di Nicola Desiderio
ROMA - La mobilità del futuro è un business troppo importante perché non vogliano esserci anche le società di noleggio a lungo termine, soprattutto perché i dati dimostrano che è proprio il mondo corporate – tradizionale terreno di caccia delle NLT – quello più orientato verso i nuovi strumenti che consentono di muoversi nel modo più facile ed efficiente. Secondo una ricerca della società di consulenza Frost&Sullivan realizzata per ALD, a Londra il 22% degli utenti corporate si rivolge al car sharing contro il 9% dei privati. Un dato sicuramente amplificato dai costi della capitale britannica (vd. congestion charge), ma che indica chiaramente come le aziende possano orientare la loro domanda prima e muovendo una massa critica più massiccia.
Il 25% del business della corporate mobility passa infatti attraverso le società di noleggio a lungo termine e questo rappresenta per loro un enorme vantaggio competitivo verso il mercato della mobilità integrata di fronte al moltiplicarsi dei concorrenti vecchi, come le case automobilistiche, e nuovi come le tech company (vedi fenomeni come Google e Uber). La sfida è diventare il collettore privilegiato della mobilità integrata, difendendo i propri clienti e conquistandone di nuovi. Ecco perché ALD punta ad avere una piattaforma tecnologica sviluppata totalmente al proprio interno, potenziando l’app MyALD che oggi serve come strumento di gestione e contatto presso i propri 25mila clienti, con 1,33 milioni di veicoli in 41 paesi, un decimo dei quali solo in Italia. La prospettiva è farne una finestra multimodale per permettere a tutti gli utilizzatori di accedere ad una gamma sempre più completa di servizi.
Nel frattempo ALD ha già messo in campo da un paio di anni Ricaricar, una formula di noleggio “pay per use” che prende ad esempio il car sharing e il mondo della telefonia. La convergenza tra le varie forme di mobilità passa anche – o forse soprattutto – dai modelli di fruizione e dalla loro flessibilità, dal fatto che costituiscano un fatto di costume e siano facili da utilizzare. La sempre maggiore propensione dei clienti verso il servizio a discapito del mezzo, all’utilizzo più che al possesso, costringe ad un riorientamento anche le società di noleggio a lungo termine, una formula che prevede comunque una corrispondenza fissa tra mezzo ed utilizzatore. La connettività, l’elettrificazione e la guida autonoma renderanno la mobilità sempre più fluida, sicura e pulita e sempre più labili i confini tra mobilità privata ed aziendale.
Se già oggi si parla di passaggio dal total cost of ownership (TCO) al total cost of usership (TCU), domani avremo il total cost of mobility (TCM). I fattori culturali, demografici e di costume saranno il motore di questi cambiamenti che muteranno anche la distribuzione dei prodotti di mobilità. ALD vede un futuro nel quale, oltre al web, ai broker e ai concessionari di auto, ci saranno anche i Mobility Experience Centre, ovvero negozi di mobilità dove si potrà acquistare di tutto, dal noleggiare un’auto per 48 mesi al prendere uno skateboard elettrico per un’ora. ALD ne ha già uno ad Amsterdam e sta pensando di sviluppare e allargare tale modello distributivo anche ad altri paesi, tra i quali l’Italia. Forse non è lontano il giorno in cui, invece di entrare in concessionaria per acquistare un’automobile, entreremo in uno di questi negozi di mobilità capaci di offrire, in poco spazio, la varietà del supermercato con l’aggiunta di quel tocco umano che – per fortuna – farà ancora la differenza.
Articolo pubblicato su Il Messaggero Motori