Volvo XC40 elettrica debutta nel 2019

di Fabiano Polimeni

Oltre ad arricchire la gamma con due motorizzazioni ibride plug-in, XC40 verrà presentato in versione elettrica a batterie nel corso del 2019

L’obiettivo al 2025 è di realizzare metà dei volumi globali di vendita con un modello elettrico. Volvo XC40 sarà il primo tassello del marchio a offrirsi in versione alimentata a batterie, seguendo un percorso già avviato da Polestar 2.

Volvo-XC40.jpg


XC40 ELETTRICA DAL 2020

Nel corso di un evento dedicato alla sicurezza, fronte sul quale Volvo ha annunciato l’impegno a limitare la velocità massima delle proprie auto a 180 km/h, è arrivata la conferma che, già quest’anno, scopriremo Volvo XC40 elettrica. Notizia riportata da Automotive News.

Non è ancora il tempo delle indicazioni tecniche che saranno alla base del suv compatto in versione elettrica, XC40 che rappresenta il secondo modello più apprezzato dalla clientela Volvo, dietro XC60.

Sarà elettrico e non solo, visto l’ampliamento dell’offerta di ibrido plug-in, che conterà dueproposte Twin Engine, T4 e T5, con motore 1.5 litri turbo benzina abbinato alla componente elettrica.

Leggi anche: Polestar 2, l’elettrico che sfida Model 3

CMA IN COMUNE TRA XC40 E POLESTAR 2

Anteprima mondiale nel 2019, introduzione sul mercato dal 2020, per XC40 elettrica. A fronte di un’architettura comune, CMA che è famiglia modulare dedicata ai modelli di segmento C – dove invece la SPA è riservata al segmento D e superiori –, Polestar 2 e Volvo XC40 differiranno per obiettivi e, secondo i rumours, prezzi.

Approfondisci: Volvo XC40 Business, cosa offre e quanto costa

È prevedibile attendersi una XC40 elettrica dalla potenza inferiore ai 402 cavalli della proposta Polestar, che adotta un pacco batterie da 78 kWh per realizzare i 500 km di autonomia dichiarata.

VOLVO XC40, LA SCHEDA

La fotografia di XC40 è quella di un suv compatto, lungo 4,43 metri e largo 1,86 metri. Auto dell’Anno 2018, è stato il primo modello a essere sviluppato e prodotto sulla Compact Modular Architecture di Volvo, predisposta per l’elettrificazione.

Suv nello stile e nelle proporzioni, grazie all’altezza di 166 centimetri, è stato precursore anche della formula di acquisto Care by Volvo, con servizi personalizzabili e inclusi in un canone di pagamento mensile.

INDICE DEI CONTENUTI


IL PUNTO SULL’ECOBONUS: UNA FARSA DA 1000 PEZZI SCARSI

Car-buying-750x432.jpg

Immatricolazioni a marzo, il primo mese dell’ecobonus è stato un flop: le vetture incentivate fra 0 e 70 g/km di CO2 poco più di mille, lo 0,5% del mercato e addirittura il 20% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nonostante il bonus, ne sono state acquistate di meno. E’ quanto rileva Dataforce nella consueta analisi mensile. “Non solo, analizzando la performance lato “malus”, poco meno di 8.000 vetture contro le quasi 5.000 del marzo 2018: nonostante il malus, ne sono state acquistate di piùLe scelte del Governo si stanno confermando un’iniziativa totalmente inefficace nell’ambito di una politica di rinnovamento del parco circolante”, spiega la società. Qui per riepilogare sulla Legge che premia e disincentiva gli acquisti di auto inquinanti.

IL MERCATO A -9,5%

Tornando ad analizzare il mercato nel suo complesso, dopo un gennaio molto negativo (Passenger cars a -7,49%) e un febbraio con una contrazione meno accentuata (-2,34%), a marzo il mercato ha accusato una flessione ancora peggiore: -9,51%. Risultato positivo, invece, per il comparto Light commercial vehicles, che ha fatto segnare, come a febbraio, un saldo in leggero attivo: +1,37%. Nel terzo mese dell’anno sono stati immatricolati complessivamente 209.740 veicoli (Passenger cars + Light commercial vehicles), a fronte dei 229.940 del marzo 2018 (-8,78%). Questi dati non comprendono le importazioni parallele, ossia le targhe di veicoli nuovi che non sono transitate attraverso gli importatori ufficiali, che a marzo sono state 18.081 (Passenger cars) rispetto alle 15.917 del marzo precedente: + 13,6%, cui si sono aggiunti 464 veicoli commerciali leggeri (-6,83%). Il forte incremento del mercato parallelo, cresciuto di oltre il 30%, non basta però a riportare in positivo il dato complessivo delle immatricolazioni: -3,33%, con un totale di 638.601 nuove targhe in questo primo trimestre del 2019. Tra le Passenger cars ufficiali, il canale dei privati, dopo un primo bimestre molto positivo, ha chiuso il terzo mese dell’anno con un “quasi pareggio” (-1,23%, corrispondente a 1.323 unità in meno), ma il saldo trimestrale rimane in attivo per quasi 5 punti percentuali (sono circa 15.000 targhe in più).

In negativo il comparto delle vendite dirette aziendali: -7,25. Male anche gli altri canali di distribuzione: il noleggio a lungo termine ha perso il 7,68% (comunque meglio rispetto al -14,69% di febbraio e al pesantissimo -19,16% di gennaio), il breve termine è sceso del 18,49% (dopo un febbraio a -17,98%), le auto-immatricolazioni dei concessionari sono calate del 18,13% e quelle degli OEM del 78,73%.

Per il 2019 Dataforce rivede ancora una volta le stime al ribasso, prevedendo il raggiungimento di 1.835.000 immatricolazioni di automobili per passegegri, con una quota dei privati in leggero aumento (market share del 59,9%, pari a circa 1,1 milioni di unità vendute), il noleggio a lungo termine a 245.000 immatricolazioni (quota di mercato del 13,4%, -5,8% in volumi rispetto al 2018), il noleggio a breve termine a 160.000, anch’esso in calo, e le auto-immatricolazioni (cioè demo e km zero) dei concessionari e dei costruttori a quota 235.000, con una market share del 12,8% in forte contrazione.

Il 1.835.000 di nuove targhe ipotizzato da Dataforce rappresenterebbe una flessione rispetto al 2018 del 4%.

Riepilogando: in marzo il numero di giornate lavorative utili all’immatricolazione è stato inferiore rispetto al marzo 2018 (21 contro 22), il mese si chiude con un bilancio molto negativo per il mercato. Sono state immatricolate 194.34 vetture ufficiali (20.409 in meno), 15.506 autocarri leggeri ufficiali (con un saldo positivo di 209 unità), 18.081 vetture parallele (2.164 in più) e 464 veicoli commerciali leggeri paralleli (34 in meno). I canali di importazione non ufficiali rappresentano il 9% sul totale delle immatricolazioni italiane, un volume sempre più significativo.

LE ALIMENTAZIONI, BOOM DI IBRIDE

Il diesel continua a perdere quota: a marzo ha fatto segnare un calo delle immatricolazioni del 22,57%, mentre il benzina cresce, anche se a ritmo meno sostenuto rispetto ai mesi precedenti: +10,72%. Ormai le immatricolazioni dei due principali carburanti si avvicinano: 81.000 le auto a benzina targate a marzo, 101.000 le auto a gasolio. Le elettriche sono cresciute molto, (+44%, pari a 209 unità in più), ma valgono solo lo 0,24% del mercato. “Come del resto ci si aspettava, il boom dell’elettrico grazie agli incentivi non c’è stato affatto”, è il commento. Le ibride sono cresciute di 35,5 punti percentuali, passando dalle 7.567 di marzo 2018 a 10.253 di marzo 2019. Ma di queste, quelle incentivate non arrivano nemmeno a 400 unità.

IL COMMENTO DELL’ESPERTO

“Tanto rumore per nulla: a marzo sono partiti gli ecobonus, per ora l’unica iniziativa dell’Esecutivo giallo-verde a favore dello svecchiamento del vetusto parco circolante italiano. Il Governo Lega-5 Stelle ha puntato esclusivamente sull’elettrico e su alcune ibride plug-in e ha raccolto un bottino striminzito. Sono state immatricolate 676 auto elettriche, con un incremento di 209 unità, e 422 ibride con la spina, vale a dire 80 in più rispetto al marzo precedente. Sempre ammesso (ma nient’affatto concesso) che tutti questi veicoli abbiano ottenuto il massimo contributo all’acquisto (6.000 euro con rottamazione per le elettriche, 2.500 euro con rottamazione per le ibride plug-in), le casse dell’Erario avrebbero sborsato (il condizionale è d’obbligo) 4.056.000 euro per sostenere gli acquisti di elettriche e 1.055.000 euro come contributo a chi guiderà un’ibrida plug-in. In totale sarebbero quindi stati erogati circa 5 milioni di euro sui 60 previsti dal 1° marzo al 31 dicembre (in realtà sono certamente meno, perché non tutti gli acquirenti dispongono di un’auto da rottamare, e alcune elettriche o ibride plug-in superano il prezzo di vendita di 50.000 euro Iva esclusa che rappresenta il tetto massimo per i modelli incentivabili). Sorge quindi spontaneo pensare che, quasi certamente, una buona parte dei fondi messi a disposizione nel 2019 non saranno sfruttati”, commenta Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia.


Fonte: Missionline

Bollo auto 2019 e noleggio lungo termine: risparmio 36 mesi, come fare

photo-1441148489547-da3f133be9ae.jpeg

Comprare una nuova automobile comporta ovviamente una spesa, che non si ferma soltanto al momento dell'acquisto. Mantenere una vettura significa provvedere a tutta una serie di pagamenti, a cominciare dall'assicurazione, la revisione, la manutenzione e anche il bollo auto. È specialmente quest'ultima spesa che a molte persone non va proprio giù e spesso si cerca di capire come fare per eluderla in maniera legale. Una possibile soluzione può essere quella del noleggio a lungo termine, che consentirebbe all'utente di non pagare il bollo auto.

Noleggio auto a lungo termine e bollo 

Perché noleggiare una macchina a lungo termine, ad esempio con Finrent, società fra le più note nel noleggio lungo termine di auto e furgoni nel nostro Paese? Questa scelta viene fatta nella maggior parte dei casi da coloro che ritengono svantaggioso dotarsi di un'auto di proprietà, in primis per tutte quelle spese a cui facevamo riferimento prima. Inoltre, molte persone amano cambiare vettura molto spesso e per questo non considerano conveniente acquistare un'automobile: così facendo si evita anche il rischio di una svalutazione del veicolo.

 

Il noleggio a lungo termine viene praticato principalmente dai professionisti possessori di partita IVA e dalle aziende, proprio perché comporta delle agevolazioni dal punto di vista fiscale: tuttavia anche molti privati si orientano per questa soluzione.

La caratteristica principale del noleggio a lungo termine è la temporalità. Per farla breve, una volta scaduto il contratto di locazione – che in genere varia da 1 a 5 anni – si può decidere di rinnovarlo, oppure di sostituire il mezzo o in alternativa di restituirlo.

 

Va precisato che il noleggio a lungo termine si differenzia dall'opzione di leasing con riscatto finale: in quel caso, al termine del contratto di affitto, l'utente è tenuto a versare una rata, in genere anche molto sostanziosa.

Nel contratto di noleggio a lungo termine, invece, si stabilisce una percorrenza chilometrica prefissata, che può variare a seconda della marca dell'auto (talvolta anche del modello). Basta fare un giro su internet per trovare molti siti web che propongono noleggi a lungo termine, ognuno dei quali con tariffe differenti: la maggior parte di questi predispone anche un preventivo, in modo tale che l'utente possa rendersi conto della spesa complessiva da affrontare. 

 

Venendo al bollo auto, va precisato che si tratta di una tassa di proprietà del veicolo. Dato che con il noleggio a lungo termine questa proprietà viene meno, l'utente non è quindi tenuto al versamento del bollo, che rientra in quei servizi garantiti dal contratto stesso.

Naturalmente ogni ditta può proporre un contratto personalizzabile anche in base a quelle che sono le possibilità economiche dell'utente che decide di orientarsi per un noleggio auto a lungo termine. In sintesi, le spese principali da affrontare con questa soluzione sono il carburante (o il metano/gpl), i pedaggi sulle autostrade e l'alimentazione della vettura. 

 

Vantaggi IRPEF per partite IVA e aziende 

Come già accennato in precedenza, il noleggio auto a lungo termine per i privati è vantaggioso solo se si sa già che si cambierà macchina molto spesso e non si vogliono avere troppi pensieri relativi ai costi di gestione. Coloro invece che desiderano un'auto propria opteranno per l'acquisto definitivo.

Per i titolari di partita IVA e per le aziende c'è invece la possibilità di dedurre i costi per l'IRPEF: il 20% per i primi (con un tetto massimo fissato a 3615,20 euro) mentre per le aziende siamo sul 70% in riferimento alle auto concesse ai propri dipendenti.Bollo auto 2019 e noleggio lungo termine: risparmio 36 mesi, come fare.


Audi AI:me concept, a Shanghai un assaggio di futuro

di Fabiano Polimeni

Il concept elettrico e autonomo si propone come una soluzione per le megalopoli del futuro. La guida in prima persona sarà ancora una componente

Che volto avrà la mobilità urbana nelle megalopoli del futuro? Cosa resterà del concetto classico di guida per come lo conosciamo oggi? Audi AI:me concept tratteggia alcune soluzioni, riassunte in un esercizio di stile, destinato al debutto al prossimo Salone di Shanghai, appuntamento di metà aprile in un mercato cruciale.

Audi-AIme-concept-a-Shanghai.jpg

MASSIMO SPAZIO PER MINIMI INGOMBRI

Concept elettrico, ovviamente. Autonomo, nella visione. Un bozzetto anticipa i contenuti che adotterà AI:me, sigla che rimanda all’intelligenza artificiale come avvenne già con Aicon Concept.

Approfondisci: Guida autonoma, cosa accadrà nel 2019

La mobilità urbana nelle megalopoli, smart, vede già all’orizzonte le possibilità di interfaccia tra veicolo e infrastruttura. AI:me concept immagina una carrozzeria dal singolo volume, per massimizzare lo spazio interno in rapporto alle dimensioni esterne. Sbalzi pressoché nulli, il monovolume consente un padiglione dai montanti molto avanzati, un plus per l’abitabilità a bordo. 

Concept-autonomo-Audi-AIme.jpg

RESTA LA GUIDA IN PRIMA PERSONA

Audi anticipa un concept autonomo, tuttavia con una cloche per comandare, ancora, in prima persona l’auto. Volante retraibile nella plancia minimal. A bordo, la mobilità del futuro cambierà completamente il modo di vivere l’auto e AI:me concept propone un pannello a tutta larghezza, display a quale abbinare le proiezioni head up display e l’interfaccia uomo-macchina posta sui pannelli porta, come traspare dai bozzetti.

Interni-di-Audi-AIme-concept.jpg

Leggi anche: Guida autonoma e disabilità, l’auto può abbattere le barriere

Il 15 aprile, all’apertura del Salone di Shanghai, si scoprirà di più sulla visione Audi AI:me concept e come interpreterà la mobilità di un futuro, oggi, ancora molto distante.

INDICE DEI CONTENUTI


Mercato auto, a marzo nuova flessione: -9,6%

di Marco Castelli

A marzo 2019 il mercato dell'auto è calato del -9,6% rispetto a dodici mesi fa. Prosegue la contrazione del diesel, mentre crescono le alimentazioni alternative.

Non arrivano buone notizie dal mercato dell’auto: marzo 2019 si è infatti chiuso con un nuovo calo del settore delle quattro ruote, con 193.662 immatricolazioni e una flessione del -9,6%rispetto a 12 mesi fa

dati-mercato-auto-dicembre-2017.jpg


Cala ancora anche il noleggio (scopri qui perchè il settore sta frenando): i dati di Unraetestimoniano infatti che si assiste a una flessione del 19,2% del breve termine e del 7,2% del lungo termine. Il tanto discusso provvedimento del bonus/malus, dunque, come previsto, non sta avendo effetti positivi sul mercato dell’auto. 

Approfondisci: le 10 cose da sapere sull’ecotassa

MERCATO DELL’AUTO: CONTINUA LA FLESSIONE

In totale, Anfia sottolinea che nei primi tre mesi dell’anno il mercato dell’auto è calato del 6,5% “Incide su questo risultato anche il perdurante calo dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, stanti anche le previsioni negative sull’andamento dell’economia italiana”sottolinea il presidente di Anfia, Paolo Scudieri

“La mancanza del Decreto attuativo e la predisposizione della piattaforma, necessari alla richiesta dell’ecobonus (scopri le 10 cose da sapere sul bonus), stanno disorientando i consumatori e penalizzando l’operatività delle aziende” aggiunge Michele Crisci, presidente di Unrae. 

Leggi anche: la visione di Unrae sul futuro della mobilità

CALA ANCORA IL DIESEL, CRESCE L’ELETTRICO

Le auto diesel, a marzo, sono calate del 25% rispetto a dodici mesi fa,  pari a quasi 30.000 vetture in meno, e attualmente detengono una quota del 45% di market share. Le vendite delle auto a benzina, invece, crescono del 10% e arrivano a rappresentare il 41% del mercato (dati Anfia)

auto-usate-italia-prima-scelta-diesel.jpg

Le auto elettriche, invece, nell’ultimo mese sono cresciute del +44%, dopo il +3% di febbraio, con circa 630 unità immatricolate. Numeri ancora piccoli e non certo favoriti dall’ecobonus, che per ora è ancora in stallo dal punto di vista operativo.

Bene le auto ibride (comprese le plug-in), che chiudono marzo con un buon +36% rispetto al marzo del 2018 e il primo trimestre a+33%. Le auto a GPL, infine, sono cresciute del +2%, mentre quelle a metano sono calate del -36%

INDICE DEI CONTENUTI