La Cyber security in officina: come fare manutenzione garantendo la sicurezza

di Marina Marzulli

La sicurezza informatica dell’auto connessa è basilare. Come garantire sistemi inespugnabili agli hacker ma accessibili agli operatori dell’after market?

La cyber security – o sicurezza informatica – è il tema caldo del momento, che tocca anche l’automotive.  Dentro l’auto connessa ci sono i big data, la miniera d’oro su cui molti cercano di mettere le mani.

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Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, è stato molto diretto nel suo discorso annuale sullo stato dell’Ue: “Gli attacchi informatici possono essere più pericolosi per la stabilità delle democrazie e delle economie rispetto alle pistole e ai carri armati”.

I RISCHI DELLA CONNECTED CAR

Per cyber security si intende l’insieme di attività, regole e tecnologie messe in atto per contrastare le intrusioni nei sistemi informatici. Nel termine italiano “sicurezza” è compreso sia il concetto di security (per la protezione dalle violazione) sia quello di safety (incolumità dei passeggeri).

Leggi anche: La cyber security all’epoca delle smart car

Spiega Massimo Zenobi, Direttore ricerca e sviluppo della Divisione Telemobility di Texa: “La connected car è soggetta alle stesse preoccupazioni dei computer. Dentro un’auto ultimo modello ci sono 100 milioni di righe di codice, una complessità simile a quella di un aereo. Più il sistema è complesso più è vulnerabile, come una casa con tante finestre è più esposta ai ladri”.

Le best practice per la sicurezza

L’aumentata consapevolezza delle Case automobilistiche per quanto riguarda la cyber security  ha generato nuove best practice. Servono a garantire una costruzione del software che sia stratificata, suddivisa in moduli che non comunicano fra loro. Prosegue Zenobi: “Come ultima tappa di questa catena c’è l’addestramento degli operatori. Noi siamo fornitori di grosse Case auto e una nostra debolezza automaticamente diventa una debolezza del car maker. C’è in atto un processo importante di aumento della consapevolezza a tutti i livelli, l’abitudine alla sicurezza diventa automatica e serve a prevenire anche le intrusioni non intenzionali”.

Non sempre, infatti, a intrudere i sistemi sono hacker esterni dotati di cattive intenzioni (estrarre dati sensibili, furto di identità, danno alla reputazione di un’azienda), molti degli attacchi accadono all’interno delle stesse organizzazioni, per negligenza.  Per combattere gli hacker la parola chiave è criptatura: l’unico antidoto per sconfiggere le intrusioni. Come spiega l’esperto: “Se parliamo di una connessione sicura parliamo di una connessione criptata, che impedisce di leggere o scrivere su quel canale per tutta la durata della connessione”.

SICUREZZA E LIBERA CONCORRENZA

Il tema della sicurezza informatica si intreccia anche con quello della libera concorrenza, e le regole sono ancora in via di definizione. La Commissione europea ha avviato la revisione del Regolamento generale sulla sicurezza dei veicoli . Unece (la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite) vorrebbe arrivare entro fine 2019 a un quadro organico di regolamento europeo relativo all’omologazione di “sistemi di sicurezza informatica” autonomamente realizzati dai Costruttori sui propri veicoli.

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Essendo il car maker responsabile della sicurezza dei propri veicoli, gli stessi car maker potrebbero avere la libertà di progettare il proprio sistema di cyber security, senza la preliminare definizione di requisiti minimi, come finora fatto in generale per i veicoli a motore.  Questo potrebbe dare problemi in fase di manutenzione e autoriparazione, come fa notare Afcar (Alliance for the Freedom of Car Repair in Europe), l’alleanza europea per la libertà nell’autoriparazione.

Accessi “esterni” al sistema informatico dell’auto sono e saranno sempre necessari soprattutto in sede di manutenzione dell’auto, per la diagnostica ad esempio. La preoccupazione è che la cyber security possa permettere di erigere barriere il cui accesso potrà essere discrezionale, con possibile esclusione di molti autoriparatori indipendenti.

INDICE DEI CONTENUTI


Fonte: FleetMagazine

Bonus rottamazione auto e moto 2020: come funzionerà, importo, novità Decreto

Il Bonus scende a 1.500 euro per le auto e 500 euro per motocicli rottamati entro il 31 dicembre 2021

Da Giuseppe Moschella

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Bonus rottamazione auto 2020. Le problematiche connesse ai cambiamenti climatici, sono come non mai nell’ultimo periodo, al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, della stampa e dei governi. Il Governo italiano ed in particolare il Ministero dell’ambiente, sta lavorano alla stesura di un decreto legge che dovrebbe prevedere una serie di bonus fiscali, incentivi e detrazioni, per cittadini, aziende e istituzioni pubbliche sensibilizzati verso la causa ambientale.

Ancora non vi è niente di definitivo, vi sono molte proposte, e vi è anche una bozza del provvedimento – Decreto Ambiente o Decreto Clima – che contiene diverse misure, per il contrasto dei cambiamenti climatici. Al 9 ottobre siamo giunti alla quarta bozza, che modifica quanto indicato nelle versioni precedenti.

Il Ministero dell’ambiente sta lavorando, di concerto con il Mef, in quanto il decreto legge “sul clima”, sarà collegato alla prossima Legge di bilancio, attraverso vincoli di spesa e vincoli normativi. La tematica green è infatti uno dei cardini della stagione riformatrice annunciata dal Governo Conte bis, che prevede oltre all’ambiente tutta una serie di nuove misure, tra cui: novità su famiglie e welfare, stop all’aumento Iva, taglio del cuneo fiscale, salario minimo, ecc.

Il testo del decreto, che fino alla fine subirà sicuramente modifiche, contiene proposte e iniziative favorevoli all’ambiente, intervenendo con misure anche urgenti in settori considerati più vulnerabili ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di incentivare comportamenti e azioni virtuose nel breve periodo.

Vi sono una serie di proposte che puntano a promuovere lo sviluppo di un’”economia green” per il contrasto dei cambiamenti climatici.

Tra le misure che sono presenti nella bozza del provvedimento, vi sono anche incentivi alla mobilità sostenibile nelle aree metropolitane.

Viene in particolare istituto il programma sperimentale di incentivazione del trasporto sostenibile per la promozione dei servizi di trasporto pubblico locale, e di altri servizi ad essi integrativi, finanziato con le risorse riassegnate nel 2020 al Ministero dell’ambiente, ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 30 del 13 marzo 2013.

Scarica qui la bozza del Decreto Ambiente clima 

Bonus rottamazione auto 2020: come funzionerà

Ai cittadini che risiedono nelle città metropolitane (come Roma, Milano, Torino, Catania, Genova, ecc.) le quali sono interessate dalle procedure di infrazione comunitaria (n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28 maggio 2015) per la non ottemperanza agli obblighi previsti dalla Direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria (superamento dei livelli massimi di concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria), e che rottamano autovetture omologate fino alla classe Euro 3 sarà corrisposto un bonus fiscale che si configurerà in un titolo di spesa pari a 1500 euro. (Inizialmente l’importo previsto era di 2.000 euro). Inoltre un bonus di 500 euro spetterà per motocicli fino a euro 2 ed euro 3, sempre rottamati entro il 31 dicembre 2021. 

L’importo di 2.000 euro, previsto all’inizio, è dunque stato ridimensionato.

In particolare, questa la norma contenuta all’Articolo 2 – Misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane – della quarta bozza del Decreto Clima:

“Al fine di ridurre le emissioni climalteranti, a valere sul suddetto programma sperimentale, i residenti nei comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per la non ottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla Direttiva 2008/50/CE che rottamanoentro il 31 dicembre 2021autovetture omologate fino alla classe Euro 3 o motocicli omologati fino alla classe euro 2 ed euro 3 a due tempi, ottengono, nel limite di spesa di cui al comma 1 e fino ad esaurimento delle risorse, un “buono mobilità” pari ad euro 1.500 per le autovetture ed euro 500 per i motocicli rottamati per essere utilizzato, entro i successivi tre anni, per l’acquisto, anche a favore di conviventi, di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e di altri servizi ad esso integrativi, nonché di biciclette anche a pedalata assistita. Il “buono mobilità” non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non rileva ai fini del computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente.

In sostanza il bonus rottamazione – o bonus mobilità – funziona così:

  • credito di 1.500 euro per auto omologate fino a euro 3

  • credito di 500 euro per motocicli omologati fino a euro 2 ed euro 3

in entrambi i casi il bonus vale per chi rottama entro il 31 dicembre 2021.

Bonus rottamazione auto 2020: come utilizzare il credito

Secondo quanto previsto dall’attuale testo, il credito può essere utilizzato dagli interessati, entro i successivi 5 anni, ai fini dell’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale, e di altri servizi ad esso integrativi, inclusi i servizi di “sharing mobility” con veicoli elettrici o a zero emissioni, anche in favore dei familiari conviventi.

> Ecobonus auto 2019: regole, incentivi, quali auto, come chiederlo <

Bonus rottamazione auto 2020: la revoca 

Il beneficio è revocato se lo stesso soggetto, o anche un familiare convivente, provveda all’acquisto, tramite leasing o con noleggio a lungo termine di un’autovettura non a basse emissioni entro i due anni successivi.

Bonus rottamazione per taxi e autotrasportatori

Le novità si applicheranno anche ai titolari di licenza di trasporto pubblico di piazza, e agli autotrasportatori operanti nelle città metropolitane che rottamano veicoli Euro 3 o inferiori.

In particolare è riconosciuto per ciascun veicolo, il credito di 1500 euro, utilizzabile per la sostituzione del veicolo rottamato con veicoli ibridi o elettrici o ad emissioni ridotte.

Anche in questo caso la rottamazione si applica solo nelle citta metropolitane, dove i livelli di emissione di CO2 risultano superiori al consentito, e dunque interessate dalle procedure di infrazione prima citate.

Riduzione sussidi ambientali dannosi

A partire dall’anno 2020, le spese fiscali “dannose” per l’ambiente indicate nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi, e ambientalmente favorevoli, istituito presso il Ministero dell’ambiente ai sensi dell’articolo 68 della legge n. 221 del 28 dicembre 2015, sono ridotte nella misura almeno pari al 10% annuo a partire dal 2020 sino al loro progressivo annullamento entro il 2040.

Il Ministero deve predisporre tale catalogo annualmente, entro il 30 giugno, avvalendosi anche delle informazioni rese dall’Ispra, dalla Banca d’Italia, dagli altri ministeri, Regioni, enti locali e gli altri centri di ricerca.

I sussidi presenti nel catalogo, sono intesi nella loro definizione più ampia, e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni.

Il documento ha un fine conoscitivo, l’obiettivo è sostenere il Parlamento e il Governo nella definizione delle politiche ambientali tese ad accogliere le raccomandazioni comunitarie e internazionali.

L’ultima edizione del catalogo identifica sussidi favorevoli stimati per il 2017 in 15,2 miliardi di euro, mentre quelli dannosi sono stimati in 19,3 miliardi.

All’individuazione dei sussidi da eliminare gradualmente, si provvederà in sede di legge di bilancio annuale e gli importi che risulteranno, saranno destinati nella misura del 50%, ad uno specifico fondo istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze per il finanziamento di interventi in materia ambientale, con priorità alla revisione dei sussidi ambientalmente favorevoli, alla diffusione e innovazione delle tecnologie e dei prodotti a basso contenuto di carbonio, e al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili.


Fonte: LeggiOggi

Lobby auto: superbonus per l'elettrico

Pierluigi Bonora

La revisione del sistema bonus-malus (con l'abolizione di quest'ultimo) e l'incremento (nel 2020 da 70 a 270 milioni) della dotazione finanziaria degli «ecobonus» a beneficio di chi acquista vetture elettrificate; l'estensione del superammortamento alle auto a noleggio con zero e basse emissioni; incentivare direttamente l'installazione della ricarica elettrica privata attraverso detrazioni fiscali.

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Queste le richieste principali, arrivate dalla filiera italiana automotive, sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine della prima riunione del «tavolo», presenti 45 associazioni, Case auto e sindacati. Una platea, come era avvenuto con il suo predecessore Luigi Di Maio, troppo ampia e portata a esprimere posizioni di campanile. E così Patuanelli, ascoltati tutti, ha deciso di convocare tre gruppi di lavoro (Domanda, Offerta e Infrastrutture) allo scopo di isolare meglio i problemi più urgenti da risolvere.

L'auspicio degli addetti ai lavori - tra cui Anfia, Unrae e Federauto - è che già nella prima bozza della Legge di bilancio il tema sia affrontato e che, al momento dell'approvazione, il settore veda recepite le linee essenziali delle istanze presentate. In caso contrario, si assisterebbe all'ennesimo tavolo conclusosi con un nulla di fatto. E questa volta i rischi che la crisi del settore crei grossi problemi all'occupazione e all'economia sono elevati. Patuanelli ha promesso di far pervenire una mail nei prossimi giorni con i dettagli su come sarà organizzato il lavoro dei tre gruppi.

È fondamentale, a sostegno della necessità di rinnovare il parco auto più obsoleto d'Europa, che il ministro metta a punto un piano organico, non basato su tempi brevi, per aiutare la sostituzione delle vetture più datate. Tenendo presente la limitata capacità di spesa da parte della maggior parte delle famiglie ancora in possesso di una macchina destinata alla rottamazione.

Una proposta, in tal senso, riguarda anche la presa in considerazione, per un sostegno economico, delle vetture dismesse dai noleggiatori, di solito dopo 30-32 mesi, tutte con motori di ultima generazione.

Rilevata anche l'esigenza di omogeneizzare le politiche di regolazione del traffico urbano e dei flussi veicolari, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. L'obiettivo principale emerso è che l'automotive cavalchi e non subisca i cambiamenti ambientali e tecnologici in corso. Anche il settore delle due ruote, rappresentato da Confindustria Ancma, ha fatto sentire la propria voce, presentando una serie proposte, tra cui il rinnovo degli incentivi per l'acquisto dei veicoli elettrici; sgravi per l'abbigliamento protettivo motociclistico; misure per ridurre costi e oneri assicurativi; e la reintroduzione di detrazioni sul prezzo d'acquisto delle biciclette.


Fonte: IlGiornale.it

Manutenzione, polizze e bollo Con il noleggio ‘tutto incluso’ Peugeot pensa a privati e aziende

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Roberto Mazzanti

PARIGI

IL MESSAGGIO che Peugeot lancia a chi è tentato di passare dall’acquisto al noleggio di un’auto è di una semplicità e di un’immediatezza sorprendenti. Presentando Free2Move Lease, il marchio commerciale della Casa transalpina rivolto espressamente al mondo del noleggio a lungo termine, evidenzia che si tratta del «noleggio per tutti, tutto incluso». Con, in aggiunta, la libertà di non acquistare l’auto. Si tratta di una formula di noleggio a lungo termine che si rivolge non solo alle aziende che devono allestire o rinnovare la propria flotta, ma anche ai privati che hanno così accesso ad una formula innovativa e più vicina ai nuovi stili di consumo basati sull’utilizzo di un bene piuttosto che sulla proprietà.

IN PRATICA il cliente sceglie un modello (la formula si estende a tutta la gamma) e Peugeot, in cambio di un canone mensile fisso, si assume tutti gli oneri che di solito competono al proprietario di un’auto: manutenzione ordinaria e straordinaria, copertura RCA, assicurazione incendio e furto, il bollo di circolazione e l’eventuale polizza Kasko. Le variabili che incidono sulla determinazione del canone sono innanzitutto la scelta del modello, dall’utilitaria al potente Suv, dalla durata del contratto, variabile da 12 a 60 mesi, dal chilometraggio previsto e dai servizi extra richiesti a seconda delle diverse esigenze. Il principio è arrivare a soluzioni flessibili e personalizzate. Perché questa formula può piacere? Perché ti fa pagare solo l’effettivo uso del veicolo e soprattutto perché ti libera dal problema della vendita dell’usato. Per chi con l’auto ci lavora, c’è la prospettiva di non avere disagi in caso di guasto o incidente: un mezzo alternativo sempre a disposizione tale da garantire il rientro alla sede o, meglio ancora, il proseguimento del viaggio.

AL CLIENTE spetta solo la scelta del modello Peugeot e dell’allestimento che maggiormente si avvicina alle sue esigenze. Senza dimenticare il chilometraggio che si prevede di percorrere durante l’intera durata del contratto. Non è richiesto un anticipo e, se si fanno bene i calcoli, si avrà la certezza delle spese grazie al canone ‘all inclusive’ di entità costante per tutta la durata del contratto.

CHIARITI i dettagli, vediamo in concreto come si articola la proposta Peugeot partendo dai Suv, oggi più che mai in testa ai desideri dei clienti. L’apprezzatissimo SUV 2008 nella versione Allure BlueHDi 120 con cambio automatico EAT6 si può avere pagando un canone di 249 euro (Iva inclusa) per 36 mesi e 45 mila chilometri di percorrenza. Sono compresi del canone la manutenzione ordinaria e straordinaria, l’assicurazione, il bollo, RCA con furto e incendio, la vettura sostitutiva in caso di guasto. Per il poderoso e recentissimo SUV 3008 Allure BlueHDi 130, il più ammirato tra gli sport utility Peugeot, si sale a un canone di 355 euromese (sempre Iva inclusa) per un contratto della durata di 36 mesi e con 45 mila km a disposizione.

PER il più capiente dei Suv del Leone, il 5008 Active BluHDi 130 sono richieste 365 euromese, sempre Iva inclusa, con 36 mesi e 45 mila chilometri come estensione del contratto. Va detto che si tratta di motorizzazioni a gasolio che nel mondo del noleggio ha tenuto le quote di mercato precedenti nonostante la campagna contro i Diesel. Passando alle berline la 308 Allure BlueHDi è a quotacanone di 279 euromese per 36 mesi e 45mila km, mentre per la Station Wagon, SW308 Allure BlueHDi, si sale appena di 10 euro (289€). Grande interesse si registra sulla nuovissima 208, appena presentata alla stampa e già ordinabile, soprattutto in versione zero emissioni 100% elettrica.


Auto elettriche, 8 cose da sapere prima di decidere di comprarne una

Continua a crescere il mercato delle auto elettriche, tanto da far decollare la percentuale al +120% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’intero settore ha fatto registrare solo a giugno un rialzo del 225%. Numeri che vanno inquadrati in una generale sensibilizzazione verso emissioni minori: un trend ecosostenibile che sembra destinato a coinvolgere una fetta sempre maggiore di guidatori. Nelle speranze dei produttori le auto elettriche a breve potrebbero coprire l’1% del complessivo circolante. Ciò grazie anche alla maggiore capacità e autonomia delle nuove batterie, il cui prezzo sta calando in maniera significativa. Un intero settore che continua a crescere, spesso inquinato da falsi miti o informazioni poco accurate: cerchiamo di fare chiarezze, con una lista di cose da sapere prima di scegliere l’elettrico.

 

Auto elettriche, 8 cose da sapere

  • L’auto elettrica non inquina – L’auto elettrica non emette in marcia né CO2 né NOxe neppure rilascia polveri sottili. Nonostante alcuni studi datati 2012 abbiano messo in dubbio la quota di emissioni delle elettriche, sono oramai considerati datati e superati.

  • Le batterie costano sempre meno – E aumenta l’efficienza e il range di km di autonomia, anche grazie ai nuovi sistemi di recupero di energia in frenata. Caratteristiche che consentono alle nuove auto elettriche di avere un’autonomia molto più ampia rispetto ai primi modelli, quando erano ancora in fase sperimentale.

  • I prezzi delle auto elettriche sono accessibili a tutti – I prezzi delle auto elettriche, anche in virtù del punto 2, stanno diventando più accessibili. Gli incentivi regionali e statali in questo momento sono generosi: la differenza a listino con le auto a benzina si sta assottigliando, come si può notare anche sul portale web di Quattroruote ad esempio, dove è possibile anche confrontare i vari modelli.

  • Esistono già soluzioni di noleggio per privati – Certamente la batteria è la più grande preoccupazione per chi si approccia al mondo delle auto elettriche. In realtà esistono già soluzioni di noleggio a lungo termine per i privati, che di fatto mettono al riparo da qualsiasi tipo di imprevisto.

  • Le colonnine di ricarica sono in aumento – Al momento sono attive circa 145mila stazioni di ricarica in tutta Europa, ma i produttori stanno facendo la voce grossa, chiedendone 3 milioni. E c’è da scommettere che verranno ascoltati.

  • Le reti elettriche non rischiano di sovraccaricarsi – Altro falso mito da sfatare: le reti elettriche nazionali difficilmente collasseranno causa auto elettriche: in Norvegia le auto elettriche rappresentano il 21% di quelle su strada e il consumo nazionale è aumentato solo del 3%

  • La manutenzione delle auto elettriche è minima – Dimenticate il cambio dell’olio, e tutte quelle azioni di manutenzione necessarie per le auto a benzina. Rispetto al motore tradizionale si riducono drasticamente: su alcuni componenti, ovviamente, vanno a virare verso lo 0.

  • I costi in bolletta aumentano? – Altra preoccupazione comune: ricaricare da casa non conviene. Integrando l’auto elettrica con impianto fotovoltaico e batteria, oltre a benefici effetti in termini di ecosostenibilità, i costi si riducono sensibilmente. Altrimenti si può considerare attendibile la spesa di 5 euro circa per un centinaio di km.


Fonte: BergamoPost