una “città” destinata a essere popolata inizialmente da 2.000 abitanti.

L’inaugurazione è fissata a inizio 2021, quando lo studio condotto da Toyota con la collaborazione dello Studio di architettura del danese Bjarke Ingels, inizierà a prendere vita.

MOBILITÀ ELETTRICA E AUTONOMA

La visione legata alla mobilità prevede la circolazione solo di veicoli elettrici e autonomi, gli e-Palette di Toyota rappresenteranno la flotta per il trasporto condiviso e la consegna a domicilio di beni. Droni, micro-mobilità personale, il meglio della tecnologia troverà il proprio habitat.

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La mobilità come servizio potrà esprimersi nel potenziale più alto, immaginare di portare davvero su strada i sistemi on-demand con i veicoli a muoversi autonomamente e senza guidatore.

Approfondisci: Elettrici e autonomi, tutti i volti di e-Palette

CASE GREEN ED ENERGIA PER I FCEV

Se le barriere normative sono ancora insormontabili perché l’automazione completa diventi realtà su strada, la costruzione della Città intrecciata realizza un micro-cosmo ad altissimo tasso tecnologico.

È nella mobilità come nell’adozione in ogni casa – realizzate prevalentemente in legno, a basso impatto ambientale – di robot per un miglioramento delle operazioni nella quotidianità.

Leggi anche: Come funziona la tecnologia dell’elettrico a fuel cell

L’intelligenza artificiale si prenderà cura delle condizioni di salute degli abitanti, all’interno delle abitazioni, le case diverranno un tassello integrato con la mobilità, produrranno energia pulita dai pannelli fotovoltaici, energia destinata anche a produrre idrogeno per le auto fuel cell.

CITTADINI TIPO E STRADE

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Chi abiterà la Woven City di Toyota? Del nucleo di 2.000 abitanti faranno parte dipendenti del gruppo Toyota, venditori, pensionati, dipendenti di partner industriali, ricercatori, scienziati. Sarà una “polis aperta”, che offrirà l’ecosistema ideale per i ricercatori, promette Toyota.

Attenzione all’ambiente, sviluppo sul campo delle tecnologie, ricerca, collaborazione industriale, miglioramento delle condizioni di salute, sono alcuni degli obiettivi di quello che può definirsi come un laboratorio vivente.

Leggi anche: Micromobilità, monopattini come le bici elettriche

Ancora sul tema della mobilità, la visione urbanistica della Woven City progettata dallo Studio Ingels prevede tre tipologie di strade: l’arteria per i veicoli che si muovono a velocità più elevate; la strada condivisa tra veicoli a bassa andatura, pedoni e dispositivi di mobilità personale; le zone pedonali, passeggiate tra i parchi e le aree verdi disseminate nel piano urbano sugli 800 mila metri quadri. Tre tipologie di arterie che saranno intrecciate nel loro sviluppo.

INDICE DEI CONTENUTI


Fonte: FleetMagazine

Mobilità sostenibile: l’impegno di sonnen

L’azienda propone il servizio sonnenDrive dedicato a chi possiede una sonnenBatterie che, per sei mesi, potrà avere un'auto elettrica a noleggio

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Continua l’impegno a 360° di sonnen, azienda nota soprattutto per la produzione di sistemi storage ad alto contenuto tecnologico, su sostenibilità ambientale e autosufficienza energetica grazie alle rinnovabili.

 

Dopo aver reso disponibile in Germania l’innovativo servizio sonnenNow, che prevede la possibilità di utilizzare a noleggio, pagando un canone mensile, un impianto fotovoltaico e una sonnenBatterie, beneficiando dei vantaggi del pacchetto energia sonnenFlat che facilita l’indipendenza energetica dai fornitori tradizionali, ora lancia sonnenDrive.

L’obiettivo è come sempre quello di sostenere la transizione energetica aiutando i clienti a comprendere i vantaggi e le opportunità offerte dall’energia pulita, in tutti i settori.

 

Il nuovo servizio sonnenDrive, partito al momento in Germania, è dedicato a chi già possiede una sonnenBatterie che potrà scoprire tutti i vantaggi della mobilità elettrica.

 

Quello della mobilità sostenibile è un settore importante per sonnen che già nel 2018 ha presentato sonnenCharger, servizio di ricarica intelligente domestica, collegato all'impianto fotovoltaico e alla sonnenBatterie.

In cosa consiste sonnenDrive

I possessori della sonnenBatterie grazie al nuovo pacchetto potranno provare a noleggio, per un periodo di 6 mesi, un'auto elettrica nuova. Avranno dunque modo in questo periodo di sperimentare i vantaggi offerti da una macchina elettrica verificando se possa essere adatta ai propri bisogni, senza partire subito con l’acquisto.

 

Il pacchetto di noleggio comprende tutti i costi legati all'assicurazione, alla manutenzione e anche agli pneumatici.

Il costo per i clienti è assolutamente sostenibile, si parte infatti da 250 euro al mese, con un range variabile a seconda del modello scelto.

 

Anche la ricarica è agevolata perché, grazie alla scheda di ricarica sonnen, i clienti possono accedere a una rete di oltre 100.000 stazioni in tutta Europa.

 

Tutti gli interessati possono aderire alla proposta sonnenDrive, richiedendo la macchina elettrica che sarà consegnata nei primi mesi del 2020.  


Quanto costano i servizi di car sharing in Italia?

di Marco Castelli

Il car sharing è un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese. A pochi giorni dal debutto ufficiale di Share Now, il più grande polo dell’auto condivisa esistente al mondo, vediamo quanto costano e dove sono attivi i principali servizi di car sharing in Italia.

Quanto costano i servizi di car sharing? La domanda è di stretta attualità sia perché in questi giorni è nato ufficialmente Share Now, il più grande polo del car sharing in Italia e nel mondo costituito dall’unione di Car2go e DriveNow, sia perché il car sharing è una realtà in grande crescita, nel nostro Paese e non solo.

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Lo sviluppo del car sharing in Italia dal 2013 a oggi è stato costante e dirompente. Merito della crescita della sharing mobility, ma anche della volontà di ottimizzare l’utilizzo delle vetture: basti pensare che, secondo le statistiche più recenti, un veicolo di proprietà viene utilizzato in media solamente per il 5-10% del tempo nel corso della sua vita, mentre per il restante tempo rimane fermo e inutilizzato.

Approfondisci: come funziona il car sharing?

LA CRESCITA DEL CAR SHARING IN ITALIA

Il Rapporto Aniasa 2019 testimonia che lo scorso anno in Italia sono stati effettuati circa 12 milioni di noleggi, con 81 milioni di Km percorsi da parte di circa 1,8 milioni di iscritti.

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Anche gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio sulla Sharing Mobility (piattaforma lanciata nel 2015 dal Ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e che dallo scorso anno vede anche la partecipazione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) confermano quello della condivisione è un settore importante. Gli utenti della sharing mobility (car sharingscooter sharing e carpooling aziendale ed extra-urbano), in generale, sono arrivati, secondo le stime dell’Osservatorio, a 5,2 milioni.

Leggi anche: i servizi di car sharing che non ce l’hanno fatta a sopravvivere

I SERVIZI DI CAR SHARING IN ITALIA

In Italia, dal 2013 a oggi, sono nati numerosissimi servizi di car sharing a livello locale, molti dei quali legati alle Case automobilistiche e all’auto elettrica, il cui binomio con l’auto condivisa è sempre più forte. Un esempio su tutti? Corrente a Bologna, che conta oltre 200 Zoe.

Qui prendiamo in considerazione i principali servizi, diffusi in diverse città del nostro Paese e che contano flotte nell’ordine delle centinaia e, a volte, delle migliaia di veicoli.

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QUANTO COSTANO I SERVIZI DI CAR SHARING

ADDUMA CAR

Adduma Car, azienda siciliana promotrice della mobilità sostenibile, punta su un car sharing elettrico low cost. L’iscrizione è gratuita. Il servizio è attivo a Firenze e a Sesto Fiorentino e parte da 0,18 euro al minuto la prima ora, da 0,07 euro al minuto dalla seconda ora.

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SHARE NOW

Appena nato dall’esperienza di Car2go e DriveNow, il servizio unisce la gamma Smart, Mercedes, BMW e Mini, offrendo diversi modelli. Le città italiane in cui è attivo sono Milano, Torino, Roma, Firenze. Le tariffe partono da 0,19 euro al minuto e da 7,99 euro all’ora.

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Ci sono poi anche dei pacchetti, precisamente 24 ore, con 200 km inclusi, a partire da 69 euro; 48 ore, con 400 km inclusi, a partire da 109 euro; 72 ore, con 400 km inclusi, a partire da 139 euro, e 96 ore, con 400 km inclusi, a partire da 159 euro.

ENJOY

Il servizio di car sharing che vede protagoniste le famose Fiat 500 rosse e da poco anche i Fiat Doblò è attivo in ben 5 città: Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna. Le tariffe partono da 0,25 euro al minuto e l’iscrizione è gratuita. La tariffa giornaliera parte invece da 50 euro.  La tariffa chilometrica, invece, che scatta dopo 50 km, di 25 centesimi al chilometro.

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SHARE’NGO

Le auto elettriche gialle di Share’ngo sono presenti a Milano, Firenze, Roma e Modena. L’iscrizione è gratuita e la tariffa base è di 0,25 euro al minuto. E’ possibile poi usufruire di pacchetti personalizzati, che partono da 5 euro (per il pacchetto Benvenuto) e abbassano le tariffe. In questo caso, per 21 minuti, il prezzo è di 0,24 euro al minuto.

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UBEEQO

Ubeeqo, parte di Europcar Mobility Group, è il primo car sharing ad avere in flotta veicoli commerciali fin dalle sue origini. È attivo a Milano, con due diverse formule:

  • EASY, senza alcun costo di abbonamento e con tariffe orarie a seconda del veicolo scelto: 1h da 5 euro per una categoria small a 9 euro per un veicolo commerciale, 24h da 39 a 74 euro, 48h da 59 a 144 euro. I Primi50km sono gratuiti e inclusi ad ogni prenotazione, poi il costo al km è compreso tra i 0,25-0,30 euro/km.

  • FLEXY, con abbonamento mensile di 5 euro, gratuito per gli utenti Business con partita Iva. Le tariffe orarie a seconda del veicolo scelto: 1 ora da 2,2 a 3 euro, 24 da 29 a 59 euro, 48 da 39 a 109 euro.

La tariffa notturna dalle 20 alle 8 è di 1,80 euro/ora, cargo esclusi. A queste tariffe aggiungiamo il pacchetto km che, oltre i 100 km, riduce il costo a km a 0,19 euro.

Leggi anche: quanto costa Ubeeqo?

YUKO

Yuko, il servizio di car sharing ibrido di Toyota è nato a Forlì, ma oggi è attivo a Venezia. La vettura protagonista è la Yaris. L’iscrizione costa 15 euro, ma l’abbonamento annuale è gratuito. I prezzi partono da 0,65 euro al km; la tariffa oraria da 3 euro; la tariffa giornaliera da 55 euro. La tariffa chilometrica giornaliera, che scatta dopo 50 km, è di 0,30 euro.

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Fonte: FleetMagazine

La Cyber security in officina: come fare manutenzione garantendo la sicurezza

di Marina Marzulli

La sicurezza informatica dell’auto connessa è basilare. Come garantire sistemi inespugnabili agli hacker ma accessibili agli operatori dell’after market?

La cyber security – o sicurezza informatica – è il tema caldo del momento, che tocca anche l’automotive.  Dentro l’auto connessa ci sono i big data, la miniera d’oro su cui molti cercano di mettere le mani.

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Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, è stato molto diretto nel suo discorso annuale sullo stato dell’Ue: “Gli attacchi informatici possono essere più pericolosi per la stabilità delle democrazie e delle economie rispetto alle pistole e ai carri armati”.

I RISCHI DELLA CONNECTED CAR

Per cyber security si intende l’insieme di attività, regole e tecnologie messe in atto per contrastare le intrusioni nei sistemi informatici. Nel termine italiano “sicurezza” è compreso sia il concetto di security (per la protezione dalle violazione) sia quello di safety (incolumità dei passeggeri).

Leggi anche: La cyber security all’epoca delle smart car

Spiega Massimo Zenobi, Direttore ricerca e sviluppo della Divisione Telemobility di Texa: “La connected car è soggetta alle stesse preoccupazioni dei computer. Dentro un’auto ultimo modello ci sono 100 milioni di righe di codice, una complessità simile a quella di un aereo. Più il sistema è complesso più è vulnerabile, come una casa con tante finestre è più esposta ai ladri”.

Le best practice per la sicurezza

L’aumentata consapevolezza delle Case automobilistiche per quanto riguarda la cyber security  ha generato nuove best practice. Servono a garantire una costruzione del software che sia stratificata, suddivisa in moduli che non comunicano fra loro. Prosegue Zenobi: “Come ultima tappa di questa catena c’è l’addestramento degli operatori. Noi siamo fornitori di grosse Case auto e una nostra debolezza automaticamente diventa una debolezza del car maker. C’è in atto un processo importante di aumento della consapevolezza a tutti i livelli, l’abitudine alla sicurezza diventa automatica e serve a prevenire anche le intrusioni non intenzionali”.

Non sempre, infatti, a intrudere i sistemi sono hacker esterni dotati di cattive intenzioni (estrarre dati sensibili, furto di identità, danno alla reputazione di un’azienda), molti degli attacchi accadono all’interno delle stesse organizzazioni, per negligenza.  Per combattere gli hacker la parola chiave è criptatura: l’unico antidoto per sconfiggere le intrusioni. Come spiega l’esperto: “Se parliamo di una connessione sicura parliamo di una connessione criptata, che impedisce di leggere o scrivere su quel canale per tutta la durata della connessione”.

SICUREZZA E LIBERA CONCORRENZA

Il tema della sicurezza informatica si intreccia anche con quello della libera concorrenza, e le regole sono ancora in via di definizione. La Commissione europea ha avviato la revisione del Regolamento generale sulla sicurezza dei veicoli . Unece (la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite) vorrebbe arrivare entro fine 2019 a un quadro organico di regolamento europeo relativo all’omologazione di “sistemi di sicurezza informatica” autonomamente realizzati dai Costruttori sui propri veicoli.

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Essendo il car maker responsabile della sicurezza dei propri veicoli, gli stessi car maker potrebbero avere la libertà di progettare il proprio sistema di cyber security, senza la preliminare definizione di requisiti minimi, come finora fatto in generale per i veicoli a motore.  Questo potrebbe dare problemi in fase di manutenzione e autoriparazione, come fa notare Afcar (Alliance for the Freedom of Car Repair in Europe), l’alleanza europea per la libertà nell’autoriparazione.

Accessi “esterni” al sistema informatico dell’auto sono e saranno sempre necessari soprattutto in sede di manutenzione dell’auto, per la diagnostica ad esempio. La preoccupazione è che la cyber security possa permettere di erigere barriere il cui accesso potrà essere discrezionale, con possibile esclusione di molti autoriparatori indipendenti.

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Fonte: FleetMagazine