Auto elettriche, si studiano le batterie al grafene

Il materiale leggero e resistente è stato sperimentato nelle batterie per abbattere i tempi di durata delle ricariche. In Spagna una startup l’ha utilizzata per auto e moto, sotto rete fa parte delle racchette della linea Head legata alla Sharapova

DI ADRIANO TORRE

Negli smartphone, ma anche nelle racchette da tennis, nel noleggio di moto e bici a zero emissioni, E presto nel mondo dell’Automotive per favorire e ottimizzare i tempi della ricarica delle batterie delle auto elettriche. E’ il grafene, definito dagli studiosi il materiale magico. La… “cura” per una delle principale cause, se non la primaria, dell’ansia da… prestazione dell’automobilista alla guida di un’auto a zero emissioni cioè la durata delle batterie. Di sicuro uno dei temi maggiormente dibattuti quando si affronta il tema della nuova mobilità elettrica, Se ne parla da tempo, ma non è un problema che tocca soltanto il mondo dell’Automotive. Anzi, forse il dibattito è nato in altri settori. 

SENZA SURRISCALDAMENTO Per esempio quello della telefonia mobile, al punto da muovere i colossi alle prese con le continue proteste degli utenti sulla durata della carica degli smartphone sempre più soggetti a utilizzazioni differenti, non soltanto telefoniche, ma in nome di una globale connessione. Parliamo di Samsung, che secondo voci non ufficiali avrebbe testato delle nuove batterie al grafene, in grado di ridurre i tempi di ricarica di una batteria da 4.000 mAh (quella utilizzata su Samsung Note 9) pare addirittura a 30 minuti soltanto per la ricarica completa.

Quali sarebbero in sostanza i pregi delle batterie al grafene rispetto a quelle oggi di largo uso agli ioni di litio? Come detto la prima caratteristica è la maggiore rapidità di ricarica, inoltre ed è un fattore molto importante, le batterie al grafene non soffrono di surriscaldamento un problema che invece ha destato recentemente un po’ di preoccupazione (basti ricordare gli annunci sugli aerei…). E ancora, il processo di degrado della batteria al grafene ha un processo più lento per quanto riguarda il degrado e la dismissione, mentre quelle agli ioni di litio secondo alcune indicazioni perderebbero il 10% di efficienza all’anno.

A BARCELLONA Da ricordare che a Barcellona, al Mobile World Congress, l’ITT (Istituto Italiano di Tecnologia) aveva presentato un prototipo di batteria al grafene sottile come una maglia termica a pelle, leggero, flessibile e “lavabile”, capace di immagazzinare energia rinnovabile da utilizzare per la ricarica velocissima dei dispositivi portatili.

SOTTORETE CON LA DIVINA MARIA Il grafene, tra l’altro, ha un’altra applicazione in un campo sportivo: viene utilizzato per la realizzazione i racchette da tennis, per esempio la nuova serie Head Graphene 360 Instinct accompagnata da una madrina d’eccezione, Maria Sharapova e dedicata ai giocatori che “cercano maggiore potenza abbinata al massimo livello di comfort”, declinata in cinque livelli a seconda del… talento e delle necessità del giocatore. la nuova tecnologia Graphene 360 aggiunge stabilità, e un trasferimento dell’energia ottimizzato per una maggiore potenza e velocità della palla.

MATERIALE MAGICO Avremo un mondo al … grafene anche nell’a mobilità del futuro? La sperimentazione avanza, le aziende parlano di nuove batterie sicuramente entro il 2021 se non prima. Ma c’è ancora riserbo. Di sicuro il grafene è in grado di migliorare le prestazioni di una varia gamma di prodotti. E’ stato definito il “materiale magico”, è un conduttore elettrico migliore del rame, impermeabile, anche ai gas, sei volte più leggero dell’acciaio ma 200 volte più resistente, in pratica è quasi trasparente. Una startup spagnola (Earthdas) ha sviluppato una batteria al grafene ricaricabile in meno di 10 minuti per moto e bici elettriche. Dalle due alle quattro ruote non resta che… aspettare ancora un po’.


Fonte: Auto.it

Flotte a noleggio: con LeasePlan gestione efficiente e flessibile

L'offerta flessibile, innovativa, ecosostenibile e personalizzabile che rende LeasePlan il partner ideale per il noleggio delle flotte aziendali.

Scegliendo il noleggio delle flotte aziendali, le imprese possono contare su una soluzione di mobilità per il proprio business in grado di sollevarle dagli oneri legati alla gestione operativa e burocratica del proprio parco auto. Ai vantaggi pratici si aggiungono quelli economici, legati sia alle agevolazioni fiscali (detrazione IVA e deducibilità dei costi) previste dalla normativa vigente, che al non dover effettuare un ingente investimento immediato per l’acquisto dei propri veicoli aziendali, che in poco tempo subirebbero una rapida svalutazione.

A fronte di un canone mensile, con il noleggio a lungo termine le aziende possono contare su una flotta sempre efficiente e su una soluzione di mobilità continua per la propria flotta. I costi di manutenzione, copertura danni, tassa di proprietà, sostituzione e manutenzione dei pneumatici ed eventuale soccorso stradale sono infatti solitamente compresi nel canone. Il noleggio delle flotte permette così di far fronte agli imprevisti in maniera più semplice ed efficiente, garantendo così una certezza del costo sostenuto e una più corretta pianificazione delle spese.

Sul mercato vi sono numerose aziende specializzate nel noleggio a lungo termine, saper individuare tra queste il giusto partner rappresenta un aspetto cruciale. Tra le aziende storicamente attive in questo ambito c’è LeasePlan, leader mondiale nella gestione delle flotte aziendali che da oltre 25 anni accompagna le aziende italiane nella scelta della corretta soluzione di mobilità per il proprio business, offrendo loro un servizio personalizzato e personalizzabile, nonché l’assistenza di professionisti esperti in grado di guidare le imprese nella scelta della configurazione più adatta alla propria realtà tra tipologia di veicolo, durata del contratto, chilometraggio e servizi opzionali.

Innovazione e sicurezza

Con il Mobility Hub di LeasePlan le aziende possono contare su soluzioni diversificate a seconda delle proprie specifiche esigenze di mobilità, nonché su servizi telematici avanzati che consentono di ottimizzare consumi e percorrenze, ridurre furti e sinistri ed eliminare rischi e sprechi, controllando la propria flotta in tempo reale grazie ad un sistema satellitare di ultima generazione denominato Clear Box.

Noleggio mensile

L’estrema flessibilità di gestione del contratto di noleggio consente alle aziende clienti di LeasePlan di gestire possibili picchi di lavoro: FlexiPlan è il prodotto studiato dall’azienda per coniugare in un’unica soluzione i vantaggi del noleggio a lungo termine con la flessibilità del noleggio a medio termine.

Con FlexiPlan le aziende e le partite IVA possono gestire agevolmente le proprie esigenze di mobilità impreviste, stagionali o temporanee, noleggiando le auto a partire da un mese sfruttando tutti i vantaggi del noleggio a lungo termine e potendo restituire il veicolo in qualsiasi momento senza vincoli di durata e penali. Possibile anche cambiare in corsa categoria di veicolo, sulla base delle diverse esigenze temporanee. Il canone mensile comprende bollo, assicurazione, manutenzione, assistenza stradale, la telematica a bordo, pneumatici invernali e veicolo sostitutivo in caso di manutenzione del proprio.

Flotta sostenibile

Noleggiando la propria flotta con LeasePlan si ha la certezza di avere un parco auto con le minori emissioni di CO2, elemento che oltre ad aiutare l’ambiente offre la possibilità di poter circolare sempre, evitando i blocchi del traffico imposti alle auto più inquinanti. Inoltre, nell’incertezza normativa attuale riguardante determinate motorizzazioni, sarà una scelta saggia per Pmi e professionisti affidarsi a LeasePlan, in quanto quest’ultima si prenderà l’onere di qualsiasi problematica derivante da cambiamenti legislativi.

LeasePlan aderisce inoltre all’iniziativa EV100 che riunisce aziende lungimiranti, dedite ad accelerare la transizione verso i veicoli elettrici (EV), e a rendere, entro il 2030, il trasporto elettrico la nuova normalità. Noleggiando la propria flotta con LeasePlan si potrà rimanere costantemente aggiornati sui livelli di emissione dei veicoli della propria flotta ed avere un confronto con le statistiche del mercato, così da avere modo di gestire ed ottimizzare i consumi del proprio parco auto.


Fonte: PMI.it

Il sentiment dei clienti del noleggio chiude malino il 2018

di Oliviero Cresta

L’indice del sentiment della media dei clienti dei noleggiatori italiani (calcolato come ogni mese da Rental Blog in base ai dati Istat sul clima di fiducia delle aziende) purtroppo chiude il 2018 con il quinto mese di calo consecutivo, a testimonianza di una situazione che è andata progressivamente deteriorandosi nella seconda metà dell’anno. L’indice a Dicembre infatti cala da 119,2 a 117,8 punti, e cala in tutti i segmenti del mercato, a eccezione della Grande Distribuzione e più in generale del commercio al dettaglio.

A testimonianza di una situazione complicata, nello stesso periodo anche il sentiment generale delle imprese italiane (calcolato dall’Istat) è sceso, passando da 101 a 99,8 punti.

FONTE: ISTAT

FONTE: ISTAT

Il clima di fiducia delle imprese industriali scende leggermente, passando da 104,6 a 103,6 punti. Il calo del sentiment nell’industria è fortunatamente lento, ma purtroppo è costante negli ultimi 4 mesi. A Dicembre peggiorano i giudizi sia sugli ordini che sulla domanda; il saldo delle scorte di magazzino aumenta rispetto al mese precedente. Più confortante è il fatto che salgano le aspettative sui livelli di produzione.

L’indice del sentiment delle imprese di costruzione scende di circa due punti, passando da 132,5 a 130,3. Peggiorano sia i giudizi sugli ordini che le aspettative sull’occupazione. Il clima di fiducia migliora leggermente nell’ingegneria civile e nella costruzione di edifici, ma peggiora notevolmente nei lavori specializzati. Per quanto riguarda la percentuale di imprese che denuncia la presenza di ostacoli limitanti, si registra un leggero ma continuo aumento negli ultimi mesi: a Dicembre l’indice arriva al  53,4%).

Fonte: Istat

Nel settore dei servizi di mercato l’indice destagionalizzato del clima di fiducia scende da 101,7 a 99,5. Si segnala il deterioramento dei giudizi sull’andamento degli affari e sul livello della domanda; le attese sugli ordini sono invece in aumento. Gli indici di fiducia settoriali calano in tutti i segmenti tranne che in quello del turismo.

Da ultimo, il clima di fiducia nel commercio al dettaglio è l’unico a migliorare, passando da 102,1 a 104,8. Esso migliora anche per la Grande Distribuzione, dove passa da 104 a 106,6. In generale qui migliorano tutte le componenti dell’indice.

NOTA: Dal 2012 abbiamo deciso di inserire un indicatore per aiutare le imprese del noleggio a valutare la situazione attuale del settore. Si tratta di un indice costruito come media ponderata di dati forniti dall’Istat sul clima di fiducia delle imprese italiane per i quattro settori principali di clientela dei noleggiatori italiani B2B, ossia (in ordine di importanza):

  • imprese di costruzione;

  • imprese industriali;

  • imprese della Grande Distribuzione;

  • imprese di servizi.

L’indice si basa su questa logica: maggiore è la fiducia (ossia il livello di ottimismo per la situazione attuale e futura della propria azienda e del proprio settore) dei clienti del noleggio, maggiore è e sarà la loro necessità di beni e servizi, sia da acquistare che da noleggiare, per soddisfare le esigenze di un’attività aziendale in crescita attuale o prevista. Al contrario, se le prospettive per i clienti del noleggio sono grigie, si tratta di un brutto segnale anche per i noleggiatori stessi.

Le 10 Auto Elettriche più vendute in Italia nel 2018

Marina Marzulli

Per usare un tono trionfalistico, potremmo dire che le vendite di auto elettriche sono più che raddoppiate nel corso dell’ultimo anno. Le immatricolazioni in Italia nel 2018 sono state 4.997, mentre nell’anno precedente erano state 2.022. I numeri assoluti, però, sono ancora bassi e le auto elettriche rappresentano lo 0,3% delle nuove registrazioni. Ma quali sono stati i modelli a zero emissioni più venduti nel 2018? Scopriamolo insieme.

LE AUTO ELETTRICHE PIÙ VENDUTE

La maggior parte delle vendite sono rappresentate dai primi tre modelli in classifica: Nissan Leaf, con 1.448 immatricolazioni, la versione elettrica di Smart Fortwo, con 1.051 auto, e la Renault Zoe, con 1.028 nuove registrazioni.  Tre utilitarie elettriche, molto adatte agli spostamenti cittadini, dove possono approfittare di tutte le facilitazioni legate alla mobilità elettrica, come l’accesso alla ZTL o ai parcheggi blu a pagamento.

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LE AUTO ELETTRICHE PIÙ VENDUTE

La maggior parte delle vendite sono rappresentate dai primi tre modelli in classifica: Nissan Leaf, con 1.448 immatricolazioni, la versione elettrica di Smart Fortwo, con 1.051 auto, e la Renault Zoe, con 1.028 nuove registrazioni.  Tre utilitarie elettriche, molto adatte agli spostamenti cittadini, dove possono approfittare di tutte le facilitazioni legate alla mobilità elettrica, come l’accesso alla ZTL o ai parcheggi blu a pagamento.

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Ricarica privata

Per quanto riguarda le opportunità di ricarica privata l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti evidenzia come i costi connessi siano influenzati da una molteplicità di fattori, tra i quali sono citati:

  • la possibilità di utilizzare un punto di prelievo (POD) già attivo o la necessità di doverne attivare uno nuovo dedicato alla ricarica;

  • la capacità di gestire in modo intelligente la contemporaneità dei carichi (al fine di limitare la necessità di incrementi di potenza impegnata);

  • il costo della componente “materia energia” previsto dalle diverse offerte commerciali disponibili sul mercato;

  • la possibilità di soddisfare una parte del fabbisogno di energia per la ricarica tramite autoproduzione;

  • la possibilità di aggregare in un’unica unità di consumo box condominiali di diversi proprietari.

Leggi anche: Il manuale di Volkswagen per realizzare una infrastruttura di ricarica elettrica in azienda

Ricarica pubblica

Per quanto riguarda le opzioni di ricarica pubblica, le direttive europee stabiliscono che il servizio debba svilupparsi in concorrenza. Tanti i soggetti presenti sul mercato, che offrono servizi di ricarica a condizioni economiche molto diversificate. Ad esempio: ricarica gratuita o scontata per i clienti di un hotel o di un centro commerciale, ricarica fatturata in base al consumo di energia, ricarica fatturata in base al tempo di occupazione del parcheggio. Uno dei problemi è la scarsa interoperabilità dei vari servizi, per cui non è detto che un’auto elettrica possa fare rifornimento liberamente in qualunque postazione di ricarica pubblica (come avviene per i classici distributori di benzina).

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La legge di Bilancio 2019 ha previsto che le infrastrutture di ricarica elettrica possano usufruire di una detrazione fiscale del 50% (su un ammontare complessivo massimo di 3.000 euro). In base alla nuova norma europea, le colonnine di ricarica dovranno essere installate in tutti gli edifici di nuova costruzione e in quelli sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. In Italia dal 1° gennaio 2018 il titolo abilitativo per i nuovi edifici è vincolato alla predisposizione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli. 

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COSÌ CAMBIA IL MERCATO DEL NUOVO

Nel 2018 il mercato delle auto nuove ha fatto registrare alcuni cambiamenti sostanziali. Dopo quattro anni di crescita, c’è stata una decrescita (non tanto felice) di 1,7 miliardi di euro rispetto ai 39,9 del 2017, secondo le stime esclusive del Centro Studi Fleet&Mobility. Anche il prezzo medio per vettura è tornato di nuovo sotto i 20mila euro (era in aumento dal 2012), con una contrazione dell’1% che in realtà non dice tutto sullo sforzo che costruttori e rivenditori hanno fatto per mettere le auto sulle strade. L’aumento dei listini intervenuto in corso d’anno e il diverso mix di segmenti (le piccole hanno ceduto oltre un punto di quota alle medie) hanno prodotto un ulteriore 1,5% di valore, di cui però non c’è traccia, segno che è stato tutto riversato sul prezzo netto. Dunque, sembrerebbe che il sistema abbia scontato di circa 500 euro a macchina, piazzando comunque 66mila auto in meno. Perché tanta pressione?

Due ragioni. Primo: i target fissati per l’anno erano troppo alti, ovviamente. Negli anni bui della crisi si diceva che il mercato sarebbe risalito e che il livello fisiologico fosse intorno a 1,8 milioni: è bastato un anno, solo uno, di rimbalzo sotto i 2 milioni, per giunta drogatissimo da «Km 0» come mai prima, per dimenticarsene.

Secondo: in agosto i costruttori hanno dovuto immatricolare auto che, con il nuovo sistema WLTP, dopo non sarebbe stato possibile immettere sul mercato. Anche questo sapevano da anni. E anche questo hanno finto di scoprirlo a luglio. Così, sotto con i «Km 0» alla rete, aumentati ancora rispetto al 2017, mentre invece le auto-immatricolazioni delle Case diminuivano del 40%. Come mai?

Perché Fca ha tirato il freno, potendo guardare più alla qualità che alla quantità delle vendite, grazie al fatto che la strategia di puntare sui brand premium Jeep, Alfa e 500 ha iniziato a pagare. Jeep è cresciuta in volume di oltre il 70% e in valore di più, avendo spostato il mix da Renegade a Compass. Alfa, pur avendo perso qualcosa in volume, ha recuperato in valore, spostando le vendite da Giulietta a Giulia e Stelvio, soprattutto. Il risultato netto è stato che il gruppo Fca in valore ha guadagnato quasi mezzo punto di quota di mercato, secondo le stime preliminari del Centro Studi Fleet&Mobility.