Mercato auto, tempo di bilanci: frenano le vendite, crescono i noleggi

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Nel 2019 il mercato delle auto ha confermato il trend già visto in passato, ovvero quello fatto di alti e bassi che ha interessato le vendite sia del nuovo che delle vetture di seconda mano.

È vero che in alcuni mesi del 2019 ci sono stati aumenti che hanno fatto sperare in una risalita, ma i rari momenti positivi sono stati azzerati da altrettanti cali e percentuali decisamente negative.

Andiamo ad approfondire i dati per poi soffermarci sul settore del noleggio a lungo termine.







Nel 2019 il mercato delle auto ha confermato il trend già visto in passato, ovvero quello fatto di alti e bassi che ha interessato le vendite sia del nuovo che delle vetture di seconda mano.

È vero che in alcuni mesi del 2019 ci sono stati aumenti che hanno fatto sperare in una risalita, ma i rari momenti positivi sono stati azzerati da altrettanti cali e percentuali decisamente negative.

Andiamo ad approfondire i dati per poi soffermarci sul settore del noleggio a lungo termine.

I DATI DEL MERCATO VENDITE AUTO – Il mercato europeo delle auto nel 2019 si rivela in piena stagnazione, nonostante il balzo in avanti del +4.9% verificatosi ad ottobre. Uno scenario pienamente compatibile con la situazione internazionale, che risente sia di un’economia debole, sia delle campagne di demonizzazione delle motorizzazioni diesel, considerate eccessivamente inquinanti.

Intanto tardano ad arrivare sul mercato delle alternative accettabili, sia come versatilità che come economicità, e i dubbi sulla scelta di un’auto sostitutiva soffocano il mercato delle auto nuove. Ciò non vuol dire che le vendite delle altre motorizzazioni non stiano crescendo, ma le percentuali non sono ancora sufficienti a rimpiazzare le poche vendite di auto del tipo a combustione e a far ripartire il mercato.

Un mercato che in Europa si rivela a doppia trazione, trascinato soprattutto dalla Germania, che è l’unica a crescere rispetto al 2018. Tengono invece, nonostante il calo, il Regno Unito, la Francia, l’Italia e la Spagna. Non va meglio nel resto del globo e a soffrirne di più sono le nazioni che basano buona parte della propria economia su questo settore, come la Germania che ha subito il calo degli altri mercati esteri.

CRESCE INVECE IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE – Con un mercato ancora privo di una direzione certa chi ha la necessità di cambiare auto, spesso, preferisce scegliere la soluzione del noleggio, e i numeri di Dataforce confermano questa tendenza. I dati del nolo a lungo termine di novembre riportano un incremento del 48,84%, dopo un ottobre con un +39,97% e un settembre al +37,7%, che porta il 2019 a registrare 262.000 contratti NLT in più rispetto al 2018.

In sintesi, si parla di una crescita del 6,87% alla quale si contrappone un calo di -1,79% del comparto dei veicoli commerciali. Oggi infatti anche per i privati diventa più semplice trovare delle offerte vantaggiose per il noleggio a lungo termine, su carplanner.com sono presenti diversi modelli, dalle city car alle berline.

Gli ultimi dati dimostrano dunque come le cose stiano davvero cambiando, il noleggio è sempre più spesso la soluzione più comoda per molti automobilisti che hanno la necessità di cambiare l’auto. Una soluzione che aiuta in maniera significativa ad affrontare la necessità sempre più impellente di rinnovare il parco auto circolante, attualmente troppo vecchio e inquinante.


Detrazione IVA ridotta per le auto fino al 2022

Nella riunione del 5 dicembre 2019 l’Ecofin ha adottato la decisione di esecuzione n. 2019/2138, che autorizza il Governo italiano a prorogare, sino al 31 dicembre 2022, la detrazione dell’IVA nella misura ridotta del 40% per le autovetture utilizzate nell’ambito dell’attività aziendale o professionale. La detrazione forfetaria si applica ai veicoli stradali a motore utilizzati per finalità sia imprenditoriali/professionali che private, non solo se acquistati ma anche se acquisiti in locazione, anche finanziaria, e noleggio. Nella stessa misura del 40%, risulta detraibile l’IVA relativa alle spese di gestione, manutenzione e transito stradale.

A seguito della sentenza “Stradasfalti”, resa dalla Corte di giustizia nella causa C-228/05 del 14 settembre 2006, la previsione di indetraibilità oggettiva dell’art. 19-bis1, comma 1, lettera c), del D.P.R. n. 633/1972 è stata modificata, disponendo che l’IVA relativa all’acquisto o all’importazione di veicoli stradali a motore che non formano oggetto dell’attività propria dell’impresa, nonché all’acquisizione di beni e servizi ad essi correlati, non è ammessa in detrazione, salvo che per gli agenti o rappresentanti di commercio, a decorrere dalla pubblicazione nella GUUE dell’autorizzazione con la quale il Consiglio europeo riconosce all’Italia la possibilità di stabilire una misura ridotta della percentuale di detrazione dell’imposta, senza prova contraria.

Il Consiglio, con la decisione n. 2007/441/CE, ha autorizzato l’Italia a predeterminare, nella misura del 40%, la quota dell’IVA detraibile sulle autovetture utilizzate nell’ambito dell’attività aziendale o professionale, sicché la legge n. 244/2007 (Finanziaria 2008) ha modificato la lettera c) dell’art. 19-bis1 del D.P.R. n. 633/1972 al fine di allinearla al contenuto della decisione comunitaria.

È stato espressamente previsto che, dal 28 giugno 2007, i limiti alla detraibilità si riferiscono ai “veicoli stradali a motore”, vale a dire a tutti i veicoli a motore, diversi dai trattori agricoli o forestali, normalmente adibiti al trasporto stradale di persone o beni la cui massa massima autorizzata non supera 3.500 kg e il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, non è superiore a otto. Peraltro, dall’ambito applicativo della “nuova” disciplina sono espressamente esclusi i motocicli di cilindrata superiore a 350 centimetri cubici.

Proroghe successive

L’autorizzazione comunitaria, originariamente concessa sino al 31 dicembre 2010, è stata via via prorogata:

- sino al 31 dicembre 2013, dalla decisione n. 2010/748/UE;

- sino al 31 dicembre 2016, dalla decisione n. 2013/679/UE;

- sino al 31 dicembre 2019, dalla decisione n. 2016/1982/UE.

Le ragioni dell’ulteriore proroga al 31 dicembre 2022, concessa da ultimo al Governo italiano, sono esposte nel considerando n. 5 alla decisione n. 2019/2138 adottata dal Consiglio europeo il 5 dicembre 2019, in cui si dà atto che:

“Based on the information currently available, Italy maintains that a rate of 40% is still justified. Italy also maintains that suspending the requirement to account for VAT on the private use of a motor vehicle subject to that 40% limit is still necessary to ensure that the measure is complete and consistent. According to Italy, this would prevent double taxation. Italy also maintains that those derogating measures are justified by the need to simplify the procedure for collecting VAT and to prevent tax evasion resulting from incorrect record-keeping and false tax declarations”.

Ambito applicativo della detrazione ridotta

Si ricorda, infine, che, ai sensi dell’art. 19-bis1, comma 1, lettera d), del D.P.R. n. 633/1972, il limite di detrazione del 40% si applica anche per i contratti di locazione, anche finanziaria, e noleggio dei veicoli stradali a motore, nonché per le spese di gestione, manutenzione e transito stradale; per l’acquisto di carburanti e lubrificanti, la detrazione presuppone anche l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, come previsto dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 73203/2018.

Per i veicoli stradali a motore utilizzati esclusivamente nell’esercizio dell’attività economica l’IVA è detraibile in misura integrale, sempreché non sussistano limitazioni derivanti dall’effettuazione, a valle, di operazioni esenti o non soggette ad imposta.

Si considerano utilizzati esclusivamente nell’esercizio dell’impresa - oltre ai veicoli che formano parte dei beni strumentali, quelli utilizzati dalle scuole guida oppure destinati a noleggio o leasing, ovvero usati da rappresentanti di commercio o come taxi - anche i veicoli stradali a motore acquistati dal datore di lavoro o acquisiti in base a contratti di noleggio o locazione, anche finanziaria, e successivamente messi a disposizione del personale dipendente a fronte di uno specifico corrispettivo, che integra un’operazione imponibile ai sensi dell’art. 24 della direttiva n. 2006/112/CE.

Se il corrispettivo specifico è inferiore al “valore normale”, la base imponibile è commisurata al fringe benefit ai fini IRPEF, comprensivo delle somme eventualmente trattenute al dipendente e al netto dell’IVA nello stesso importo inclusa.

Per i veicoli concessi in benefit a titolo gratuito, la detrazione è, invece, ammessa nella misura ridotta del 40%, al pari dei veicoli che l’esercente attività d’impresa, arte o professione utilizza esclusivamente per fini privati. In questa ipotesi, l’art. 3, comma 6, lettera a), D.P.R. n. 633/1972 dispone che, per il datore di lavoro, non si applicano le regole in materia di autoconsumo e, quindi, la messa a disposizione è esclusa da IVA.


Fonte: IPSOA

RICERCA ALTROCONSUMO: MEGLIO IL NOLEGGIO AUTO A LUNGO TERMINE O L’ACQUISTO? I RISULTATI

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Meglio noleggiare un’auto a lungo termine oppure meglio acquistarla? Va da sé che «dipende dalle esigenze», spiega una ricerca Altroconsumo, che ha fatto i “conti della serva” confrontando le spese di utilizzo e di mantenimento di un’auto nuova di proprietà, cui ha sommato le spese di acquisto. Poi le ha confrontate con quelle legate al noleggio per 36 o 48 mesi. Al netto delle seccature e dei pensieri connessi con la gestione di un’auto propria.

L’associazone dei consumatori ha analizzato le principali offerte presenti sul mercato confrontando i costi del noleggio a lungo termine (da 36 a 60 mesi) con quelli di acquisto relative a city car e auto di grossa cilindrata (con o senza rate).

Grazie alle agevolazioni fiscali, il noleggio a lungo termine è particolarmente adatto a imprese e professionisti, ma sta riscuotendo un grande successo anche tra i privati. Si tratta di un trend che in Italia è in aumento: nel 2019 c’è stato un incremento del 20% delle auto immatricolate per il noleggio. E 33.353 unità nel solo mese di maggio 2019, a conferma dell’interesse di sempre più persone alla formula dell’affitto tutto compreso: dalle assicurazioni alla manutenzione.

Leggi i test di Altroconsumo sul Diesel

RICERCA ALTROCONSUMO: I RISULTATI DELL’ANALISI

Altroconsumo ha contattato 4 aziende di Nlt presenti sul mercato: Arval, ALD automotive, Leaseplan e Leasys. Obiettivo: analizzare le condizioni contrattuali ed assicurative e per calcolare se convenisse o meno il noleggio rispetto all’acquisto, paragonando i costi da dover affrontare, nello stesso periodo di tempo, sia per comprare un’auto che per noleggiarla.

Dalle analisi effettuate è stato evidenziato che il noleggio a lungo termine conviene quasi sempre per le auto di grossa cilindrata vista la loro velocità nell’essere deprezzate. Ma non è così per le city car, capaci di mantenere il proprio valore economico per periodi più lunghi.

Scopri lo studio Aniasa sul noleggio auto lungo termine

Se è vero che il costo del noleggio comprende bollo, l’assicurazione RC Auto, quella contro furto e incendio e i danni dell’auto, nonché la manutenzione ordinaria e straordinaria, nel valutare la convenienza del noleggio a lungo termine bisogna tenere però presente che il locatario è responsabile di tutto ciò che accade al veicolo. La proprietà dell’auto resta della società che si occupa del noleggio e il cliente deve mantenere il veicolo in buone condizioni, che saranno valutate al momento della riconsegna alla fine del noleggio.

RICERCA ALTROCONSUMO: COME INIZIARE (E TERMINARE) IL NOLEGGIO

La prassi per iniziare il rapporto con le società che si occupano di noleggio a lungo termine è pressoché uguale per tutte. Al potenziale cliente viene fatto compilare online un preventivo generico. Poi viene ricontattato telefonicamente per metterne a punto uno personalizzato. Il tutto quindi avviene online e via telefono, senza poter parlare di persona con un venditore.

Attenzione a richiedere e leggere con attenzione il contratto. Su 24 prove pratiche svolte a Roma, Milano e Napoli solo una volta ha ricevuto informazioni complete ed esaustive, secondo Altroconsumo. In ogni caso, se il contratto è stato concluso a distanza, il cliente ha diritto a recedere entro 14 giorni dalla conclusione.

Leggi la ricerca sul Noleggio auto a lungo termine nelle flotte aziendali

Da tenere sotto controllo, poi, le varie voci dei costi del noleggio. Oltre al canone mensile, bisogna tenere presente che quasi sempre sarà richiesto un anticipo, di 10 o il 20% del prezzo di listino dell’auto. Questo non va confuso con il deposito cauzionale, richiesto al cliente per ripagare eventuali canoni non versati o danni al veicolo. La cifra dell’anticipo è una componente che insieme al canone definisce il prezzo del noleggio. L’anticipo è in parte restituito se il cliente recede dal contratto prima del termine del contratto.

Leggi Il noleggio auto lungo termine cresce e piace al 50% degli italiani

Come accenanto, nel prezzo del noleggio sono comprese tutte le forme di manutenzione dell’auto, ordinaria e straordinaria. Oltre alle coperture assicurative, che cambiano a seconda delle condizioni stipulate e che devono sempre essere valutate attentamente in ogni loro parte. Qui sotto i risultati chiave della ricerca Altroconsumo.

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Fonte: Missionline

Come va il mercato auto italiano? Le classifiche per canali di vendita

Una panoramica delle classifiche di vendite dei marchi per ogni singolo canale, dai privati ai km0, per comprenderne meglio le dinamiche

Andrea Tartaglia

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I numeri relativi alle immatricolazioni di automobili in genere permettono di capire quali marchi vendono di più, ma spesso offrono solo la visione complessiva, quella del totale di vetture vendite e immatricolate. Il mercato, però, è comporto da diversi canali di vendita, ognuno con le sue dinamiche e ognuno con la propria profittabilità.

Iniziamo con il dire che sono quattro i canali utilizzati per immatricolare una vettura: privati, società, chilometri zero e noleggi.

Anche se, come vedremo tra poco, non sono tutte vendute all’utilizzatore effettivo le auto che ricevono una targa. L’andamento di ognuno di questi sottoinsiemi e il dato complessivo ci dicono qual è lo stato di salute del mercato auto nazionale, per questo abbiamo analizzato le immatricolazioni dei primi undici mesi del 2019 suddivise per canale in rapporto alle immatricolazioni totali di ogni singolo marchio.

Il mercato auto si divide in quattro canali di vendita, quello dei privati pesa oltre la metà del totale

Il mercato auto si divide in quattro canali di vendita, quello dei privati pesa oltre la metà del totale

QUATTRO CANALI DIVERSI

Il canale di vendita “privato” è quello che raggruppa tutte le auto immatricolate ad una persona fisica, per dirla in maniera burocratica quelle contraddistinte da un codice fiscale e dall’uso privato del veicolo. Si tratta di un dato di fondamentale importanza, perché riguarda le famiglie italiane e quindi rappresenta un valido indicatore dei consumi. Da solo ha una quota di mercato pari al 57,1% nel 2019.

Il canale “azienda” che raggruppa le vendite a persone giuridiche contraddistinte da una partita iva come società, professionisti e agenti di commercio. Tiene conto sia degli acquisti che dei leasing, ma non include le auto aziendali prese a noleggio dalle società, che confluiscono del canale di vendita dedicato. “Pesa” per una quota di mercato del 5% rispetto al totale.

Quello delle “autoimmatricolazioni” è canale di vendita anomalo - perché riguarda le auto targate da concessionari e case auto – ma rappresenta il 13,5% delle immatricolazioni totali. Alcune vengono utilizzate nell’esercizio di impresa come aziendali (date in uso a dipendenti o dimostrative per test drive). Altre diventano “Km zero” perché non utilizzate - di fatto rimangono ferme in attesa di essere rivendute come usate, di qui la definizione – servendo solo a raggiungere i target di mercato.

Il canale “noleggio”, infine, si compone di due sottoinsiemi: quello a “breve termine” – che raggruppa le auto acquistate dai noleggi di breve durata, che le tengono generalmente dai 12 ai 18 mesi – e quello a “lungo termine”, che interessa vetture date in locazione per periodo compresi tra i 24 e i 60 mesi. Hanno una quota di mercato rispettivamente del 7,5% e del 14,7%.

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PRIVATI

Sopra la classifica con vendite a privati da gennaio a novembre 2019

Partiamo dall’analizzare le immatricolazioni del canale vendita privato tra gennaio e novembre dell’anno corrente. Rispetto allo stesso periodo del 2018 il segmento è cresciuto leggermente – lo 0,4% in più – mostrando un timido seppur incoraggiante progresso. Inoltre, la crescita delle formule di noleggio dedicate ai consumatori ha sicuramente fatto travasare un po’ di vendite verso il canale del noleggio a lungo termine.

Porsche, Lamborghini e Ferrari occupano le prime tre posizione, segno evidente che auto di un certo tipo si preferisce intestarle ad aziende, magari tramite leasing. A conferma di questa tendenza, nella classifica seguono Tesla, Maserati e Land Rover. Lancia, Opel, Dacia e Suzuki sono i marchi meno acquistati dalle aziende, a parte Opel hanno gamme di modelli piccoli e dal posizionamento specifico: Suzuki è nota soprattutto per le doti fuoristradistiche, Dacia per il prezzo “low cost”, mentre Lancia ha solo la Ypsilon in listino.

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AUTOIMMATRICOLAZIONI E KMO

Sopra la classifica con vendite sul canale della autoimmatricolazioni da gennaio a novembre 2019

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Quello delle autoimmatricolazioni, più che un canale di vendita è una valvola si sfogo che permette a case auto e concessionari di generare volumi di immatricolazioni pur senza aver ancora venduto l’auto al cliente finale, privato o società che sia. Tolte le vetture effettivamente utilizzate per l’attività delle aziende del settore, le altre che rimangono ferme in attesa della vendita, che finisce conteggiata come usata, visto che l’auto a km zero è già targata viene effettuato un passaggio di proprietà.

Lo scopo delle autoimmatricolazioni – in calo nel del 13% nel 2019 - è quello di centrare i target di vendita e maturare i relativi bonus, di conseguenza la classifica di questo segmento va letta al contrario: fa meglio chi ha percentuali basse di autoimmatricolazioni, come Suzuki, Porsche, Ford, Tesla e Kia. Tra i marchi che nel 2019 hanno targato molto tra case e concessionari spiccano Lamborghini, Mini, Smart, BMW e Lancia. In termini di valori assoluti sono significative le 12.843 autoimmatricolazioni di BMW così come le 14.457 di Jeep o le 18.164 di Peugeot, marchi di successo che non hanno bisogno di spingere sui volumi.

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NOLEGGIO A BREVE TERMINE

Sopra la classifica con vendite sul canale del noleggio a breve termine

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Quando noleggiamo una vettura per un breve periodo, da poche ore a qualche settimana magari per le vacanze o per lavoro utilizziamo una delle tante auto delle aziende di noleggio a breve termine. Un settore che impiega modelli di tutti i tipi: dalle citycar ai modelli premium, fino alle auto di alta gamma incluse quelle supersportive, proposte da aziende specializzate oltre che dalle multinazionale note.

E in effetti, a guardare le immatricolazioni del segmento – cresciute del 4,7% quest’anno - scopriamo che in cima agli acquisti dei noleggiatori a breve termine ci sono Jaguar, Fiat, Audi, Smart, DS e Renault. Una pattuglia di marchi molto eterogenea, come d’altra parte i marchi che chiudono la classifica: Mitsubishi, Tesla, Honda e Suzuki.

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NOLEGGIO A LUNGO TERMINE

Sopra la classifica con vendite nel canale del noleggio a lungo termine da gennaio a novembre 2019

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L’ultimo canale di vendita – non certo per volumi – è quello del noleggio a lungo termine, una formula alternativa alla proprietà del veicolo che dopo aver conquistato importanti fette di mercato tra le aziende sta iniziando ad attirare anche utenti privati, per i quali sono sempre di più le offerte dedicate. Se parliamo di numeri assoluti, i principali fornitori del canale Nlt sono Fiat (46.829 immatricolazioni), Volkswagen (22.679) e Audi (18.082): un costruttore generalista, un semi-premium e uno premium.

Nel 2019 le immatricolazioni di auto destinate al noleggio di lungo periodo sono cresciute del 5,6%, a spiccare nella classifica del segmento sono Alfa Romeo, DS, Audi, Volvo e Smart. Anche in questo caso c’è molta eterogeneità di marchi dal momento che è il cliente a scegliere il modello da noleggiare e tutti i modelli possono essere richiesti, Tra i meno attici nel noleggio di lungo periodo ci sono Hyundai, Suzuki, Mitsubishi e Dacia.


Fonte: La Gazzetta

Noleggio a lungo termine: un novembre da record

di Marco Castelli

Prosegue il periodo d’oro per il noleggio a lungo termine, che dura da dopo l’estate: le statistiche di Dataforce sottolineano il risultato record di novembre (+48% in termini di immatricolazioni), spinto anche dal timore dell’aumento della tassazione sulle auto aziendali.

Non c’è due senza tre. Il noleggio a lungo termine, dopo un settembre e un ottobre in grande crescita (rispettivamente +37,7% e +29,97%), a novembre si è ripetuto. Le statistiche di Dataforce parlano addirittura di un altisonante +48,84%, con 27.046 immatricolazioni contro le 18.171 di un anno fa.

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Un risultato che spinge in alto il consuntivo annuale: nei primi 11 mesi del 2019, il noleggio auto a lungo termine ha fatto segnare oltre 262mila unità, contro le oltre 245mila del 2018.

Approfondisci: i risultati del mercato auto a novembre

NOLEGGIO A LUNGO TERMINE: LA CRESCITA DI NOVEMBRE

Nello specifico, il noleggio a lungo termine, a novembre, è cresciuto grazie alle performance delle captive (ovvero le società controllate delle Case auto), che hanno più che raddoppiato le consegne: +125,85%, mentre i generalisti top, come sottolinea Dataforce, hanno fatto registrare una crescita più contenuta: +10,27%.

Una crescita di dimensioni così rilevanti conferma, certamente, lo stato di salute del comparto, che dura da anni, ma è anche frutto dell’ipotizzato aumento della tassazione sulle auto aziendali, poi fortunatamente non confermato dalla Manovra 2020 (leggi il nostro approfondimento). E’ chiaro infatti che il timore ha spinto molte aziende ad anticipare la sottoscrizione dei contratti, con un conseguente impatto positivo sui numeri.

Leggi anche: i dati e i trend del Rapporto Aniasa 2019

L’ANDAMENTO DEL 2019

In generale, nel 2019 il noleggio a lungo termine non ha avuto un andamento del tutto lineare, a causa di fattori esterni ben precisi: l’inizio dell’anno, condizionato dall’ecotassa e dall’ecobonus (scopri qui l’opinione dei Fleet Manager sull’incentivo) e dall’incertezza economico-politica, è stato negativo, in termini di immatricolazioni, mentre i mesi successivi, fino a luglio sono stati positivi.

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Agosto, complici le ferie e la crisi estiva vissuta dal Governo, ha fatto segnare una leggera battuta d’arresto, mentre da settembre la corsa del noleggio è ripartita. E non si è più fermata.

“Dopo il farneticante percorso del provvedimento sul fringe benefit finalmente moderato dal forte e deciso intervento di tutta la filiera. Resta comunque sconfortante l’incompetenza del Governo su molti dei provvedimenti in discussione nella Legge di Bilancio, ed è specchio della pochezza della sua classe dirigente prendersi anche il merito di aver così modificato la norma sul fringe” spiega Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia.

Nel 2020, continua Saladino, “il noleggio a lungo termine crescerà ancora, ma assisteremo a una forte redistribuzione del mix per alimentazioni, perché così il legislatore dirige e incentiva: resta comunque da vedere se il bilancio emissivo di questo spostamento sarà positivo per l’ambiente e la nostra salute, perché così finora non è stato. Siamo invece certi dell’impatto sul conto economico dei consumatori: negativo”.

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